Cercare Lavoro

Conservare, Cercare, Cambiare, Trovare  Lavoro  v. 6.1

Inventa il tuo lavoro


E va bene, i tempi sono proprio magri per le ragazze in cerca di lavoro e la categoria è lunga all’infinito: laureate, stagiste, neodiplomate, con o senza patente, di tipo A, B e pure Europea. Insomma, non disperate, visto che non siete proprio le sole. Quello che vi vuole, però, è una buona dose di ottimismo e di voglia di mettersi in gioco. In che modo? Da qualche tempo continuano a suggerirci (economisti, sociologi, esperti di selezione del personale ed altri professionisti del collocamento) che l’unica soluzione è quella di inventarselo un lavoro! Certo, molte di voi diranno: si, ma come? Come faccio a sapere di cosa ha bisogno la gente? E dove trovo i soldi per iniziare un’attività tutta mia? E chi me la dà un’idea che di questi tempi non sia stata già sfruttata e collaudata? Ok, non è facile, ma questo blog è nato apposta per scambiarsi idee di nuovi lavori. Cioè, quelli che non sono recensiti neppure sui migliori siti di rcerca del personale e che possono farti guadagnare bene! E’ per questo che aspetto che le ragazze che si siano inventato un impiego mi scrivano numerose alla e-mail (descrivendolo con dovizia di particolari, anche economici, ovvero con tanti di entrate e di uscite). Io racconto la loro esperienza e tutte le altre disoccupate- ottimiste prendano ispirazione! Allora, ci siete? Guardate che inizio subito con il primo lavoro-idea (si, perchè è una bozza di lavoro di una mia amica che ancora non si sente pronta per lanciarsi, ma la sua idea ve la passa tranquillamente, magari siete più intraprendenti di lei!). Poi, non dovrete far altro che seguire il blog: non troverete offerte o proposte di lavoro, ma sicuramente tante idee di lavoro a domicilio, di attività curiose sbocciate all’estro e qui ancora acerbe, di lavoro on line e un mare di strategie per rilanciare attività un pò stagnanti! E chissa che a qualcuna non venga in mente di mettersi in proprio!

Tetti Verdi

Con entusiasmo ed ottimismo (visto il brutto periodo che sta vivendo il nostro "ambiente")posto l’e-mail di Enrica, appassionata di giardini e studentessa di bio-architettura: "Sono alla prese con la mia tesi di laurea sui giardini pensili e sono certa che, in questa direzione, andrà anche il mio futuro lavorativo, dopo la laurea. Sì, intendo occuparmi di progettazione di green roof, ovvero di giardini sui tetti. Credo, infatti, che sfruttare le strutture di palazzi ed edifici (non quelli storici, per carità!) possa solo far bene alle nostre città che hanno sempre meno verde intorno. Vorrei dedicarmi alla progettazione di queste "aree verdi" sospese soprattutto per hotel, centri fieristici, parchi di divertimento, cioè per tutte quelle realtà nelle quali, il giardino sul tetto, oltre che una scelta naturalistica e alla moda, possa rappresentare una vera e propria attrazione!".

Enrica studia già bioarchitettura per realizzare il suo sogno ed io vi consiglio vivamente di seguire il suo esempio se amate i giardini "babilonesi" perchè non è utopistico pensare di farne una professione promettente. Oggi, infatti, i roof garden designers sono in grado di progettare giardini sui tetti in assoluta sicurezza. In Italia, poi, stanno fiorendo una serie di iniziative per promuovere questi progetti. A Reggio Emilia chi punta sul verde pensile beneficia di incentivi economici mentre l’Università romana di Tor Vergata ha avviato un progetto per trasformare le terrazza sui tetti in giardini pensili. Convinti? Allora, come sempre, ecco qualche risorsa utile da cercare nella rete per farsi un’idea della professione. Intanto, è fondamnetale dare un’occhiata al sito della Federazione Europea delle Associazioni per il Verde Pensile, mentre chi punta a lavorare nella Grande Mela, può visitare il sito www.greenroof.org, che riunisce progettisti ed imprese nel settore. In Italia, c’è l’Associazione italiana per il verde pensile. Infine, per chi ha già la laurea (architettura, agronomia, ingegneria ed altre) ci sono i corsi di Tecniche di Progettazione del Verde Pensile di Maja Natura e Architettura.

