Datazione Vangeli e Atti
Carmignac si dichiara concorde con quanti riconoscono in Mc. il vangelo più antico, osservando che in questo si trovano particolari ignoti agli altri sinottici (2, 27; 3, 5. 9. 17. 21, ecc.) e si incontrano semitismi di composizione, di trasmissione e di traduzione lungo tutto l’arco dell’opera. Egli considera quasi contemporanea a Mc. la raccolta dei detti (Q). Mc. e "Q" risultano utilizzati da Mt. e da Lc., ma probabilmente, osserva Carmignac, Mc. aveva una forma diversa da quella che leggiamo noi: il primo e il terzo evangelista infatti talvolta coincidono nel modificare Mc., pur dipendendo da questo per il contenuto. Carmignac definisce ‘Marco completo’ la forma di testo da lui ipotizzata. Lc. dispone di fonti proprie (1, 5-2, 52; 9, 51-19, 27; 22, 1-24, 53), anch’esse composte originariamente in ebraico e poi tradotte pedissequamente in greco.
Per stabilire l’epoca di stesura dei vangeli Carmignac dà molta importanza alla testimonianza di Paolo in 2 Cor., uno scritto databile, a suo giudizio, agli anni 54/57:
- 3, 6: «La nostra capacità viene da Dio che ci ha resi ministri idonei della nuova alleanza»;
- 3, 14: «Fino ad oggi quel medesimo velo rimane quando si legge l’antica alleanza»;
- 8, 18: «Abbiamo mandato con lui il fratello [scil. Luca] che ha lode in tutte le chiese a
- motivo del vangelo».
Nella lettura di Carmignac, il primo passo allude al Nuovo Testamento così come inteso in seguito, cioè come un corpus riconosciuto di scritti aventi autorità; il secondo passo allude al Vecchio Testamento nella stessa prospettiva; il terzo al vangelo di Luca che noi conosciamo, e che viene in questo modo collocato dallo studioso ad un’epoca antecedente a 2 Cor.
Quanto al libro degli Atti, Carmignac (che di proposito prescinde dal libro di Robinson, pur conoscendolo) osserva che l’interruzione brusca di Act., che contrasta con la dettagliata esposizione precedente e che riporta l’indicazione della durata complessiva del soggiorno (28, 30 s.), dimostra che l’opera fu ultimata e divulgata quando Paolo attendeva ancora di comparire davanti al giudice, dunque all’inizio del 63. A questo punto Carmignac richiama anch’egli, come gli studiosi che abbiamo ricordato, la teoria di von Harnack, che colloca la stesura di Act. al tempo della prigionia di Paolo a Roma.
Accettando tale teoria e procedendo a ritroso, la stesura di Lc. si porrà al tempo della prigionia di Paolo a Cesarea (58/60) e quella di Mt. allo stesso periodo (infatti, una consistente distanza temporale renderebbe inspiegabile la reciproca ignoranza riguardo ai vangeli dell’infanzia), la stesura del ‘Marco completo’ postulato da Carmignac all’anno 55 al più tardi, e infine la nascita del primo nucleo di Mc. e di "Q" all’anno 50 circa al più tardi.
Ma, osserva Carmignac, se si dà adeguato peso alla citata testimonianza di 2 Cor., le date si anticipano ulteriormente: se nel 54/57 Luca era già noto nelle chiese per il suo vangelo, che con le prime lettere di Paolo e, probabilmente, la lettera di Giacomo formava il primo nucleo del ‘Nuovo Testamento’, Lc. e Mt. dovranno essere datati al 50/53, il ‘Marco completo’ al 45/50 e Mc. e "Q" al 42/45.
D’altronde, aggiunge Carmignac a proposito di queste ultime datazioni, sarebbe in ogni caso difficile pensare che i testimoni palestinesi dei fatti e dei detti di Gesù abbiano lasciato passare un ventennio senza mettere per iscritto i memoriali della vita del maestro: perciò le date più antiche appaiono senz’altro più probabili. Inoltre l’esame di Mc. rivela da 1, 16 in poi le tracce lasciate da un narratore che deve essere stato testimone autoptico