L'indagine:Luca
Per quanto riguarda Luca, Robinson individua in Lc. 21, 20-24 un passo che, a prima vista, sembra scritto alla luce dell’assedio del 68/70:
«Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno per bocca della spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non saranno compiuti».
Ma si tratta di una tessitura di citazioni veterotestamentarie. Il terzo evangelista inserisce in una tradizione che gli è propria due frasi di Mc.: 21, 21a («coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti»), dove l’allusione alla Giudea interrompe il riferimento a Gerusalemme; e 21, 23a («guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni»).
Luca parla della città devastata, non del tempio; e, parlando anch’egli di fuga, riprende a 21, 21 («coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città») materiali che in Marco e Matteo si riferiscono invece ad una casa; e lo stesso fa a 17, 31 («in quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro»).
Sembra quindi che l’oggetto del suo discorso sia la necessità della vigilanza. A Lc. 21, 9 («Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate») le ribellioni (ajpokatastasivai sembrano a Robinson un riferimento alle pretese messianiche nate negli anni 40 e 50 (cfr. Act. 5, 36 s.; 21, 38), e le guerre possono essere quelle combattute da Roma contro i Parti nel 36 e nel 55.