Diventare hi-chef

Tra qualche anno per diventare cuochi di successo non basterà più essere dei maghi in cucina, ma sarà fondamentale conoscerne anche la chimica. Insomma, tra i fornelli dei ristoranti ci saranno hi-chef, ovvero esperti nella cucina "tecnologica", in grado di fare accostamenti "molecolari" perfetti e di utilizzare prodotti come elio ed azoto liquido. Cosa fanno di speciale gli hi-chef? Non fanno altro che applicare le formule della chimica e della fisica al momento di comporre i loro piatti e, naturalmente utilizzano nuovi ingredienti con il chiaro scopo di ottenere variazioni di gusto e di presentazione della portata. Come diventare tecno-chef? Ovvio che la scuola alberghiera ed i corsi di Nouvelle cousine non bastano più, a meno che non siano davvero molto avanzati. Una laurea in tecnologia alimentare, chimica o fisica fà davvero la differenza, ma i cuochi "tradizionali" che volessero sperimentare questa nuova cucina, possono appoggiarsi anche a centri di ricerca specializzati. I curiosi in merito a questa di disciplina, possono leggere il profilo di uno degli hi-chef più autorevoli: Homaro Cantu, mentre chi volesse diventare molecular gastronomer, può vistare questo link: http://en.wikipedia.org/wiki/Molecular_gastronomy, dove è possibile trovare storia e curiosità su questa disciplina. Infine, Corious Cook è il sito dedicato ai nuovi cibi.


Il doll fashion designer

Ancora un lavoro divertente e creativo: oggi parliamo dello stilista per… bambole. Il Doll fashion designer, infatti, è un professionista del guardaroba delle amiche di tutte le bimbe e, proprio ispirandosi alla vita reale (telefilm, starlette del cinema, ultimi trends in fatto di moda), realizza anche per le bambole capi davvero "all’ultimo grido". Ecco, perchè, questo creativo deve essere anche un attento osservare così da realizzare collezioni accattivanti anche se in miniatura. Altre caratteristiche di questo professionista saranno certamente una formazione in design o in un’Accademia di moda. I creativi a 360° potranno occuparsi di tutto: dal disegno dei modelli, fino alla loro realizzazione "sartoriale", così potranno realizzare un loro marchio da vendere anche on line. Chi non si sente portato per l’imprenditoria, invece, potrà presentare un portfolio di modelli già realizzati alle aziende che producono giocattoli per "vendere" le proprie creazioni o, addirittura, per provare ad ottenere un’assuzione. Negli States, questa figura, da dipendente guadagna circa $ 60,000. Qualche link per conoscere meglio il mondo della moda in miniatura? Su www.alldolledup.ca/ c’è una bella raccolta di abiti vintage per bambole, mentre per farsi un’idea di come mettere on line le proprie creazioni, ci sono i link: www.dollclothesstore.com, e www.dollcloset.com. Se, invece, volete vedere lo studio e la collezione di un doll clothing designer, c’è il bellissimo sito di Chris Miller (http://chrismillerdolls.com). 

