(28) IL LINGUAGGIO DEGLI ANGELI
(235) Il linguaggio angelico è fatto di parole come quello umano, e ha caratteristiche sonore in quanto gli angeli hanno una bocca, una lingua e delle orecchie. Hanno anche un’atmosfera nella quale viene articolato il suono della loro lingua, ma questa atmosfera è spirituale e adatta agli angeli che sono spirituali. Gli angeli respirano nella loro atmosfera, e grazie alla respirazione producono delle parole, come gli uomini nella loro atmosfera.
(236) In tutto il Cielo c’è un’unica lingua per tutti. Tutti si capiscono, a qualunque società appartengano, vicina o lontana. La lingua non viene appresa, è innata in ognuno perché deriva direttamente dal loro amore e dal loro pensiero. Il suono della lingua corrisponde al loro affetto e le articolazioni del suono, che sono le parole, corrispondono alle idee del pensiero che proviene da tale affetto. Senza affetto non esiste pensiero o idea. Gli angeli si riconoscono tra loro dal linguaggio: dal suono, che corrisponde all’affetto, dalle articolazioni del suono o dalle parole che corrispondono al mentale. Gli angeli che possiedono una maggiore saggezza, sanno dopo una sola frase qual è l’affetto dominante: gioia o dolore, clemenza o misericordia, sincerità e verità, collera, falsità e furberia, desiderio di onore e gloria, e così via. Dal linguaggio essi individuano tutta intera la personalità di colui che parla. Mi è stato concesso di saper questo in base a un gran numero di esperienze: ho sentito gli angeli svelare la vita di un altro soltanto sentendolo parlare. Mi hanno anche detto di saper tutto ciò che si riferisce alla vita di un altro in base a qualche idea del suo pensiero che rivela il suo amore dominante, il quale a sua volta cela in sé ogni cosa. Mi hanno detto anche che il «libro della vita» dell ’uomo è essenzialmente questo.
(237) Il linguaggio angelico non ha niente in comune con le lingue umane ad eccezione di alcune parole il cui suono esprime un determinato sentimento. In realtà la somiglianza non consiste nelle parole in se stesse, ma nella loro intonazione. Di questo dirò di più successivamente. La mancanza di somiglianza tra la lingua degli angeli e quella degli uomini si rivela anche dal fatto che per gli angeli è impossibile pronunciare anche una sola parola di una lingua umana. Essi infatti possono esprimere soltanto ciò che corrisponde in pieno al loro affetto. Ciò che non corrisponde, risulta per loro ripugnante e non esprimibile. Mi è stato detto che la prima lingua degli uomini sulla terra era analoga alla lingua degli angeli, perché veniva dal Cielo, e che la lingua degli Ebrei aveva con essa qualche somiglianza.
(238) Si può ben capire fino a che punto la lingua degli angeli sia elegante e gradevole considerando che essa corrisponde ai loro affetti che derivano dall’amore, e l’amore del Cielo è l’amore per il Signore e l’amore verso il prossimo. Questa lingua penetra non soltanto nelle orecchie, ma anche nella mente di coloro che l’ascoltano. Un angelo una volta parlava a uno spirito che aveva il cuore duro e che fu alla fine talmente commosso dalle sue parole che si sciolse in lacrime dicendo che non poteva resistere, perché era l’amore stesso che parlava. Prima di quel momento non aveva pianto mai.
