5) IL CIELO CONSISTE IN DUE REGNI
(20) Dato che in Cielo regna un’infinita varietà e non c’è una società che assomigli all’altra e un angelo che sia simile a un altro, occorrerà distinguere, sia in generale che in particolare. In generale si può dire che ci sono due regni, in particolare tre Cieli e singolarmente innumerevoli società. Vedremo ora una per una queste suddivisioni. Si parla di «società» perché il Cielo è il regno di Dio.
(21) Certi angeli fanno proprio il divino che emana dal Signore in maniera molto profonda, altri in maniera meno profonda. I primi si chiamano angeli celesti, gli altri angeli spirituali. Per questo in Cielo si distinguono due regni, uno dei quali viene chiamato il regno celeste, l’altro il regno spirituale.
(22) Gli angeli che costituiscono il regno celeste vengono chiamati superiori, e di conseguenza i Cieli dove essi dimorano si chiamano Cieli superiori. Ciò che è più profondo e interiore viene chiamato superiore, ciò che è esterno viene chiamato inferiore.
(23) L’amore di chi fa parte del regno celeste viene definito amore celeste, quello di chi fa parte del regno spirituale viene chiamato amore spirituale. L’amore celeste è l’amore per il Signore, quello spirituale è l’amore per il prossimo. E poiché tutto ciò che è bene fa parte dell’amore (poiché ciò che uno ama, per lui è buono), il bene di un regno si chiama celeste e quello dell’altro si chiama spirituale. I due regni si differenziano quindi alla stessa maniera del bene derivante dall’amore per il Signore e da quello derivante dall’amore per il prossimo.
(24) Il regno celeste viene definito nei Vangeli «dimora » di Dio, il regno spirituale invece «trono». In base alla sua natura divina/celeste, il Signore fu chiamato nel mondo «Gesù»; in base alla sua natura divina/spirituale fu chiamato «Cristo».
(25) Gli angeli del regno celeste superano in saggezza e potenza gli angeli del regno spirituale, appunto perché recepiscono più profondamente il divino del Signore. Vivono nell’amore per lui e gli sono quindi più vicini e più uniti. Il motivo consiste nel fatto che essi hanno accolto e accolgono le divine verità direttamente nella vita, e non prima nella memoria e nel pensiero come gli angeli spirituali. Le verità sono quindi iscritte nel loro cuore ed essi le sentono e le vedono direttamente in se stessi. Non si chiedono mai se veramente le cose sono così oppure no. Essi sono coloro di cui è scritto in Geremia:«Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò nel loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: “Conoscete l’Eterno !”, poiché tutti mi conosceranno» (31, 33 segg.).
(26) Gli angeli che hanno accolto le divine verità nella loro vita, le hanno volute e messe in pratica non appena le hanno sentite, senza conservarle prima nella memoria e senza stare a chiedersi se sono vere o no. Il Signore entra cioè subito nella volontà dell’uomo, e attraverso la volontà nel pensiero, oppure - che è la stessa cosa - entra subito nel bene attraverso il bene nel vero. Bene infatti viene chiamato ciò che fa parte della volontà e attraverso questa si trasforma in azione e conseguentemente in pensiero. Fintanto che però il vero resta soltanto nella memoria e di qui passa al pensiero, non si trasforma in bene e non diviene parte integrante dell’uomo. L’uomo infatti è tale sulla base della propria volontà e dell’intelletto che ne scaturisce, non certo sulla base dell’intelletto separato dalla volontà.
(27) Esistendo questa differenza tra gli angeli del regno celeste e quelli del regno spirituale, essi non sono insieme e non hanno reciproco contatto. Il contatto tra di loro viene stabilito soltanto attraverso le cosiddette società angeliche spirituali/celesti che stanno in mezzo a loro. Attraverso tali schiere il regno celeste fluisce in quello spirituale. Ne deriva quindi che il Cielo, sebbene suddiviso in due regni, è tuttavia uno solo. Il Signore si cura sempre di questi angeli mediatori, che creano un’unica società e stabiliscono il collegamento.
(28) Dato che in seguito saranno dette molte cose degli angeli dell’uno e dell’altro regno, non scenderò per ora in dettagli.