 

Diventare sarta per amici a quattro zampe

Il tema degli abiti per animali continua ad interssare molte creative. Ecco dunque, come diventare "sarta per amici a quattro zampe" e come promuoversi.Prima di tutto bisogna essere molto brave con ago e filo poi, il segreto per cucire bene abitini di questo tipo, è quello di imparare a prendere le misure o, se si vogliono vendere pezzi già pronti, formularli per misure standard. Per impararle, all’inizio conviene acquistare vestitini già disponibili nei negozi di diverse misure, oppure studiarle su http://www.emilu.it/taglia.php. Quali capi creare? C’è l’imbarazzo della scelta: dai golfini fino alle piccole felpe, ma vanno di moda anche abiti da sera per animali da portare con sé nelle occasioni mondane. L’investimento iniziale per questo tipo di attività è davvero minimo: bisogna avere un laboratorio dove creare che può essere anche una stanza della proprio abitazione. Poi, bisogna aprire la Partita Iva ed iniziare a farsi conoscere. Per quest’ultima esigenza, se il passaparola non basta, si possono portare i capi nei negozi di articoli per animali (stabilendo con il titolare una percentuale in caso di vendita da parte del negozio) o nelle mercerie. A scopo pubblicitario si possono “prestare” i vestiti ai cagnolini che partecipano ad occasioni importanti, a gare o concorsi. I costi? Di solito per un pezzo, il costo medio è di circa 30 euro, ma si può salire un pò se il capo è fatto su commissione, è personalizzato o molto particolare. Infine, ecco i siti per prendere ispirazione: www.emilu.it; www.lilloshop.it; www.animalario.it.


Guadagnare con il decoupage

Una bella idea per tutti i creativi a 360° (o anche per quelli della domenica, dell’estate, del week-end), ce la suggerisce Doriana, una mamma che ha lasciato l’ufficio per dedicarsi alla sua nuova passione, ma con una marcia in più: "Adoro il decoupage, ma nel corso delle manifestazioni organizzate con un gruppo di amiche appassionate di hand made come me, mi sono accorta che spesso la gente è restia a portarsi in casa nuovi oggetti, forse perchè le abitazioni sono sempre più piccole e già strapiene di accessori. Eppure, il decoupage è una tecnica che piace! Così, ho deciso di cambiare impostazione al mio lavoro e di dedicarmi al restyling con il decoupage. In pratica le clienti vengono nel mio piccolo laboratorio (ricavato in una stanza della mia casa) e mi portano vecchi mobiletti che vorrebbero rimettere in gioco: lampade, vassoi di legno un pò anonimi, scatoline che altrimenti sarebbero da buttare ed altro. Non solo, visto che ho una ricca collezione di carte da decoupage, possono scegliersi anche i motivi, così da avere una decorazione vicina al resto dell’arredamento o da poter fare dei coordinati nuovi di zecca. Il periodo di maggior lavoro? Natale, quando molte persone trovano basi e contenitori nei mercatini e poi desiderano personalizzarle per amiche e parenti! Per quanto riguarda i guadagni, i miei prezzi vanno dai 5 euro (per una scatolina da decorare) in su". Le altre creative che vogliono imitare Doriana, devono avere a disposizione un laboratorio dove creare o, comunque, uno spazio per ricevere le clienti e sistemare comodamente il materiale. Per il resto, con un’attrezzatura minima si parte alla grande (colla, vernici di finitura, qualche base che bisogna comunque avere per richieste ex novo, pennelli di tutte le fogge e carta da decoupage il cui prezzo si aggira intorno ai 3 euro a foglio). Avere la partita Iva, in questo caso, è indispensabile, sia per lavorare in regola, sia per poter comprare questi materiali a prezzi ridotti. Altra dritta: andare spesso per mercatini: si trovano bei contenitori da rinnovare a pochi euro. Per farsi pubblicità, niente di meglio che il passaparola o un pò di brochure da lasciare nei locali pubblici.


