Gesù davanti a Pilato
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa al palazzo del governatore romano. Pilato uscì incontro a loro e disse: «Quale accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te lo avremmo portato qui!». Così tutta quell’assemblea si alzò e cominciarono ad accusarlo: «Quest’uomo noi lo abbiamo trovato mentre sobillava la nostra gente: non vuole che si paghino le tasse all’imperatore romano e pretende di essere il Messia-re promesso da Dio». Allora Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici! Ma il mio regno non appartiene a questo mondo. Se il mio regno appartenesse a questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato alle autorità giudaiche».
Intanto i capi dei sacerdoti e le altre autorità portavano ulteriori accuse contro di lui, ma egli non diceva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti di quante cose ti accusano?». Ma Gesù non rispose neanche una parola, tanto che il governatore ne fu molto meravigliato. Pilato gli disse di nuovo: «Insomma, sei un re, tu?».
Gesù rispose: «Se tu dici che io sono re, allora vuol dire che io sono nato e sono venuto nel mondo per essere un testimone della verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce». Pilato quindi si rivolse ai capi dei sacerdoti e alla folla e disse: «Io non trovo alcun motivo per condannare quest’uomo». Ma quelli insistevano dicendo: «Egli crea disordine fra il popolo. Ha cominciato a diffondere le sue idee in Galilea; ora è arrivato fin qui e va predicando per tutta la Giudea». Quando Pilato udì questa accusa domandò a Gesù:» Da dove vieni?».
Ma Gesù non rispose. Allora Pilato gli disse: «Non dici nulla? Non sai che io ho il potere di liberarti e il potere di farti crocifiggere?». Gesù replicò: «Non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato da Dio. Perciò, chi mi ha messo nelle tue mani è più colpevole di te!».