Antichità delle fonti

Tutti i testi dell’antichità ci sono pervenuti nella forma di manoscritti, su papiro o su pergamena. La loro datazione dipende da criteri filologici legati allo stile di scrittura che varia lungo i secoli e in base ai luoghi di copiatura. Possiamo affermare con certezza che i quattro vangeli canonici sono di gran lunga le fonti più documentate di tutto il mondo antico quanto ad antichità e numero dei manoscritti o codici. Ancora alla fine dell’Ottocento erano stati scoperti i codici maggiori risalenti al quarto secolo e comprendenti quasi tutto il NTestamento: Codice Vaticano, Alessandrino, Sinaitico, Cantabrigense, di Efrem siro… Ma le scoperte più sconvolgenti si sono verificate nel corso del Novecento, con il rinvenimento di frammenti papiracei molto più antichi, risalenti a pochi decenni dagli eventi.

A Qumram è stato scoperto il frammento 7Q5 , la cui autenticità è tuttavia contestata, dal momento che consta di sole 18 lettere alfabetiche disposte su cinque righe. Si tratta di un frammento scritto in stile ornato erodiano, risalente al 50 – 60 dopo Cristo. Contiene alcuni versetti del Vangelo di Marco (6,52-53). La decifrazione, (ottenuta grazie a programmi di software che hanno analizzato tutta la letteratura greca individuando come unico passo compatibile quello sopra citato del vangelo di Marco), costringerebbe a retrodatare tutti i vangeli sinottici, cancellando intere biblioteche ottocentesche e del primo Novecento.

In Egitto sono stati scoperti numerosi papiri antichissimi, quali il Papiro Rylands (P 52) scritto nel 120 – 125, trovato presso un soldato nel deserto, contenente pochi versetti del Vangelo di Giovanni; il Papiro Bodmer II (P 66) in 106 fogli, contenente quasi tutto il Vangelo di Giovanni, risalente al 150 circa; il Papiro Magdalen (P 64) comprendente alcuni versetti di Matteo, risalirebbe addirittura ai primi decenni del secondo secolo; il Papiro Chester Beatty II (P 46), in 86 fogli, risalente secondo i più recenti studi alla fine del primo secolo, contenente sette epistole di San Paolo. E molti altri ancora, per cui disponiamo di almeno 15 codici del III secolo, di 43 codici del IV e di altrettanti del V.

Il confronto con le fonti storiche classiche è impressionante. Si pensi che di autori celeberrimi come Virgilio, Cesare, Platone, abbiamo i manoscritti più antichi risalenti rispettivamente a 350, 900, 1300 anni! Il confronto con le fonti apocrife è pure molto significativo. I Vangeli apocrifi gnostici di Nag Hammadi risalgono al 350 d. C. Così il Vangelo apocrifo di Giuda, recentemente scoperto. I più antichi dei vangeli apocrifi risalgono alla seconda metà del secondo secolo, ma la maggior parte risale al terzo e quarto secolo.

Questo criterio discrimina nettamente le fonti. I quattro vangeli canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono antichissimi, risalgono ai primi decenni dopo il 50 (i sinottici) o alla fine del primo secolo (Giovanni). Gli altri vangeli, apocrifi o nascosti, sono molto successivi. Alcuni risalgono al secondo secolo inoltrato, la maggior parte al terzo o quarto secolo.