Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(16) LA LUCE E IL CALORE NEL CIELO


(126) Coloro che pensano soltanto in base alla natura non possono capire che ci sia una luce nei Cieli. Tuttavia questa luce è così grande che supera di molto la luce di mezzogiorno nel mondo; io ho avuto spesso occasione di vederla anche di sera e di notte. All’inizio ero sorpreso nel sentire gli angeli dire che la luce del mondo non è che un’ombra in confronto a quella del Cielo, ma ora avendola vista posso farne testimonianza. Il suo candore e la sua luminosità sono tali che è impossibile descriverli. Le cose che ho visto nei Cieli le ho viste in questa luce, ben più chiaramente e distintamente di quelle che sono in questo mondo.

(127) La luce del cielo non è naturale come quella del mondo, ma è spirituale perché procede dal Signore come sole, e questo sole è il divino amore e la divina verità, che vengono percepiti dagli angeli come luce e calore. Avendo la luce e il calore del Cielo una tale origine, essi sono spirituali e non naturali.

(128) La divina verità è per gli angeli la luce da cui deriva il loro intelletto. Questo intelletto è la loro vista interiore che influisce nella loro vista esteriore e la produce. Tale essendo l’origine della luce nel Cielo, questa luce varia a seconda della percezione della divina verità, oppure il che è la stessa cosa a seconda dell’intelligenza e della saggezza in cui si trovano gli angeli; di conseguenza essa è diversa nel regno celeste, nel regno spirituale e anche in ogni società. Nel regno celeste la luce sembra di fiamma, perché gli angeli percepiscono la luce dal Signore sotto forma di sole. Nel regno spirituale la luce è di un bianco splendente perché gli angeli la ricevono dal Signore sotto forma di luna. La luce non è la stessa in tutte le società, anzi differisce da una all’altra; coloro che sono al centro hanno una luce maggiore di coloro che sono intorno. In una parola, gli angeli hanno la luce nella misura in cui essi ricevono la divina verità, cioè al loro livello di ricezione dell’intelligenza e della saggezza che procedono dal Signore. Per questo gli angeli del Cielo sono chiamati angeli di luce.

(129) Essendo il Signore nei Cieli la divina verità ed essendo questa la luce, il Signore nella Scrittura è chiamato la luce, come nel passaggio seguente: Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita » (Giovanni VIII, 12). E in questo: «Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo» (Giovanni IX, 5). Gesù poi dice ancora: «Ancora per poco tempo la luce è con voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce per diventare figli della luce» (Giovanni XII, 35-36). In Matteo XVII, 2, leggiamo ancora che Gesù fu tras figurato davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni: Il suo viso brillò come il sole e le sue vesti dive nnero candide come la luce. Bisogna anche sapere che le vesti nella Scrittura significano anche la verità, come è detto in Davide: Signore, tu mi rivesti di luce come di un abito (Salmi, CIV, 2).

(130) Da tutto questo si può concludere che nei Cieli la luce è spirituale ed è la divina verità. Coloro che pensano solo al mondo e attribuiscono tutto alla natura, pensano naturalmente, ma coloro che guardano verso il Cielo e attribuiscono tutto al divino pensano spiritualmente. Mi è stato più volte concesso di percepire, e anche di vedere, che esiste una luce che illumina la mente, del tutto distinta da quella che è chiamata luce naturale. Io sono stato interiormente elevato per gradi in questa luce, e via via che venivo elevato la mia mente era illuminata al punto che percepivo cose che prima non percepivo e cose che non potrebbero essere percepite in base alla luce naturale.

(131) Dato che la luce del Cielo è la divina verità, questa luce è anche la divina saggezza e la divina intelligenza. Essere innalzati nella luce del Cielo è la stessa cosa che essere innalzati nell’intelligenza e nella saggezza. Di conseguenza ogni cosa in questa luce viene conosciuta per quello che è: l’interiorità di ognuno si rivela dalla luce del volto e nulla resta nascosto. Gli angeli del terzo Cielo desiderano che tutto in loro sia rivelato, perché non vogliono altro che il bene; invece coloro che sono al di sotto del Cielo temono alquanto di essere guardati nella luce celeste. Coloro che sono all’inferno appaiono tra di loro come uomini, ma nella luce del Cielo come dei mostri con un volto e un corpo orribili, corrispondenti nella forma al loro animo malvagio. Allo stesso modo l’uomo, quando è guardato dagli angeli, appare in base al suo spirito. Se è buono, appare come un uomo la cui beltà è in rapporto col suo bene interiore, se è cattivo appare come un mostro la cui bruttura è in rapporto con la sua malvagità interiore. E quindi evidente che tutte le cose si manifestano nella luce del Cielo, e ciò avviene perché la luce del Cielo è la divina verità.

(132) Dato che la divina verità è la luce del Cielo, tutto ciò che è vero, sia negli angeli che al di fuori di loro, brilla di luce. Tuttavia la verità al di fuori del Cielo brilla di una luce fredda senza calore, bianca come la neve, e questo avviene perché tale verità non deriva dal bene come la verità in Cielo. Al confronto della luce del Cielo, questa luce può essere paragonata alle tenebre.

(133) Nella sua essenza il calore del Cielo è amore, dato che deriva dal sole divino che è il Signore stesso che si manifesta nell’amore. E’ evidente che il calore del Cielo è spirituale come lo è la sua luce, poiché hanno la stessa origine.

