Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(29) IL LINGUAGGIO DEGLI ANGELI CON L’UOMO


(246) Gli angeli che parlano con l’uomo non usano la loro lingua ma quella dell’uomo; l’angelo infatti, quando parla all’uomo, si rivolge a lui, e a lui si congiunge col pensiero, al punto che entra nella sua memoria e quindi anche nel suo modo di esprimersi. La sua unione con l’uomo avviene secondo un pensiero spirituale, che influisce su quello naturale; essendo questo aderente alla memoria, ne risulta che il linguaggio umano diviene proprio anche degli angeli. Lo stesso avviene di tutte le conoscenze dell’uomo: infatti è piaciuto al Signore che avvenisse questa completa unione quando gli angeli si rivolgono agli uomini.

(247) Gli angeli e gli spiriti si uniscono così intimamente agli uomini che sono convinti che tutto ciò che appartiene all’uomo appartiene a loro; questo avviene perché nell’uomo tra il mondo spirituale il mondo naturale esiste un’unione tale che essi costituiscono una cosa sola. Essendosi l’uomo separato dal Cielo, il Signore ha provveduto a far sì che presso di lui ci siano angeli e spiriti e che grazie alla loro intermediazione l’uomo sia diretto dal Signore; è questa la ragione di una unione così stretta. Diverso sarebbe stato se l’uomo non si fosse separato dal Cielo, perché allora avrebbe potuto essere governato dall’influsso diretto che procede dal Signore, senza angeli e spiriti uniti a lui. Nei capitoli che trattano del mondo degli spiriti vedremo qual è la differenza tra spiriti e angeli.

(248) Il linguaggio degli angeli o degli spiriti con l’uomo è sentito in maniera sonora come il linguaggio dell’uomo con l’uomo; però è sentito soltanto dall’uomo e non da coloro che sono presenti, perché prima influisce sul pensiero dell’uomo e poi, attraverso il cammino interiore, sul suo organo dell’udito. Invece il linguaggio dell’uomo con l’uomo influisce prima nell’aria e per un cammino esterno arriva all’organo dell’udito. Io stesso ho potuto sperimentare che il linguaggio degli angeli e degli spiriti arriva all’orecchio per una via interiore.

(249) Oggi è dato raramente di parlare con gli spiriti, perché ciò è pericoloso: gli spiriti malvagi hanno per l’uomo un odio mortale e desiderano ardentemente perderlo nell’anima e nel corpo. Ma di questo tratteremo più diffusamente in seguito.

(250) Soltanto coloro che sono nel vero che procede dal bene possono parlare con gli angeli del Cielo; e in particolare è concesso a coloro che riconoscono il Signore nella sua divina umanità. Possono parlare con gli angeli del Cielo soltanto coloro che sono aperti interiormente dalla divina verità; il che è possibile in quanto l’uomo è interiormente fatto a immagine del Cielo ed esteriormente a immagine del mondo. L’uomo esteriore è aperto alla divina verità che procede dal Signore.

(251) L’influsso del Signore stesso presso l’uomo è nella fronte e di lì in tutto il volto, perché la fronte dell’uomo corrisponde all’amore e il volto corrisponde a tutta la sua interiorità. L’influsso degli angeli spirituali presso l’uomo è nella testa, nella parte compresa tra la fronte e le tempie, dove si colloca il cervello, perché questa regione della testa corrisponde all’intelligenza. L’influsso degli angeli celesti è in quella parte della testa dove è il cervelletto, detto occipite, perché questa regione corrisponde alla saggezza. Il linguaggio degli angeli penetra per queste vie nel pensiero dell’uomo: è così che io ho percepito quali erano gli angeli che parlavano.

(252) Coloro che parlano con gli angeli del Cielo vedono anche le cose che sono nel Cielo, perché vedono grazie alla luce del Cielo nella quale si trova la loro interiorità; anche gli angeli vedono le cose della terra attraverso gli uomini. Per loro il Cielo è unito al mondo e il mondo al Cielo. I nostri più lontani antenati ebbero una tale unione con gli angeli del Cielo che i loro tempi furono chiamati Età dell’Oro. Quegli uomini riconoscevano il divino così che il Cielo e il mondo erano una cosa sola e gli uomini e gli angeli si parlavano reciprocamente. Dopo quel tempo però l’uomo si allontanò sempre più dal Cielo e cominciò ad amare se stesso più del Signore e il mondo più del Cielo. Cominciò a sentire che i piaceri derivanti dall’amore per se stesso e del mondo erano separati dai piaceri del Cielo, e infine la separazione fu tale che egli non conobbe più i piaceri del Cielo. Si chiuse allora la porta interiore verso il Cielo e si aprì quella esteriore verso il mondo. Quando capita questo, l’uomo è nella luce per quello che riguarda il mondo, e nelle tenebre per quello che riguarda il Cielo.

