Cielo e Inferno

Emanuel Swedenborg

W E B   L I B R O

(26)IL CULTO DIVINO IN CIELO


(221) Il culto divino nei Cieli assomiglia al culto divino sulla terra dal punto di vista esteriore, ma ne differisce dal punto di vista interiore. Anche gli angeli hanno delle dottrine, delle predicazioni e dei templi; le dottrine sono simili nei dati essenziali, ma nei Cieli superiori possiedono una saggezza più profonda che nei Cieli inferiori. Le p redicazioni sono conformi alle dottrine, e come gli angeli hanno case e palazzi per abitare, così hanno anche dei templi per predicare. Tali cose esistono in Cielo perché gli angeli vengono continuamente perfezionati in saggezza e amore. Come gli uomini, essi hanno un intelletto e una volontà. L’intelletto, per sua natura, può essere continuamente perfezionato attraverso il vero che appartiene all’intelligenza, e la volontà attraverso il bene che appartiene all’amore.

(222) Tuttavia il culto divino nei Cieli non consiste nel frequentare i templi e ascoltare le prediche, ma nel vivere nell’amore, nella carità e nella fede secondo le dottrine. Le prediche nei templi sono soltanto dei mezzi per istruirsi nelle cose della vita. Io mi sono trattenuto su questo soggetto con gli angeli e ho detto loro che nel mondo si crede che il culto divino consista solamente nel frequentare i templi, ascoltare le prediche, partecipare tre o quattro volte l’anno al sacramento della Cena, osservare le altre cerimonie del culto secondo gli statuti della Chiesa, pregare e comportarsi devotamente. Gli angeli mi hanno risposto che queste sono cose esteriori che devono essere praticate, che però non producono alcun effetto se non procedono dall’intimo; e questo intimo è sostanzialmente una vita vissuta secondo i precetti insegnati dalla dottrina.

(223) Per conoscere quali sono le loro assemblee nei templi, mi è stato accordato qualche volta di entrarvi e di sentire delle predicazioni. Il predicatore sta a Oriente, su un seggio; davanti a lui sono seduti coloro che più degli altri godono della luce della saggezza; vicino a loro, a destra e a sinistra, coloro che godono di una luce minore. Tutti sono disposti a semicerchio, così che il predicatore li abbia sotto gli occhi; infatti ai lati dove la sua vista non può giungere non c’è nessuno. Alla porta che sitrova a Oriente del tempio, quindi a sinistra del seggio, stanno coloro che sono iniziati. Non è permesso a nessuno di stare dietro il seggio: se qualcuno si colloca lì, il predicatore rimane turbato. Lo stesso avviene se qualcuno nell’assemblea è di un sentimento opposto. Le predicazioni sono fatte con una tale saggezza che non possono in alcun modo essere paragonate a quelle del mondo, perché nei Cieli si vive nella luce interiore. I templi nel regno spirituale sembrano costruiti in pietra, perché la pietra corrisponde al vero nel quale si trovano gli angeli del regno spirituale, e in legno nel regno celeste perché il legno corrisponde al bene nel quale sono gli angeli del regno celeste. Gli edifici religiosi nel regno celeste non sono chiamati templi, ma case di Dio, e non sono ornati con magnificenza; nel regno spirituale invece sono maggiormente ornati.

(224) Con un predicatore mi sono anche intrattenuto sul tema della santità di coloro che ascoltano le predicazioni nei templi. Egli mi disse che ognuno ha pietà, devozione e santità in base alla propria interiorità, all’amore e alla fede; costoro partecipano certamente della santità stessa, che è il divino del Signore. Mentre invece la santità esterna senza partecipazione interiore è qualcosa di artificiale e ipocrita che suscita un fuoco impuro proveniente dall’amore di sé e del mondo.

(225) Tutti i predicatori appartengono al regno spirituale del Signore, non al regno celeste. Appartengono a questo regno perché gli angeli di questo regno sono nel vero che procede dal bene, ed è in base a questo che bisogna fare ogni predicazione. Nessun predicatore è del regno celeste perché gli angeli di questo regno sono nel bene dell’amore, vedono e comprendono il vero che procede dal bene, ma non sono in grado di parlarne. Sebbene gli angeli del regno celeste vedano e capiscano il vero, devono ascoltare delle prediche perché attraverso queste vengono perfezionati nelle verità che già conoscono e istruiti in quelle che ancora non conoscono. Sentendole illustrare, le riconoscono, le amano e imparano a vivere in base ad esse. Vivere secondo queste verità, significa amare Dio: questo è quanto essi dicono.

(226) Tutti i predicatori sono indicati dal Signore e per questo hanno il dono della predicazione; soltanto loro hanno il permesso di insegnare nei templi. (Sono chiamati predicatori e non preti perché il sacerdozio del Cielo è il regno celeste, in quanto sacerdozio significa il bene dell’amore verso il Signore).

(227) Le dottrine in base alle quali vengono fatte le prediche insegnano tutte che la vita è lo scopo finale, e nessuna insegna la fede senza la vita. Le dottrine del Cielo intimo sono più dense e sagge di quelle del Cielo intermedio, e quelle del Cielo intermedio sono più sagge delle dottrine dell’ultimo Cielo; infatti le dottrine sono adeguate alla percezione degli angeli in ciascun Cielo. L’aspetto essenziale di tutte le dottrine è riconoscere la Divina Umanità del Signore.