L'incendio di Roma

L’incendio neroniano dell’anno 64 fu seguito nel 65 dalla nota persecuzione contro i cristiani. Ma nessuno scrittore antico, cristiano o pagano, mette in relazione i due episodi: a giudizio di Edmundson, si trattò di una posteriore forzatura di Tacito nei suoi annali. Nell’atmosfera prodotta dalla persecuzione del 65 nacquero tre scritti neotestamentari: la prima lettera di Pietro, la lettera agli Ebrei, l’Apocalisse. 1 Pt. risulta nota a Hebr. (scritta nell’anno 66) e alla prima epistola di Clemente, e a sua volta conosce Iac. e detti di Gesù non derivati dai nostri vangeli; ha inoltre punti di contatto con Io.; sembra scritta materialmente da Silvano, con un finale autografo dell’apostolo. Hebr. sembra scritta (probabilmente in Asia Minore da Barnaba nel 66) ai giudei romani della ‘sinagoga degli Ebrei’. Apoc. sembra scritta all’inizio del 70 a Roma da un testimone oculare della persecuzione neroniana: 14, 8 e 18, 2 parlano dell’anno tragico della guerra civile dei tre imperatori e devono essere confrontati con Tacito, Hist. 3, 72. 83; 4, 1.

Edmundson nota che Apoc. 11, 1 ss. sembra implicare che il tempio è ancora in piedi, ma le truppe di Tito sono già nel cortile esterno; Apoc. 13 allude al ‘ciclo neroniano’ degli imperatori Claudio, Nerone, Galba, Ottone, Vitellio, mentre il reggente in quel momento al potere è il giovane Domiziano (unico dei Flavi presente a Roma all’inizio del 70), e quello di cui si attende la venuta è Vespasiano.