(134) Il calore del Cielo varia come varia la sua luce. Esso è diverso nel regno celeste, nel regno spirituale e in ogni società di questi regni. Esso differisce non soltanto per il grado ma anche per la qualità; è più intenso e più puro nel regno celeste del Signore, perché gli angeli ricevono il divino bene in misura maggiore. E’ meno intenso e meno puro nel regno spirituale del Signore, perché gli angeli ricevono maggiormente la divina verità; inoltre differisce secondo la ricezione in ogni società. Vi è un calore anche all’inferno, ma è immondo. Il calore del cielo è fuoco sacro e celeste, quello dell’inferno è fuoco profano e infernale; entrambi i fuochi rappresentano l’amore, l’amore celeste, l’amore per il Signore, per il prossimo e per tutto ciò che rientra in questo tipo di amore. Il fuoco infernale è invece l’amore per se stessi e l’amore del mondo, e ogni concupiscenza che procede da questi amori.

(135) L’amore che procede dal Signore sotto forma di sole è sentito dagli angeli come calore, perché l’interiorità degli angeli è fatta d’amore e di conseguenza la loro esteriorità si riscalda. In Cielo, calore e amore si corrispondono perfettamente e ciascuno è nel calore in proporzione al suo amore. Il calore del mondo non entra affatto nei Cieli, essendo troppo grossolano, naturale e non spirituale. Diversamente avviene per gli uomini, perché essi sono sia nel mondo spirituale che nel mondo naturale. Il loro spirito si riscalda in base all’amore divino, ma il loro corpo si riscalda sia per il calore dello spirito che per quello del mondo.

(136) Poiché la luce del Cielo è la divina verità e di conseguenza la divina saggezza, essa costituisce la loro vita stessa. Sulla terra tutto è vivificato dal calore e dalla luce: questa congiunzione di luce e calore avviene in primavera e in estate, ma se la luce è separata dal calore nulla è vivificato, nulla fiorisce, tutto appassisce e muore. Tale congiunzione cessa d’inverno, quando il calore è assente e la luce resta. E’ in base a questa corrispondenza che il Cielo è chiamato Paradiso, perché la verità è qui congiunta al bene e la fede all’amore, come sulla terra la luce è congiunta al calore nella stagione primaverile.

(137) Leggiamo in Giovanni: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio; tutto era fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;... E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria (Giovanni I, 1-3, 14). Poiché il Verbo si è fatto carne, è evidente che il Verbo è il Signore. Però non si sa ancora che cosa si intende esattamente con Verbo, e quindi bisogna dirlo. In questi versetti di Giovanni il Verbo è la divina verità che è nel Signore e da lui procede. Come spiegherò ora, tutte le cose sono state fatte e create dalla divina verità, poiché in Cielo ogni potenza appartiene alla divina verità, al di fuori della quale non esiste assolutamente niente. In base a questo, gli angeli sono chiamati potenze, e lo sono nella misura in cui sono ricettacolo della verità. Per questa verità essi hanno il potere sull’inferno e su tutti coloro che a loro si oppongono; mille nemici non sopportano un sol raggio della luce del cielo che è divina verità. E poiché gli angeli costituiscono il Cielo, ne deriva che tutto il Cielo deriva dalla divina verità. Certuni non riescono a credere che nella divina verità sia insito un potere tanto grande; credono che la verità sia un pensiero, un linguaggio che non ha potere in sé ma solo se altri agiscono in base ad esso. Invece nella divina verità c’è il potere in sé, un tale potere che attraverso lui è stato creato il Cielo, il mondo e tutto ciò che in essi è contenuto. La potenza della verità e del bene nell’uomo, e il potere della luce e del calore che proviene dal sole nell’uomo sono paragonabili fra loro e possono servire a far capire il potere della divina verità. Infatti tutte le cose che crescono nel mondo, gli alberi, i fiori, le erbe, i frutti, i semi esistono in quanto c’è la luce e il calore del sole. E’ evidente quindi il potere di questo calore e di questa luce. Quale maggiore potenza deve essere insita nella divina luce che è divina verità, e nel divino calore che è divino bene ! Infatti il Cielo esiste in base a questi, ed è dal Cielo che trae origine il mondo, come abbiamo precedentemente detto e dimostrato. Ciò consente di capire che tutte le cose sono state fatte dal Verbo. Nel libro della Genesi si parla infatti prima di luce e in seguito delle cose che procedono dalla luce (Genesi I, 3-4).

(139) Bisogna sapere che il divino bene e la divina verità che sono nei Cieli e derivano dal Signore come sole, non sono in lui, ma procedono da lui. Nel Signore vi è soltanto il divino amore, che è l’essere grazie al quale esistono questo bene e questa verità. Ciò può essere illustrato anche attraverso un paragone col sole del mondo: il calore e la luce che sono nel mondo non sono nel sole, ma procedono dal sole; nel sole vi è soltanto il fuoco, ed è grazie a questo fuoco che esistono e procedono questo calore e questa luce.

(140) Dato che il Signore come sole è il divino amore e il divino amore è il divino bene stesso, il divino che procede dal Signore è chiamato divina verità, sebbene sia il divino bene unito alla divina verità. E’ questa divina verità che è chiamata la santità che procede dal Signore.