Forza centripeta
Riflessioni come quelle richiamate nelle pagine precedenti, se messe a confronto con quanto è possibile sapere circa i meccanismi di trascrizione e trasmissione degli scritti neotestamentari, possono aiutarci a capire che anche nel caso della creazione e della redazione di tali testi è indispensabile tener conto della preponderante forza centripeta che ne ha governato le prime fasi, e non della più tardiva forza centrifuga: quella forza che gli studiosi più fedeli alla tradizione, e maggiormente suggestionati da condizionamenti ideologici o confessionali, tendono invece a considerare l’unica ad avere operato fin dal principio, affidandosi così a uno schema rassicurante, lachmanniano nell’esercizio della critica testuale, eusebiano nella ricostruzione delle origini della tradizione ecclesiastica. Credo che si possa e si debba considerare invece ormai accertato che le tradizioni dei testi, e in modo particolare quelle attinenti agli scritti del Nuovo Testamento, prendono forma autonomamente in momenti e luoghi diversi, e solo in una fase successiva – e in modo non sempre completo – si rapprendono in nuclei definiti. Allo stesso modo credo si debbano riconoscere le tracce di un processo simile nella formazione di tradizioni dottrinali inizialmente coesistenti, e differenziate in seguito secondo destini ed esiti diversi.
Perciò chi intende studiare la cronologia degli scritti neotestamentari può proporre datazioni relative alle diverse tradizioni che hanno concorso alla compilazione dei testi quali noi li leggiamo, ma non può avere la pretesa di affermare che questi stessi testi sono usciti, così come noi li leggiamo, in un anno e in un luogo precisi, senza successivi aggiornamenti e modificazioni. In altre parole, sono richieste allo studioso di cronologia la stessa prudenza e flessibilità che sono necessarie al critico del testo, nella consapevolezza di avere bensì a disposizione molteplici indizi di varia natura, ma di poter conoscere, attraverso questi indizi, soltanto una minima parte del materiale prodotto dai cristiani della prima generazione.
L’elaborazione del messaggio e del ricordo del ministerio terreno di Gesù, come si comprende leggendo il libro degli Atti e le testimonianze contenute nelle lettere di Paolo, dové avvenire tra il 30 e il 35, cioè entro i primi cinque anni successivi alla crocifissione: ma sicuramente nessun documento (letterario, archeologico, o altro) e nessuna ricostruzione scientifica potranno mai permetterci di risalire così indietro e accedere al nucleo iniziale.