Vangelo di Luca

Il terzo vangelo fu composto, secondo la tradizione, da un discepolo dell’apostolo Paolo, nonché suo compagno di viaggio. Nell’antichità costituiva un tutt’uno con gli Atti degli Apostoli, che soltanto in un secondo tempo ed in particolare con l’avvento del codice, furono separati.

I due testi infatti, benché concepiti in modo distinto, costituivano un’unica opera: ciò si evince anche dalla sequenzialità degli eventi, che vede il messaggio cristiano partire con Gesù per arrivare all’apoteosi di Gerusalemme alla fine del primo libro, e da lì ripartire per giungere a Roma nel cuore dell’impero alla fine del secondo libro. Tenendo presente questo dato, la datazione dei due testi non può essere considerata disgiunta, ed in particolar modo quella del secondo testo influenza necessariamente quella del primo.

Come nel caso di Matteo, la datazione ante quem del testo viene stabilita a motivo di un probabile riferimento nelle parole di Gesù sulla distruzione di Gerusalemme operata dai Romani nella seconda guerra giudaica e precisamente nell’anno 70 (il candelabro a sette braccia presente in uno dei rilievi dell’Arco di Tito lungo la Via Sacra riecheggia quell’evento). “Ovviamente” Luca e non Gesù compose quelle parole, mettendole in bocca al Maestro, avendo ben presente quanto accaduto in quell’anno.