Cercare Lavoro

Conservare, Cercare, Cambiare, Trovare  Lavoro  v. 6.1

Il Colloquio Individuale

Per essere assunti da qualcuno, devi prima convincerlo che sei la persona giusta. In maggior dettaglio, questo vuol dire convincerlo che:

a. saprai svolgere bene o imparare velocemente le mansioni per cui ti proponi, non solo nell’aspetto tecnico, ma anche in quello comportamentale;

b. desideri effettivamente svolgere il lavoro per cui ti proponi e desideri svolgerlo presso la sua impresa; non te ne andrai appena trovi qualcos’altro, né ti annoierai mettendoti poi a lavorare al minimo;

c. riuscirai a inserirti bene nell’ambiente di lavoro, per quel che riguarda i rapporti con colleghi, clienti e fornitori e col datore di lavoro;

d. non hai vincoli (per esempio familiari) o problemi personali (di salute, caratteriali, etc.) che ti impediranno di fare quanto è richiesto dalla mansione che dovrai svolgere (a seconda dei casi trasferte, straordinari, lavoro sotto stress, sforzi fisici, gestione del denaro, etc.).

Se la leggi in negativo, la lista ti indica le quattro principali preoccupazioni dei datori di lavoro quando procedono ad assunzioni.

  • Nel settore pubblico, per evitare (almeno in teoria) valutazioni troppo discrezionali, si dà un grosso peso agli aspetti "oggettivi", quali titoli di studio e precedenti esperienze professionali, e a verificare soprattutto la preparazione tecnica. Questo rende la selezione nel pubblico simile a un esame scolastico.

  • Nelle selezioni condotte da selezionatori non professionisti (es.: imprenditori) spesso ci si limita a esaminare il curriculum e a svolgere un colloquio motivazionale

  • Nelle selezioni condotte da società specializzate in aggiunta all’esame del curriculum e al colloquio motivazionale si usano altri strumenti.

Per esempio:

  • prove e test psicologici: cercano di verificare se il tuo profilo caratteriale è congruente con quello richiesto dalla mansione. Vengono utilizzati test a risposta multipla, oppure possono chiederti di disegnare alberi, di interpretare macchie colorate o fotografie, etc.;

  • test attitudinali: cercano di individuare quanto "sei portato" verso le mansioni che dovrai svolgere, attraverso quiz simili a quelli enigmistici, che utilizzano figure, parole, numeri;

  • test di cultura generale o su una disciplina specifica: cercano capire se hai il livello culturale o le conoscenze professionali di base richieste;

  • colloquio individuale "atipico": l’intervistatore (selezionatore professionista) sembra impazzito: strabuzza gli occhi senza parlarti, ti fa domande troppo personali o un po’ offensive, cerca in ogni modo di stressarti; il suo obiettivo è farti perdere sicurezza e dimenticare gli schemi di risposta che ti sei preparato. Se invece (in qualche caso capita) è un imprenditore che si comporta in questo modo, lascialo perdere, non vale la pena di lavorare per una persona così.

  • colloquio di gruppo: ti trovi in un’aula con altri candidati, e devi discutere come risolvere un problema. Può trattarsi di una nave che sta affondando e di cui tu e gli altri costituite l’equipaggio, di uno stabilimento che ha un problema produttivo, di una festa da organizzare, etc.. Normalmente non ci sono soluzioni "giuste". Mentre discutete c’è un selezionatore che prende nota del comportamento dei vari componenti del gruppo. Lo scopo è quello di valutare il tuo comportamento "sociale" in maniera più approfondita di quanto sia possibile col colloquio individuale.

Come affrontare i processi di selezione?

Nell’affrontare una selezione devi prima di tutto individuare quali sono le caratteristiche della figura desiderata (alcune indicazioni sono contenute nel testo dell’inserzione) e muoverti tenendo sempre presenti i quattro punti indicati a inizio della sezione. Se segui questa regola aurea, non avrai problemi e riuscirai a presentarti al meglio.

Nel colloquio individuale, per esempio, devi capire quali sono le preoccupazioni dietro a ogni domanda, e dare risposte che rassicurino l'intervistatore. Lo stesso nei colloqui atipici, sforzandoti in più di sdrammatizzare e mantenere la calma.

