Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(55) NESSUNO ENTRA IN CIELO PER MISERICORDIA IMMEDIATA


(521) Coloro che non sono stati istruiti a proposito del Cielo e della via per entrarvi, e neppure sulla vita che si conduce in Cielo, credono che vi si possa entrare per un atto di misericordia riservato a coloro che sono nella fede. Essi credono che il Signore interceda a loro favore e che quindi siano ammessi in Cielo per la grazia e che di conseguenza tutti gli uomini, comunque siano, possano essere salvati per misericordia. Addirittura certuni pensano che questo possa valere anche per coloro che sono all’inferno. Quelli che hanno queste credenze non hanno però nessuna conoscenza dell’uomo. Essi non sanno che l’uomo è assolutamente corrispondente alla sua vita e che la sua vita corrisponde al suo amore, sia a livello interiore che esteriore. Essi non sanno che la forma corporea è la forma attraverso la quale l’interiorità si presenta nei suoi effetti e che l’uomo corrisponde interamente al suo amore. Essi non sanno neppure che lo spirito non vive per virtù propria, ma in virtù dello spirito. Se l’uomo non sa queste cose, può essere indottoi a credere che la salvezza sia un gesto di misericordia e di grazia del Signore.

(522) La misericordia divina è una pura misericordia verso tutto il genere umano per salvarlo, è costante presso tutti e non si ritira mai da nessuno. Sono così salvati tutti quelli che possono esserlo, ma non possono esserlo che attraverso mezzi divini che sono stati rivelati dal Signore attraverso la Scrittura. Questi mezzi divini sono chiamati divine verità, insegnano come l’uomo deve vivere per essere salvato, conducono l’uomo in Cielo e lo adeguano alla vita celeste. Il Signore lo fa per tutti, però non può farlo se l’uomo non si astiene dal male, perché il male ostacola. Nella misura in cui l’uomo si astiene dal male, il Signore lo guida coi suoi mezzi divini e per pura misericordia dall’infanzia fino alla fine della sua vita nel mondo, e poi per tutta l’eternità. Ecco che cosa si intende quando si parla di misericordia divina. E’ evidente che è pura misericordia, però non è immediata, cioè non c’è salvezza comunque indipendentemente da come si è vissuti.

(523) Il Signore non fa mai niente contro l’ordine, perché Lui stesso è l’ordine. Le divine verità sono le leggi dell’ordine in base al quale il Signore guida l’uomo. Salvare l’uomo per misericordia immediata è contro l’ordine, e ciò che è contro l’ordine divino è contro il divino stesso. L’ordine divino è il Cielo nell’uomo, però l’uomo ha pervertito questo ordine con una vita contraria alle leggi dell’ordine, che sono le divine verità. Per pura misericordia il Signore riporta l’uomo in quest’ordine attraverso le leggi. Più l’uomo ritorna all’ordine, più riceve in sé il Cielo, e colui che riceve il Cielo entra in Cielo.

(524) Se gli uomini potessero essere salvati per misericordia immediata, lo sarebbero tutti, anche coloro che sono all’inferno. Anzi l’inferno non esisterebbe nemmeno. Dire che il Signore può salvare immediatamente tutti gli uomini, e non lo fa, è parlare contro la divinità stessa del Signore. La Scrittura ci insegna che il Signore vuole salvare tutti e non vuole la dannazione di nessuno.

(525) La maggior parte di coloro che provengono dal mondo cristiano, quando entrano nell’altra vita sono convinti che saranno salvati per misericordia immediata, in quanto la implorano. Quando vengono esaminati si scopre però che essi credono che entrare in Cielo significhi soltanto esservi ammessi e qui gioire delle gioie celesti, mentre ignorano completamente in che cosa consiste il Cielo e che cos’è la gioia celeste. Vien loro dunque detto che il Signore non rifiuta il Cielo a nessuno e che se lo si desidera si può esservi introdotti e restarvi. Coloro che l’hanno desiderato vi sono stati ammessi, ma una volta entrati il calore celeste, che è l’amore nel quale sono gli angeli, e la luce celeste, che è la divina verità, li hanno riempiti di una tale ansietà che essi hanno sentito un tormento infernale invece della gioia celeste. Terrorizzati, si sono precipitati in basso. Così, per esperienza viva, furono istruiti sul fatto che il Cielo non può essere donato a chiunque per misericordia immediata.

(526) A volte mi sono intrattenuto con gli angeli su questo argomento, dicendo loro che nel mondo la maggior parte di coloro che vivono nel male e parlano del Cielo e della vita eterna dicono che in Cielo si entra soltanto per un atto di misericordia. Quelli che credono ciò, sono specialmente coloro che fanno della fede l’unico mezzo di salvezza. In base ai principi della loro religione, essi non considerano né la vita né le opere d’amore che costituiscono la vita stessa, e neppure tutti gli altri mezzi attraverso i quali il Signore introduce il Cielo nell’uomo e lo rende capace di ricevere le gioie celesti. Queste persone credono quindi che si entri in Cielo solo per misericordia divina, alla quale Dio è indotto per intercessione del Figlio. Gli angeli mi dissero che tale ignoranza deriva dal dogma che accetta il principio della fede sola; però, dissero, la fede non può esistere senza amore, perché allora sarebbe soltanto una scienza, qualcosa di esterno alla vita dell’uomo. Da tale fede deriva la credenza che i malvagi possano essere salvati al pari dei buoni, se al momento della morte si affidano alla misericordia. Gli angeli tuttavia mi hanno dichiarato di non aver mai visto entrare in Cielo per misericordia immediata nessuno che fosse vissuto male, qualunque fosse stato il suo convincimento in materia di misericordia.

(527) Posso testimoniare in base a un gran numero di esperienze che è impossibile introdurre la vita del Cielo in coloro che nel mondo hanno condotto una vita contraria a quella del Cielo. Gli angeli mi hanno detto che è più facile trasformare un corvo in una colomba o una cornacchia in un uccello del paradiso che uno spirito infernale in un angelo del Cielo. Dopo la morte infatti l’uomo resta come era stato nella vita del mondo. Ancora una volta dunque è evidente che nessuno può essere ricevuto in Cielo per misericordia immediata.