Primi riferimenti di Luca

Detto ciò, è venuto il momento di leggere il passo lucano della distruzione di Gerusalemme per cercare di comprendere se davvero l’autore meditò profondamente su quell’assedio prima di prendere in mano carta e penna. Il passo in questione si trova in Lc 21, 20-27, ma prende avvio due capitoli prima.

LUCA 19:43 GIORNI VERRANNO PER TE IN CUI I TUOI NEMICI TI CINGERANNO DI TRINCEE, TI CIRCONDERANNO E TI STRINGERANNO DA OGNI PARTE;

LUCA 19:44 ABBATTERANNO TE E I TUOI FIGLI DENTRO DI TE E NON LASCERANNO IN TE PIETRA SU PIETRA, PERCHÉ NON HAI RICONOSCIUTO IL TEMPO IN CUI SEI STATA VISITATA.

LUCA 21:20 MA QUANDO VEDRETE GERUSALEMME CIRCONDATA DA ESERCITI, SAPPIATE ALLORA CHE LA SUA DEVASTAZIONE È VICINA.

La tecnica della circumvallatio fu adottata dai Romani almeno dalla media età repubblicana: vi sono tracce che la riportano fino al 146 a.C., dunque da molto tempo tale tattica era la norma. La storia insegna comunque che Gerusalemme era già al suo secondo assedio: il primo risaliva all’anno 587 a.C. e fu condotto da Nabucodonosor re di Babilonia. Si trattava per altro della terza campagna portata contro la città del Tempio di Salomone: le precedenti, del 598 a.C. e del 597 a.C. furono portate dopo la ribellione del diciottesimo re di Giuda Ioaikim, al quale succedette il figlio Ioiachin, ovvero un re fantoccio al servizio dei babilonesi. In queste prime campagne l’esercito del re raggiunse Gerusalemme passando per Meghiddo, Afek e deviando verso sinistra (nel senso di camminamento) verso Betel; nel terzo assedio, passò ancora per Meghiddo ed Afek ma poi il suo esercitò si divise in tre tronconi, il primo destinato a passare per Mizpa, il secondo scese verso sud fino a Bet-Semes, da dove un terzo troncone si diresse ancora più a sud lungo Azeka e Lachis per risalire poi alla volta di Betlemme.

Il racconto biblico riflette quanto narrato da Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica 5, 130-135), Tacito (Storie 5, 10-13) e quanto rinvenuto nel corso degli scavi archeologici: intorno alla città furono costruiti terrapieni sui quali vennero erette torri e macchine che scagliavano contro Gerusalemme proiettili e frecce, numerose punte delle quali sono ancora conficcate nelle mura antiche. Dal gennaio del 587 si sviluppò un assedio lungo e brutale che culminò con la distruzione della città, mentre molti abitanti oramai morivano di fame e di stenti: il tempio fu bruciato e saccheggiato, come gran parte della città, e le mura furono demolite.

Tale tecnica è per altro testimoniata da un alabastro gessoso proveniente dal palazzo di Assurbanipal a Ninive (metà VII secolo a.C.) il quale nel registro superiore presenta il saccheggio e la distruzione delle mura della città di Hamaan, in Elam. L’utilizzo di proiettili durante l’assedio di una città è per altro antichissimo: ad Hamukar, un sito neolitico della Siria ai confini con l’attuale Iraq, un deposito di 2300 palle d’argilla è stato interpretato come una delle più arcaiche testimonianze di munizioni preparate per una guerra d’assedio: l’archeologo tedesco Clemens Reichel ha per altro ipotizzato che questa guerra del IV millennio a.C. fosse stata combattuta contro la città di Uruk.