Pronto soccorso per il guardaroba

Sono in tante le internaute che mi scrivono, chiedendomi consigli per far fruttare la loro passione con ago e filo. Oggi, ci viene in soccorso l’idea brillante di Laura: "Ho sempre amato cucire e per un certo periodo ho avuto anche un laboratorio sartoriale, ma gli affari non andavano troppo bene: la gente faceva poco capi su misura e non rinunciava, comunque, a fare shopping nelle boutique di grido anche perchè, farsi cucire vestiti sartoriali è abbastanza oneroso. Quando ho chiuso il laboratorio, però, mi son lanciata in un’attività di "pronto soccorso" che si è rivelata davvero fortunata, tanto che la faccio ancora oggi e sono qui a consigliarla a tutte le aspiranti "sarte". La mia attività consiste nel recarmi a casa del cliente per rinnovare il suo guardaroba. In pratica porto con me la macchina per cucire, accessori e un ricco assortimeno di fili, stoffe, applicazioni. Nell’arco delle otto ore intervengo sui pezzi che la cliente ha già nell’armadio ma che hanno fatto il loro tempo o che si pensa di rinnovare, accorciare, cambiare. I vantaggi per le ragazze sono molti: possono rinnovare anche 6 o 7 capi in un giorno, ottenendo modelli nuovissimi, possibili da coordinare ed ispirati alle ultime passerelle. Anche io guadagno da questa formula, perchè il mio pagamento è orario, così per una giornata di otto ore guadagno circa 250 euro e mi occupo ogni giorno di capi di versi. E’ un lavoro che dà una grande soddisfazione perchè vedere capi vecchi ed informi tornare nuovi e preziosi è davvero entusiasmante. Le mie clienti? Persone che hanno un budget limitato (con 250 euro comprerebbero poco o nulla), giovanissime che con pochi tocchi riescono a copiare il look di dive e modelle, donne alle prese con viaggi, vacanze, cerimonie che non possono permettersi di cambiare tutti i vestiti e persone che hanno cambiato "vita" e magari sono dimagrite molto da avere un intero guardaroba da adattare. Ecco come organizzarsi per fare questa attività: aprire comunque la partita Iva, oltre che per lavorare serve per rifornirsi di stoffe ed accessori dagli stockisti a prezzi convenienti. Poi, bisogna essere ben organizzate: macchina per cucire, applicazioni già molto belle e rifinite, catologhi aggiornati per prendere ispirazione. Se ci si accorge di riuscire a lavorare solo pochi capi al giorno (questo è un lavoro che funziona se si riesce a fare un intervento sostanzioso), meglio avere una collaboratrice. Infine, nel tempo libero conviene fare delle prove, sperimentando lavorazioni che rendano un capo unico e molto bello in poche mosse". I miei consigli aggiuntivi? Fate sempre un corso per sarte o modelliste e un periodo di stage presso un laboratorio (serve per imparare ma anche per sveltirsi) e preparate un dossier di prima & dopo per mostare alle clienti gli interventi che avete già fatto su altri guardaroba: vi farà pubblicità. Infine, guardatevi il sito di una collega di Laura: http://mytouch.co.uk.


