Conclusione

Gentile lettore, alla fine di questa ricerca le mie considerazioni finali. È vero che il problema della datazione dei Vangeli rimane un problema aperto; è altresì vero che, data questa apertura, ognuno potrebbe ritenersi libero di farsi le proprie opinioni al riguardo. E questo sarebbe già un bel risultato.

Lo straordinario, perché è proprio così, è che di un evento così eccezionale ci siano tutto sommato così poche notizie certe, mentre per eventi ben più lontani nel tempo ci siano invece informazioni molto più precise e dettagliate.

Del resto Gesù sarebbe nato ai nostri tempi, accompagnato da giornalisti e telecamere per miracoli in mondovisione, se avesse voluto che credessimo perché: visto con i nostri occhi e toccato con le nostre mani.

Ma non è così. L'amore esce dal dominio dei sensi.

Tuttavia questa ricerca mi ha portato a delle considerazioni molto positive; la più importante è che con buona probabilità i Vangeli sono stati scritti immediatamente dopo la morte di Gesù (se non ancora in vita) da testimoni oculari.

Nonostante la conclamata unicità dei sinottici, troppe sono le diversità, troppe le differenze, troppe le imprecisioni per poter pensare a scritture dei Vangeli nel tardo primo secolo quando ormai i tanti anni passati avrebbero sicuramente portato a versioni più concordate, se non addirittura ad un'unica versione (forte tentazione umana ad avere una sola cosa da gestire e controllare).

La mia impressione è che siano stati invece scritti di getto, senza molto concordare con gli altri testimoni. Ognuno secondo quanto sia stato più o meno influenzato da alcuni particolari, più o meno colpito dai significati profondi. Basti solo considerare oggi la ricostruzione in base alla descrizione di testimoni oculari di un fatto appena accaduto, per capire quanto diversamente ognuno interpreti fatti, persone e situazioni.

Questa voluta scarsezza di dati certi, questa difformità di prospettive, questa incertezza su cose fondamentali come: chi li ha scritti, quando, e in quale lingua, mi porta a confermare lo scarso interesse di Gesù per le acque chete, gli scritti impressi, le situazioni congelate; ma al contrario il forte messaggio che le sue parole non sono state pronunciate per essere appese a un quadro, ma sono fonte viva, in continuo movimento, con sempre nuovi significati, sempre attuali, sempre pronte a dare risposte concrete ed appropriate all'uomo/donna di ieri, di oggi e di domani.

Maurizio