Rischi nelle datazioni
Nell’ultimo paragrafo Carmignac mette in luce il rischio che si cela in tutte le discussioni che in ogni tempo sono nate intorno al problema della cronologia dei testi del Nuovo Testamento. Tale rischio consiste nella circolarità del procedimento che viene messo in moto quando si stabiliscono le date dei documenti in base all’evoluzione del pensiero e poi si giustifica questa evoluzione con le date stabilite.
Al termine delle sue considerazioni, e sulla base della documentazione fornita per campioni, Carmignac formula le seguenti conclusioni provvisorie:
- (1) è certo che Mc., Mt. e i documenti utilizzati in Lc. sono stati redatti in una lingua semitica;
- (2) è probabile che questa lingua fosse l’ebraico e non l’aramaico;
- (3) è molto probabile che Mc. sia stato originariamente composto in lingua semitica da Pietro;
- (4) è possibile che l’apostolo Matteo sia stato il redattore di "Q";
- (5) anche senza tenere conto degli indizi in 2 Cor., non è verosimile collocare il testo greco di Lc. oltre il 58/60, Mt. molto più tardi di Lc. e Mc. semitico molto oltre il 50;
- (6) tenendo conto di 2 Cor., Lc. e Mt. si situano al 50/53 e Mc. semitico al 42/45;
- (7) Mc. greco fu pubblicato a Roma, al più tardi verso il 63;
- (8) è verosimile che Mt. greco abbia usato Lc.