Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(64) L’UOMO È NELLA LIBERTÀ GRAZIE ALL’EQUILIBRIO TRA CIELO E INFERNO


(597) L’equilibrio di cui abbiamo parlato nel capitolo precedente è spirituale, e nella sua essenza è la libertà. E’ così perché è equilibrio tra bene e male, tra vero e falso, e queste cose sono spirituali. La libertà di cui stiamo parlando è la possibilità di scegliere uno piuttosto dell’altro. Questa libertà è data a ogni uomo dal Signore e non gli viene mai tolta. Essa è data all’uomo insieme alla vita, affinché l’uomo possa salvarsi, perché senza libertà non esiste salvezza. Ognuno può ben vedere che l’uomo è libero di pensare male o bene, con sincerità o no, giustamente o ingiustamente. Può parlare e agire in un modo o nell’altro.

(598) L’uomo non può essere salvato senza la libertà perché nasce nei mali di tutti i generi, che debbono essere allontanati perché lui abbia la salvezza. I mali possono essere allontanati solo se l’uomo li vede, li riconosce, smette di volerli e infine li ha in avversione. Soltanto allora essi sono allontanati, e questo può avvenire solo se l’uomo è al tempo stesso nel bene e nel male. L’uomo apprende fin dall’infanzia, con le prediche e la lettura della Scrittura, quali sono i beni spirituali ai quali può pensare; la vita nel mondo gli insegna quali sono i beni morali e civili. Questo è il primo motivo per cui l’uomo deve avere la libertà. In secondo luogo, nulla è fatto proprio dall’uomo se non lo fa in base all’affezione che appartiene all’amore. Tutto il resto non supera il livello del pensiero e non raggiunge la volontà. La libertà è data all’uomo affinché egli possa amare e far suoi il vero e il bene. Solo la volontà può salvare l’uomo.

(599) Affinché l’uomo sia nella libertà e possa essere salvato, il suo spirito è congiunto al Cielo e all’inferno. In effetti in ogni uomo vi sono degli spiriti infernali e degli angeli celesti. Gli uni fanno sì che egli sia nel male, gli altri che sia nel bene. Così egli è nell’equilibrio spirituale, cioè nella libertà.

(600) Bisogna sapere che l’unione dell’uomo col Cielo e con l’inferno non è immediata, ma mediata dagli spiriti che sono nel mondo degli spiriti. Questi spiriti sono presso l’uomo, non quelli dell’inferno stesso o del Cielo stesso. L’uomo è congiunto con l’inferno attraverso spiriti malvagi che sono nel mondo degli spiriti, e col Cielo attraverso spiriti buoni di questo stesso mondo. Così stando le cose, il mondo degli spiriti è mediatore tra Cielo e inferno, e per il mondo naturale è l’equilibrio stesso. Si può così vedere da dove proviene la libertà dell’uomo.

(601) Ancora qualche notizia sugli spiriti uniti all’uomo. Una società intera può comunicare con un’altra società e anche con un solo spirito, in qualunque luogo sia, attraverso uno spirito che essa invia. Lo stesso avviene con l’unione dell’uomo con le società del Cielo e dell’inferno: tale unione avviene attraverso spiriti uniti all’uomo e appartenenti al mondo degli spiriti.

(602) Infine parliamo dell’intuizione che l’uomo ha sulla vita dopo la morte, e che gli deriva dall’influsso del Cielo, cioè dal Signore stesso attraverso spiriti uniti all’uomo dal mondo degli spiriti. Tale intuizione è in tutti coloro la cui libertà di pensare non è stata soffocata da idee errate. In base a tale intuizione l’uomo sa che il corpo terreno, di cui è rivestito nel mondo, è soltanto uno strumento attraverso il quale lo spirito agisce nel mondo naturale alla maniera che conviene a questo mondo. L’anima è la vita dell’uomo; lo spirito è l’uomo stesso.

(603) Le cose che sono state dette in questo trattato sul Cielo, il mondo degli spiriti e l’inferno saranno oscure per coloro che non conoscono le verità spirituali. Saranno però chiare per coloro che le conoscono, specie per coloro che amano il vero. Tutto ciò che è amato entra con luce nelle idee della mente, specie quando è il vero ad essere amato, in quanto ogni verità risplende nella luce.