Nei colloqui di gruppo devi mostrare, col tuo comportamento (nè troppo aggressivo nè troppo remissivo), di possedere le caratteristiche desiderate.

Riguardo ai test, prova a prenderci confidenza esercitandoti coi numerosi libri in commercio.

Altre cose che aiutano sono:

  • presentarsi bene (ben vestiti, ma senza strafare);

  • tenere coi tuoi interlocutori l’atteggiamento cordiale e sorridente che terresti con una persona che ti è simpatica;

  • fare domande (cosa vogliono farti fare esattamente, se è previsto un training iniziale, quanto ti pagano, etc., anche tu devi fare una scelta);

  • mostrarti informato sull’azienda e sul settore in cui opera (estremamente utile è visitare il sito aziendale prima del colloquio). 

Chiedi anche quando prevedono di finire la selezione e, se non hai hai comunicazioni dopo quella data, chiama per sapere com’è andata e perché sei stato escluso. Anche per le selezioni vale la regola che per imparare a nuotare bisogna buttarsi nell’acqua: più ne fai, e più la tua performance migliora. Il miglioramento è più rapido se dopo ogni selezione a cui partecipi fai autoanalisi, ripercorri cioè quanto è accaduto e cerchi di individuare dove avresti potuto migliorare. Le principali preoccupazioni dei selezionatori (e dei datori di lavoro) sono le seguenti:

  • A. non saprai svolgere bene o imparare velocemente le mansioni per cui ti proponi (non solo nell’aspetto tecnico, ma anche in quello comportamentale);

  • B. non desideri svolgere il lavoro per cui ti proponi e desideri svolgerlo presso un’altra impresa; così te ne andrai appena trovi qualcos’altro, oppure ti annoierai lavorando al minimo;

  • C. non riuscirai a inserirti bene nell’ambiente di lavoro, per quel che riguarda in particolare i rapporti e la collaborazione coi colleghi e col datore di lavoro;

  • D. hai vincoli (per esempio familiari) o problemi personali (di salute, caratteriali, etc.) che ti impediranno di fare quanto è richiesto dalla mansione che dovrai svolgere (a seconda dei casi trasferte, straordinari, lavoro sotto stress, sforzi fisici, gestione del denaro, etc.).

Su un foglio bianco o un file scrivi un elenco di possibili domande in un colloquio di selezione e, per ciascuna di esse, indica con le lettere a, b, c, d le preoccupazioni del selezionatore (dietro alla stessa domanda possono esserci anche preoccupazioni diverse).

La postura

Anche come posizionare e muovere il corpo durante un colloquio di lavoro ha una sua lettura. E' il cosiddetto 'Body Language'. Alcuni consigli :

  • se hai la possibilità di scelta, siediti con la fonte di luce alle tue spalle. La tua faccia sarà in penombra così potrai meglio mascherare eventuali domande a sorpresa e viceversa la faccia del tuo interlocutore sarà in piena luce e quindi di migliore lettura per te.
  • il busto deve essere eretto. Se piegato all' indietro significa indifferenza (come se non ti interessasse quel colloquio) così come se sporto troppo in vanti è indice di deferenza, di sottomissione. E neanche questo va bene; quindi il busto eretto è indice di interesse ma di rapporti paritetici con l'esaminatore.
  • evita qualunque tipo di tic nervoso (non portare mai con te una penna a scatto); se hai gli occhiali non li stare a pulire in continuazione, non ti grattare il mento o il naso o la testa etc. Tutti indici di insicurezza.
  • non stampare sulla faccia un falso sorriso da ebete. Sono gli occhi i veri rivelatori del tuo stato. Niente infastidisce di più di un sorriso forzato ma con occhi freddi, allarmati, insicuri. 
  • se sei una donna, non accavallare le gambe; potrebbe sembrare un blando tentativo di seduzione. Se il tuo interlocutore è una persona seria, vedrà questa posizione con fastidio.
  • non gesticolare ma usa con parsimonia i movimenti delle mani; meno ne fai e meglio è senza comunque sembrare ingessato.

Sii rilassato, sii te stesso.


Trattieni le emozioni

Se avete già preso parte a delle selezioni o a degli incontri conoscitivi ormai lo sapete, ma se siete nuovi dell’ambiente vi interesserà sapere che il momento dell’intervista personale è una sorta di match. L’incontro si svolge tra il candidato e l’interlocutore, che il più delle volte è uno delle risorse umane, quel reparto che in ogni azienda si occupa di selezione del personale.

