(32) LO STATO DI INNOCENZA DEGLI ANGELI IN CIELO
(277) L’innocenza dell’infanzia non è innocenza reale, perché è soltanto nella forma esteriore e non in quella interiore. Tuttavia è attraverso questa che l’innocenza può essere capita, perché si manifesta con chiarezza sul volto dei bambini, nei loro gesti, nel loro primo linguaggio, e noi ad essa siamo sensibili. I bambini non sanno nulla del bene e del male, del vero e del falso da cui proviene il pensiero, non possiedono il pensiero interiore né la prudenza che da esso procede. Essi non si propongono niente, non deliberano niente, e quindi non hanno cattive intenzioni. Essi non si attribuiscono alcuna cosa e riferiscono ai genitori tutto quello che ricevono. Non si preoccupano del cibo e delle vesti, non hanno ansie per l’avvenire. Non si occupano del mondo, amano i genitori, obbediscono loro e giocano con innocenza coi loro compagni. Tuttavia questa innocenza è esterna, perché appartiene soltanto al corpo, non alla mente. In effetti la loro mente non è ancora stata formata: il mentale è l’intelletto e la volontà, e di conseguenza il pensiero e l’affetto. Mi è stato detto che in Cielo i bambini piccoli sono particolarmente sotto l’auspicio del Signore, e questo influsso viene loro dal Cielo intimo dove regna lo stato di innocenza. Tale innocenza commuove i genitori e produce in loro amore.
(278) L’innocenza della saggezza è l’innocenza reale, perché è interiore, appartiene al mentale e di conseguenza alla volontà e all’intelletto. In Cielo si dice che l’innocenza dimora nella saggezza, e che l’angelo ha tanta saggezza quanta innocenza. Gli angeli lo confermano dicendo che coloro che sono nell’innocenza non si attribuiscono niente di bene e rapportano invece tutto al Signore, vogliono essere condotti da lui e non da loro stessi. Amano tutto ciò che è bene e trovano piacere in ciò che è vero, perché sanno che amare il bene, volerlo e farlo è amare il Signore, e amare il vero è amare il prossimo. Vivono contenti di ciò che sono, poco o tanto che sia, perché sanno di ricevere secondo i loro bisogni e solo il Signore sa quello che loro conviene; non sono quindi inquieti sull’avvenire. La sollecitudine per l’avvenire, che essi chiamano ansia per il domani, è per loro la paura di perdere o di non ricevere cose che non sono veramente necessarie alla vita. Non agiscono mai con astuzia e anzi la rifuggono come il veleno del serpente perché è contraria all’innocenza; agiscono invece in base al bene, al giusto, al sincero. Essi appaiono semplici esteriormente, ma sono saggi e prudenti interiormente. Il Signore parla di loro quando dice: Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe (Matteo 10, 16). L’uomo è stato creato per essere nell’innocenza quando è bambino, ma questa innocenza è esterna, mentre quando diventa vecchio è nell’innocenza interiore, e attraverso questa ritrova quella esteriore. E’ per questo che l’uomo, quando diventa vecchio, diventa di nuovo come un bambino, ma come un bambino saggio, e quindi come un angelo, perché un angelo è il bambino saggio per eccellenza. Di conseguenza nella Scrittura infanzia significa innocenza, e il vecchio rappresenta il saggio nel quale c’è innocenza.
(279) Lo stesso avviene per la rigenerazione, cioè per la nascita dell’uomo spirituale. Chi è sulla via della rigenerazione, che avviene dopo la morte, è introdotto prima nell’innocenza dell’infanzia; avanzando in età è condotto verso la scienza, poi verso l’intelligenza e infine verso la saggezza, dove si trova sempre l’innocenza. L’innocenza consiste essenzialmente nel conoscere il vero e nel fare il bene non per se stessi, ma per il Signore.
(280) Dato che l’innocenza consiste nell’essere guidati dal Signore e non da se stessi, tutti coloro che sono in Cielo sono nell’innocenza, perché amano essere guidati dal Signore. Anche lo stato di innocenza ha vari livelli, corrispondenti al Cielo in cui l’angelo si trova. Gli angeli del Cielo intimo, i più saggi, sanno che non avrebb ero alcuna saggezza per se stessi e che tutto viene dal Signore. Questi angeli sono anche nudi, perché la nudità corrisponde all’innocenza.
(281) Io mi sono intrattenuto molto con gli angeli sul tema dell’innocenza e ho appreso che essa è l’essenza del bene. Di conseguenza il bene è tale in quanto contiene l’innocenza, e la saggezza è tale in quanto ha la sua origine nell’innocenza; lo stesso vale per l’amore, la carità e la fede. Ne consegue che non si può entrare in Cielo se non si possiede innocenza; ed è questo che è inteso in queste parole del Signore: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso (Marco 10, 14-15). Sia qui che altrove, nella Scrittura con bambini si intendono gli innocenti.
(282) Dato che l’innocenza è l’essenza stessa del bene presso gli angeli del Cielo, è evidente che il divino bene che procede dal Signore è l’Innocenza stessa. Questo bene è ciò che influisce presso gli angeli e li dispone a ricevere i beni celesti. Nella Scrittura, il Signore è chiamato agnello, perché agnello significa innocenza.
(283) Come coloro che sono in Cielo si trovano nell’innocenza, così coloro che sono all’inferno sono interamente contro l’innocenza: non sanno neppure in che cosa essa consista. Più qualcuno è innocente, più coloro che sono all’inferno desiderano arrecargli danno. Essi non sopportano la vista dei bambini piccoli; e quando li vedono, provano il desiderio feroce di nuocere loro in qualche modo. L’amore di sé è contrario all’innocenza; infatti tutti coloro che sono all’inferno sono presi da se stessi e d’altro non si occupano.