Apocalisse
L’Apocalisse ha due centri di interesse: l’Asia Minore nei primi tre capitoli e nei vv. 6-21 dell’ultimo capitolo, Roma e Gerusalemme nei capp. 4-22, 5. Robinson rileva somiglianze con 1 Pt. (l’appellativo ‘Babilonia’ riferito a Roma; il motivo dell’imminenza in 1 Pt. 4, 7 e in Apoc. 1, 7; 3, 11; 22, 6 s. 12. 20), ma si tratta ora dell’Asia Minore occidentale, non settentrionale; e l’atteggiamento verso lo stato romano è ora quello di aperta ostilità.
Il maggior numero di paralleli si rileva con Iud. e 2 Pt., indirizzate, come abbiamo visto, a giudeo-cristiani dell’Asia Minore minacciati da eretici giudaizzanti di tendenze gnostiche: l’errore di Balaam (Iud. 11 // 2 Pt. 2, 15 // Apoc. 2, 14); l’immoralità (2 Pt. 2, 14. 18; 3, 17 // Apoc. 2, 20); la contaminazione (Iud. 23 // Apoc. 3, 4); il rinnegamento del proprio Signore (Iud. 4 // 2 Pt. 2, 1 // Apoc. 2, 13); il contrasto tra vera e falsa gnosi (Iud. 8 // 2 Pt. 1, 2 s. 16 // Apoc. 2, 17. 24); i maestri di eresia (Iud. 11 s. // Apoc. 2, 2); il richiamo all’insegnamento degli apostoli autentici (Iud. 17 // 2 Pt. 1, 12; 3, 1 s. // Apoc. 3, 3), che sono il fondamento della chiesa e della sua fede (Iud. 3 // Apoc. 21, 14).
C’è anche una marcata somiglianza nel simbolismo escatologico, con l’immagine del ladro (2 Pt. 3, 10 // Apoc. 3, 3; 16, 15) e quella, esclusiva di questi due testi, della stella del mattino (2 Pt. 1, 19 // Apoc. 2, 28; 22, 16). La separazione definitiva tra giudei e cristiani non ha ancora avuto luogo: Apoc. 2, 9; 3, 9. La parousia è imminente: Apoc. 2, 25.
Nei capp. 1-3 non si parla del problema del culto imperiale: infatti l’ ‘antico serpente’, che ha la sua sede a Pergamo (2, 13), sembra essere piuttosto un simbolo di Asclepio. Invece nel resto del libro il culto imperiale è oggetto di attacco polemico (12, 9; 20, 2). A 14, 20 («Il tino fu pigiato fuori della città e ne uscì sangue che salì fino al morso dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi») si rileva l’eco di un evento traumatico accaduto a Roma: è probabile che si parli della persecuzione di Nerone, non di quella domizianea, che fu circoscritta alla élite aristocratica e difficilmente avrebbe suggerito una tale immagine.
Poiché i riferimenti alla storia romana contenuti a 17, 9-11 sembrano scritti mentre Galba è sul trono (contando Ottaviano come primo imperatore) e 18, 17 s. allude all’incendio di Roma, Robinson propone per Apoc. 4-22, 5 una datazione alla fine dell’anno 68 e una origine romana per il suo autore.