Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(46) OGNI UOMO È UNO SPIRITO PER QUELLO CHE RIGUARDA LA SUA INTERIORITÀ


(432) Chiunque rifletta con attenzione, si rende conto che non è il corpo che pensa essendo materiale, ma l’anima che è spirituale. L’anima del’uomo è il suo spirito. Questo spirito in effetti è immortale; è lui che pensa dentro al corpo, che riceve tutto ciò che è spirituale e vive spiritualmente, cioè pensa e vuole. Tutta la vita razionale che si manifesta nel corpo appartiene dunque non al corpo, ma allo spirito. Il corpo serve allo spirito come strumento, esattamente come uno strumento tecnico serve alla forza motrice che lo anima.

(433) Tutto ciò che vive, agisce e sente nel corpo, appartiene unicamente allo spirito e non al corpo; ne consegue che lo spirito è l’uomo stesso, o in altre parole che l’uomo considerato in se stesso è spirito. Di conseguenza quando il corpo è separato dal suo spirito, cosa che è chiamata morte, l’uomo resta comunque uomo e continua a vivere. Ho saputo in Cielo che tra coloro che muoiono alcuni continuano a credere di essere ancora nel loro corpo freddo steso sul letto, e sanno soltanto che continuano a vivere, con la differenza però che non riescono a muovere alcuna particella materiale che appartiene al loro corpo.

(434) Dopo essere stati separati dal loro corpo, gli spiriti vedono, sentono e capiscono come gli uomini, però non nel mondo naturale bensì in quello spirituale. Se lo spirito quando vive nel corpo aveva sentito in maniera naturale, ciò avveniva per la sostanza materiale che gli era stata aggiunta; al tempo stesso però sentiva spiritualmente in quanto pensava e voleva.

(435) Queste cose sono state dette affinché l’uomo razionale sia convinto che l’uomo considerato in se stesso è uno spirito. Il corpo che è stato aggiunto allo spirito a causa delle funzioni che deve compiere nel mondo naturale e materiale, non è l’uomo, è soltanto lo strumento dello spirito. C’è chi crede invece che l’uomo viva e senta in modo parallelo agli animali, e che questi abbiano uno spirito simile a quello dell’uomo, il quale però muore col corpo. In realtà invece la parte spirituale degli animali, quella che capisce e agisce, non è simile a quella dell’uomo, il quale possiede una interiorità nella quale Dio influisce elevando l’uomo fino a unirlo a Sé. Contrariamente alla bestia, l’uomo può così pensare a Dio e alle cose divine che appartengono al Cielo e alla Chiesa, amare Dio ed essere unito a Lui. Ora ciò che può essere congiunto al divino non può essere dissipato, ma ciò che non può essere congiunto al divino può essere dissipato. Di questo abbiamo trattato al n. 39, al quale rimando per approfondire tale aspetto.

(436) Mi è stato concesso di sapere per esperienza che l’uomo è uno spirito con riferimento alla sua interiorità: se riferissi tutte queste esperienze, dovrei riempire dei volumi. Io ho parlato a degli spiriti come spirito, e ho parlato loro anche come uomo. Quando parlavo con loro come spirito essi ritenevano che anch’io fossi uno spirito, rivestito di una forma umana simile alla loro; essi infatti non vedevano il mio corpo materiale, ma solo la mia interiorità che appariva come uno spirito.

(437) Il fatto che l’uomo è uno spirito è confermato dal fatto che dopo la morte, dopo la separazione dal corpo, continua a vivere come aveva fatto fino a quel momento. Affinché potessi essere convinto di questo, mi è stato concesso di parlare con quasi tutti quelli che avevo conosciuto in precedenza durante la mia vita terrena; con alcuni ho parlato per delle ore, con altri per settimane e mesi, e con altri ancora per anni interi. E questo mi è stato concesso perché ne fossi sicuro e potessi renderne testimonianza.

(438) A questo si può aggiungere che ogni uomo durante la sua vita terrena è con lo spirito in compagnia degli spiriti, anche se non lo sa. Attraverso questi spiriti, l’uomo buono è unito a una società angelica, e il cattivo a una società infernale; dopo la morte essi vanno nella rispettiva società, cosa che viene sovente mostrata a coloro che dopo la morte arrivano tra gli spiriti.

(439) Per far meglio comprendere che l’uomo è uno spirito per quello che si riferisce alla sua interiorità, vorrei riportare quello che capita quando l’uomo è distaccato dal corpo e portato in ispirito in un altro luogo. Parlo qui per esperienza.

(440) Ecco che cosa capita quando lo spirito è staccato dal corpo: l’uomo viene messo in un certo stato che è tra la veglia e il sonno. In questo stato l’uomo sa solo di essere completamente sveglio. Tutti i suoi sensi sono vigili, come se fosse nello stato di veglia più perfetto del corpo: vista, udito, tatto sono più perfetti che mai. In questo stato io ho realmente visto gli spiriti e gli angeli; li ho anche uditi e, cosa alquanto sorprendente, li ho toccati. Io sono stato messo in questo stato tre o quattro volte, perché potessi sapere che spiriti e angeli godono di tutti i sensi e che anche l’uomo ne gode quando il suo spirito è staccato dal corpo.

(441) Queste esperienze mi hanno mostrato cosa significa «essere portati in ispirito in un altro luogo». Riferirò una sola esperienza: camminando per le vie di una città e attraverso la campagna ed essendo in conversazione con degli spiriti, io sapevo di essere perfettamente sveglio e di vedere tutto come al solito. Vedevo dei boschi, dei fiumi, dei palazzi, delle case, degli uomini e tante altre cose; mi fermai alcune ore in questo ambiente, poi di colpo mi ritrovai nel corpo e mi resi conto di essere in un altro luogo. Finché dura quello stato non si riflette sul cammino, che può anche essere di parecchi chilometri; e neppure sul tempo, che può essere di ore o di giorni; non si sente alcuna fatica. Inoltre si viene condotti senza errori al luogo designato per strade che si ignorano completamente.

(442) Dopo parecchi anni di conversazioni con gli spiriti, mi è stato concesso di essere con loro come se fossi stato uno di loro, sebbene il mio corpo fosse desto.

(443) Dal n. 311 al 317 abbiamo mostrato che l’uomo è uno spirito per quello che riguarda la sua interiorità; lì è stato anche mostrato che il Cielo e l’inferno provengono dal genere umano.

(444) «L’uomo è uno spirito per quello che riguarda la sua interiorità» significa che egli è uno spirito per le cose che appartengono al suo pensiero e alla sua volontà, perché è grazie a queste che l’uomo è uomo. L’uomo infatti è tale per la sua interiorità.