Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(47) LA RESURREZIONE DELL’UOMO DAI MORTI E IL SUO INGRESSO NELLA VITA ETERNA


(445) Quando l’uomo non può più svolgere nel mondo naturale le funzioni corrispondenti ai pensieri e alle affezioni del suo spirito che gli derivano dal mondo spirituale, si dice che muore. Questo avviene quando polmoni e cuore cessano la loro attività. Tuttavia l’uomo in realtà non muore, ma viene soltanto separato dal corpo che gli è servito nel mondo. L’uomo in se stesso continua a vivere. Ho detto «l’uomo in se stesso» perché l’uomo non è tale per il suo corpo, ma per il suo spirito, in quanto è appunto lo spirito che pensa nell’uomo ed è il pensiero insieme all’inclinazione che fa l’uomo. Ne deriva che nella morte l’uomo passa soltanto da un mondo all’altro. Per questo motivo «morte» nel senso interiore del termine significa resurrezione e proseguimento della vita.

(446) Esiste una comunicazione intima dello spirito con la resurrezione e i battiti del cuore; una comunicazione del pensiero con la respirazione, e delle affezioni che fanno parte dell’amore con il cuore. Di conseguenza, dal momento in cui questi due movimenti cessano nel corpo, vi è subito separazione perché si tratta proprio di legami la cui rottura lascia lo spirito abbandonato a se stesso; il corpo allora, restando privo della vita del suo spirito, diviene freddo e si decompone. Vi è una comunicazione intima dello spirito dell’uomo con la respirazione e col cuore, perché da questi dipendono tutti i movimenti vitali, non soltanto nell’insieme ma in ogni singola parte.

(447) Dopo la separazione, lo spirito dell’uomo resta un po’ di tempo nel corpo, ma soltanto finché il movimento del cuore non si è spento totalmente; questo varia a seconda della malattia della quale l’uomo muore. Il movimento del cuore dura in alcuni a lungo, in altri meno. Da quando questo movimento cessa, l’uomo è resuscitato, ma questo viene compiuto dal Signore soltanto. Il ritiro dello spirito dell’uomo dal corpo e la sua introduzione nel mondo spirituale sono comunemente chiamati resurrezione.

(448) Non soltanto mi è stato detto, ma mi è anche stato mostrato come avvenga la resurrezione: questa esperienza è anzi stata fatta su di me, affinché avessi una conoscenza piena di questa operazione.

(449) Sono stato ridotto a uno stato di insensibilità dei sensi del corpo, e di conseguenza quasi allo stato di moribondo; la vita interiore tuttavia era stata conservata intatta col pensiero, affinché potessi ricevere e trattenere nella memoria quello che sarebbe avvenuto e quello che capita realmente in coloro che sono resuscitati dai morti. Poi mi accorsi che la respirazione del corpo era quasi cessata, e la respirazione interiore che appartiene allo spirito restava unita a una debole e tacita respirazione del corpo. Resomi conto di questo, mi fu subito data la comunicazione dei battiti del cuore col regno celeste, perché questo regno corrisponde al cuore nell’uomo. Ho visto anche gli angeli di questo regno, alcuni da lontano, e due che erano invece accanto alla mia testa. Subito dopo mi fu tolta ogni affezione personale, però mi restavano il pensiero e la percezione; in questo stato rimasi alcune ore. Gli spiriti che erano intorno a me si allontanarono credendomi morto; si fece anche sentire un odore aromatico come quello di un cadavere imbalsamato, perché quando sono presenti gli angeli celesti ciò che è cadaverico si avverte come un odore aromatico. Quando gli spiriti sentono questo odore non possono avvicinarsi e i cattivi spiriti sono allontanati dallo spirito dell’uomo quando questi viene introdotto nella vita eterna. Gli angeli che erano seduti presso di me osservavano in silenzio, solo i loro pensieri comunicavano coi miei. Quando i loro pensieri vengono captati, gli angeli sanno che lo spirito dell’uomo è in uno stato nel quale può essere ritirato dal corpo. La comunicazione dei loro pensieri avviene attraverso lo sguardo rivolto verso il volto: è così infatti che in Cielo avviene la comunicazione del pensiero. Dato che il pensiero e la percezione mi erano stati lasciati affinché io sapessi e ricordassi in che maniera avviene la resurrezione, mi rendevo conto che gli angeli esaminavano prima quali erano i miei pensieri, se erano simili ai pensieri di coloro che muoiono e che sono in genere tesi alla vita eterna. L’uomo che spira è nel suo ultimo pensiero finché non distoglie la sua attenzione da quelli che sono stati i suoi interessi dominanti nel mondo. Poi sentii un’attrazione, come uno sradicamento della mia mente e del mio spirito dal mio corpo; e mi fu detto che questo viene compiuto dal Signore, e in ciò consiste la resurrezione.

(450) Quando gli angeli celesti sono accanto al resuscitato, non l’abbandonano perché amano tutto l’uomo; ma quando lo spirito è tale da non poter più restare in compagnia di questi angeli e desidera separarsi da loro, allora vengono gli angeli del regno spirituale del Signore. Sono loro che danno al resuscitato l’uso della luce, perché prima egli non vedeva niente, pensava soltanto. Dopo aver dato al nuovo spirito l’uso della luce, gli angeli spirituali gli fanno tutti i servizi che egli può desiderare nel suo stato, e lo istruiscono nelle cose che sono nell’altra vita, sempre nei limiti delle sue capacità di comprensione. Gli angeli amano tutti gli uomini e il loro più grande desiderio è render loro dei servizi, istruirli e condurli al Cielo; in questo consiste il loro piacere supremo.

(451) Tuttavia questo stato dell’uomo dopo la morte non dura più di qualche giorno. Nelle pagine seguenti vedremo come l’uomo viene condotto da uno stato all’altro, e infine in Cielo o all’inferno. Mi è stato concesso di sapere queste cose in base a un gran numero di esperienze.  

(452) Ho conversato con alcuni resuscitati il terzo giorno dopo il loro decesso, quando le operazioni di cui abbiamo parlato al n. 449 e 450 erano state compiute. Tre di costoro li avevo conosciuti nel mondo, e raccontai loro che in quegli stessi momenti venivano preparate le loro esequie per la sepoltura dei loro corpi. Sentendo la parola «sepoltura» essi furono colti da una specie di stupore, e dissero che erano vivi e che nella tomba veniva messo ciò che era servito loro nel mondo. Erano anche molto stupiti di non aver creduto, finché erano nel mondo, alla vita dopo la morte, e soprattutto si meravigliavano del fatto che anche nella Chiesa i più la pensavano come loro. Coloro che qui in terra non hanno creduto a una vita dell’anima dopo la morte del corpo, sono estremamente confusi di constatare che sono vivi. Certuni tuttavia confermano l’impossibilità della vita dopo la morte, per cui vengono uniti a spiriti simili a loro e separati da coloro che sono stati nella fede. Chi continua a negare la vita eterna della propria anima, si pone contro il Cielo e la Chiesa.