Altra informazione che vi può essere utile per avere in testa un quadro completo della situazione è che le HR (Human Resources = Ufficio del Personale) solitamente vengono da un percorso formativo universitario come Psicologia, Scienze Politiche, Lettere, Filosofia o similari, quindi sanno molto di sociologia e di comportamenti, senza contare che, variando da azienda a azienda, vengono costantemente edotti verso l’apprendimento di un processo di selzione creato ad hoc per quella specifica azienda. In soldoni state attenti, al colloquio verrete presi in esame sotto ogni singolo aspetto, da ogni angolazione e verrete giudicati in base a come risponderete e/o comporterete.

Ma non temete, il decalogo del colloquio senza rischi è qua ed è pronto per voi:

  • 1. Abbigliamento. Vestirsi secondo un look adeguato alla tipologia di azienda, nè altisonante nè dozzinale in ogni caso. Nel primo caso sembra che volete strafare e nel secondo potete apparire irrispettosi.
  • 2. Sguardo. È molto importante mantenere il contatto visivo con il vostro intervistatore. Ogni tanto potete togliere l’attenzione dal suo sguardo ma non per molto, se lo fate cercate di tornare in fretta a guardarlo dritto negli occhi, ciò denota grande sicurezza.
  • 3. Gesti. È risaputo che il body language, o linguaggio del corpo, sia lo specchio dei nostri pensieri e quindi occorre tenersi un poco, evitare di incrociare dita, mani, braccia e gambe, potrebbe destare un sospetto di indisposizione verso il colloquio. Tamburellare sul tavolo con le dita o le mani è segno di nervosismo. Deglutire di continuo o fare strani suoni gutturali denota irrequietezza. Comportatevi con calma e scioltezza, solo così farete una buona figura.

  • 4. Linguaggio. Curate il vostro modo di parlare, niente termini poco formali e niente neologismi danteschi, ricordatevi che anche se è un colloquio di lavoro non bisogna risultare macchinosi o troppo lascivi, siate semplicemente naturali.
  • 5. Puntualità. Presentarsi in orario è molto importante, arrivare 5-1o min in anticipo potrebbe essere un buon modo di iniziare. Chi arriva in ritardo, anche se giustificato secondo dei motivi variabili, potrebbe venire subito mal etichettato.
  • 6. Informazioni. Conoscere qualcosa sull’azienda, anche solo la storia o la mission, il business ed ilmercato in cui opera, potrebbe farvi apparire come gente interessata e ben disposta. Chi non si è minimamente informato potrebbe risultare un perdigiorno.
  • 7. Interesse. Mostrarvi interessati non è una forzatura, domande sull’azienda, sui compiti da svolgere, sul mercato in cui operare potrebbe farvi apparire come partecipi e quindi migliori rispetto ad altri candidati.
  • 8. Parlantina. Non fate in modo che ilvostro colloquio si trasformi in una mera situazionedi botta e risposta, siate propositivi anche nelle risposte, lasciate il tutto aperto verso delle risposte mirate. Se avete già avuto esperienze di lavoro o di studio che volete evidenziare cercate di inserirle dentro alle risposte ad alcune domande. Tutto ciò potrebbe volgere a vostro favore.
  • 9. Descrizione. Un trucco che normalmente le HR usano per mettervi in difficoltà è quello della descrizione personale. Non vi spaventate se vi verranno chieste cose assurde come tre aggettivi che vi descrivano positivamente e tre negativamente oppure di tirare fuori delle vostre caratteristiche personali partendo come iniziali con le lettere del vostro nome. Pensateci prima e cercate di non contraddirvi (ad esempio se dite di essere socievoli poi dopo non dite di essere scontrosi, è semplice).
  • 10. Disponibilità. Vi potrebbe venire chiesto fino a quanto siete disposti a dare verso l’azienda. Le HR sanno benissimo che nessuno si immolerebbe per il bene dell’impresa, vogliono solo vedere se state al gioco. Vi potrebbero proporre trasferte ma anche trasferimenti, e non solo momentanei, ma perenni. Dipende tutto da voi, da quanto volete il lavoro e da quanto siete disposti a dare. Ovviamente più levostre risposte saranno un sì e meglio sarà per voi.