(239) Il linguaggio degli angeli è così pieno di saggezza perché procede dal loro pensiero interiore che è saggezza, così come la loro affezione interiore è amore; il loro amore e la loro saggezza si congiungono nel loro linguaggio, che è così perfetto che una sola parola può esprimere quello che l’uomo non riesce a esprimere con mille. Inoltre le idee formulate dal loro intelletto abbracciano cose che l’uomo non riesce a cogliere e che di conseguenza non può esprimere. Per questo le cose che sono state udite e viste in Cielo sono definite ineffabili, e sono tali che nessun orecchio umano ha mai udito e nessun occhio ha mai visto. Io ho avuto modo di rendermene conto per esperienza diretta. Infatti, temporaneamente, sono stato trasportato dove vivono gli angeli e mi sono intrattenuto con loro comprendendo ogni cosa. Quando però sono stato riportato nel mio stato precedente, e di conseguenza nel pensiero naturale proprio dell’uomo, non riuscivo ad esprimere ciò che avevo udito perché un’infinità di cose non aveva alcun rapporto con le idee del pensiero naturale, e non poteva essere espressa che attraverso variazioni della luce del Cielo e non con le parole umane. Le idee e i pensieri degli angeli, da cui derivano le loro parole, sono modificazioni della luce del Cielo, e i loro affetti da cui risultano i suoni delle parole sono variazioni del calore del Cielo, perché la luce del Cielo è la divina verità o saggezza, e il calore del Cielo è il divino bene o l’amore. Gli angeli ricevono il loro affetto dal divino amore e il loro pensiero dalla divina saggezza.
(240) Gli angeli possono esprimere in un minuto ciò che gli uomini non possono esprimere in mezz’ora, e possono inoltre rappresentare con poche parole ciò che è stato scritto in molte pagine. Di questo ho avuto più volte esper ienza diretta. Il linguaggio degli angeli è come un’onda leggera o un’atmosfera che si diffonde da ogni lato. In questa onda sono comprese innumerevoli cose che entrano nel pensiero altrui e lo influenzano.
(241) Gli angeli del regno celeste del Signore parlano allo stesso modo di quelli del regno spirituale, ma in base a un pensiero più intimo e p rofondo. Gli angeli celesti, essendo nel bene dell’amore verso il Signore, si esprimono in base alla saggezza; gli angeli spirituali, essendo nel bene della carità verso il prossimo, si esprimono in base all’intelligenza. Di conseguenza il linguaggio degli angeli celesti è come un fiume calmo, dolce e continuo, mentre il linguaggio degli angeli spirituali è più vibrato e discontinuo. Il linguaggio angelico è più simile alla musica che al linguaggio umano; ed è per questo che l’arte musicale eccelle nell’esprimere i più diversi tipi di affetti.
(242) Nel linguaggio angelico si riscontra un’indescrivibile armonia, che deriva dal fatto che i pensieri e gli affetti di cui è costituito il linguaggio si diffondono e si esprimono secondo la forma del Cielo e in base alle diverse società angeliche.
(243) Un linguaggio simile a quello che esiste nel mondo spirituale è connaturato anche all’uomo, nella sua parte intellettuale interiore; l’uomo tuttavia lo ignora perché questo linguaggio non corrisponde presso di lui ad affetti e pensieri analoghi a quelli degli angeli. A causa di ciò tuttavia, quando l’uomo passa all’altra vita, possiede lo stesso linguaggio degli spiriti e degli angeli, e lo parla senza che nessuno glielo insegni. Ne tratteremo più ampiamente in seguito.
(244) Il linguaggio in Cielo è lo stesso per tutti, però esistono delle variazioni. Il linguaggio dei saggi è più interiore e più ricolmo di variazioni affetti ve e di idee; il linguaggio di coloro che sono meno saggi è più esteriore e meno colmo di affetti e idee; e quello dei semplici è ancora più esteriore e formato di parole di cui bisogna capire il senso come avviene tra gli uomini che parlano tra di loro. Esiste anche un linguaggio espressivo, tramite i lineamenti del volto, e un linguaggio fatto di gesti.
(245) Il linguaggio degli spiriti malvagi e degli spiriti infernali è naturale anche per loro perché proviene dalle affezioni, però queste affezioni sono malvage e fatte di idee impure, che gli angeli aborriscono; di conseguenza il linguaggio dell’inferno è opposto a quello del Cielo. I malvagi non sopportano il linguaggio angelico, e gli angeli non sopportano quello infernale che per loro è come un cattivo odore che disturba le narici. Gli ipocriti che fingono di essere angeli di luce hanno un linguaggio simile a quello degli angeli quanto alle parole, ma del tutto diverso quanto agli affetti e alle idee. Quando il loro linguaggio è percepito nel suo significato interiore dagli angeli saggi, fa l’effetto di un digrignare di denti e ispira orrore.