(253) Da quel tempo, l’uomo ha parlato raramente con gli angeli del Cielo, qualcuno però ha parlato con gli spiriti che non sono nel Cielo. L’uomo tuttavia può elevarsi grazie al Signore, rivolgendosi verso l’amore che opera attraverso il vero in base alla Scrittura.

(254) Mi è stato mostrato in che maniera il Signore ha parlato ai profeti che hanno trasmesso la Scrittura. Egli non ha parlato loro come gli antichi, cioè attraverso un influsso interiore, ma attraverso l’intermediazione di spiriti che furono inviati a loro, spiriti ai quali il Signore faceva assumere il proprio aspetto e ai quali ispirava le parole che essi dettavano ai profeti: era quindi un dettato, e non un influsso. Dato che le parole provenivano direttamente dal Signore, ogni parola era piena di spirito divino e conteneva un senso interiore percepito dagli angeli, e un senso naturale percepito dagli uomini. In questo modo il Signore ha unito attraverso la Scrittura il Cielo e il mondo. Mi è stato mostrato come il Signore colma di divino gli spiriti: uno spirito così colmato dal Signore sa soltanto di essere lui stesso il Signore e sa che quello che pronuncia è il divino. Solo in seguito si rende conto di essere uno spirito e di aver parlato per il Signore e non per se stesso. Gli spiriti che hanno parlato ai profeti, essendosi trovati in questo stato, dicono nella Scrittura che Jehowa ha parlato, e hanno chiamato se stessi Jehowa. Lo si può constatare nei libri profetici e storici della Scrittura.

(255) Per spiegare l’unione degli angeli e degli spiriti con l’uomo, mi è stato permesso di riportare alcuni fatti degni di nota: quando gli spiriti e gli angeli si volgono verso un uomo, parlano la lingua dell’uomo e non la loro, che non ricordano affatto. Ma dal momento in cui si allontanano; dall’uomo, ritrovano la loro lingua spirituale e angelica e non ne conoscono altra. Lo stesso è capitato a me: quando mi trovavo in società con gli angeli e in uno stato simile a loro, parlavo la loro lingua e non avevo alcun ricordo della mia; ma dal momento in cui ho smesso di essere in loro compagnia, sapevo di nuovo la mia lingua. Gli angeli e gli spiriti che si volgono a un uomo possono parlargli da qualunque distanza. Sia da lontano che da’ vicino essi mi hanno parlato in maniera sonora. Quando essi distolgono la loro attenzione dall’uomo e parlano tra di loro, l’uomo non sente assolutamente niente di quello che dicono, anche se la loro conversazione ha luogo vicinissimo a lui; e questo mi ha mostrato che nel mondo spirituale l’unione dipende dalla direzione verso la quale intimamente ci si rivolge.

(256) Non è permesso agli angeli e agli spiriti di parlare a un uomo in base alla propria memoria, ma solo in base alla memoria dell’uomo: infatti gli angeli e gli spiriti hanno una memoria, come l’ha l’uomo. Se uno spirito parlasse all’uomo in base alla propria memoria, l’uomo considererebbe suoi i pensieri che il dialogo susciterebbe in lui e che invece appartengono allo spirito; avrebbe come il ricordo di una cosa che l’uomo invece non ha mai sentito o visto. Per esperienza mi è stato concesso di sapere che le cose stanno proprio così. In base a questo, alcuni ne hanno concluso che quei ricordi appartenevano alle loro vite precedenti o addirittura che erano rinati. Infatti avevano avuto come il ricordo di cose che in realtà non avevano mai visto o sentito, in quanto erano stati gli spiriti che, in base alla propria memoria, avevano influito sulle idee e i pensieri di questi uomini.

(257) Esistono anche spiriti detti naturali e corporali, che quando si avvicinano all’uomo non si uniscono al suo pensiero come gli altri spiriti, ma entrano nel suo corpo, si impadroniscono di tutti i suoi sensi, parlano per bocca sua e agiscono attraverso le sue membra, ritenendo che tutto ciò che appartiene all’uomo appartiene a loro. Questi sono gli spiriti che possiedono l’uomo; essi vengono precipitati all’inferno dal Signore e allontanati, così che attualmente questi casi di possessione sono piuttosto rari.