Abiti per mamme-spose

Ecco una bella opportunità di lavoro per le nuove stiliste, le sarte del futuro, ma anche per coloro che vogliono aprire un negozio molto richiesto. "Sono stata una sposa un pò cicciottella ed ho incontrato parecchie difficoltà a trovare un bell’abito da sposa che, alla fine mi è stato realizzato da un bravo sarto, al quale, però, ho dovuto suggerire io un modello alla moda. Lo stesso incidente di percorso è capitato alla mia più cara amica che si è sposata al sesto mese di gravidanza ed ha dovuto ripiegare su un abito grazioso ma lontano anni luce dai suoi gusti. Dalle nostre esperienze, ci siamo rese conto che ci sono davvero poche boutique per spose un pò "fuori taglia", così, trovata una collaboratrice sarta, abbiamo deciso di aprire noi due un atelier dedicato a tutte le premaman in cerca dell’abito da sposa e alle taglie forti che non vogliono accontentarsi. Io e Luisa stiamo facendo un corso di Stilismo, perchè abbiamo in mente tanti modelli (copiati anche alle star che sempre più spesso si sposano con il pancione!) e vogliamo realizzarli per i nostri clienti. Per il momento, quindi, abbiamo un piccolo laboratorio, nato come una cooperativa e lavoriamo su ordinazione, grazie alla nostra bravissima sarta, ma con il tempo realizzeremo anche lo showroom vero e proprio". L’idea di Viviana mi sembra interessante, ma tutte le aspiranti modelliste (per altro richiestissime anche come dipendenti di boutique già esistenti) dovrebbero seguire la sua strada: fare un corso ad hoc (quelli di Polimoda o di altri istituti di Design sono molto mirati, mentre per una preparazione più rapida, basta cercare su E-magister "corsi di sartoria"). Poi, conviene imparare un pò sul campo, facendo un tirocinio presso atelier o laboratori che realizzano abiti da sposa su misura. Per avviare l’attività si può puntare anche su un finanziamento per l’imprenditoria femminile (bisogna presentare un progetto a Sviluppo Italia), mentre per iniziare è necessario l’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane ed il nulla osta comunale. I guadagni? In genere, il "su misura" costa un pò di più rispetto al prodotto già confezionato, ma, almeno per i primi tempi è fondamentale tenere i prezzi bassi. Ecco qualche sito di abiti da sposa per gestanti o per taglie forti dal quale è possibile prendere ispirazione: www.maternitybride.com, www.bjornandme.com, www.bridesnbumps.com.


Il therapeutic landscapes designer

Mai sentito parlare degli orti terapeutici o dei giardini Alzhaimer? Ebbene, dovete sapere che l’evoluzione del garden design farà diventare queste forme di giardino terapeutico sempre più all’avanguardia. Ecco, infatti, la testimonianza di un architetto del verde un pò speciale. "Ho sempre amato disegnare giardini, ma da quando ne ho realzizzato uno per una grande casa di cura, ho deciso che m sarei dedicato anima e corpo a questa specializzazione. L’obiettivo del Therapeutic Landscapes design , infatti, è quello di realizzare aree verdi che non siano solo belle ed accoglienti, ma che contribuiscano a miglioare le condizioni di salute (soprattutto psicologiche) delle persone che le frequentano. Nel giardino terapeutico è tutto studiato con attenzione: le piante stimolanti e quelle rilassanti, percorsi per camminate sicure, punti di riferimento per persone che hanno problemi di orientamento e tanti altri elementi che, oltre ad essere studiati dal punto di vista architettonico, devono essere anche pensati in chiave psico-pedagocica. Così lavoro come libero professionista per rendere "utili" e piacevoli gli esterni degli ospedali, delle case di riposo, delle ville. Agli altri "designer del verde" che volessero specializzarsi, consiglio di fare corsi e seminari ad hoc, soprattutto all’estero e poi di frequentare molto questi luoghi: dall’esperienza diretta si impara molto". Per lavorare nel settore del Therapeutic Landscapes design è importante essere già un progettista di giardini (è necessaria la laurea triennale in garden design o affini) e poi servirsi della consulenza di personale medico e di psicologi per capire quali sono davvero le esigenze dell’utenza e quali, invece, gli errori da evitare quando si progetta un giardino per anziani, malati o disabili. Ecco qualche indirizzo utile. Al link http://www.informedesign.umn.edu/_news/nov_v02-p.pdf si può leggere la storia di questa disciplina e le caratteristiche dei giardini speciali, mentre http://host.asla.org/groups/tgdpigroup/ è il sito di un’associazione di professionisti del settore. Infine, accedendo su http://www.healinglandscapes.org/sites.html, si ha a disposizione un ricco database di healing gardens. 


L’express per la pausa pranzo

Mettiamola così: le persone non hanno il tempo di prepararsi un pasto decente da portare in ufficio, però odiano le mense, hanno la nausea del cibo da fast food e cercano di evitare di mangiare sempre pizza (perchè gonfia terribilmente anche se è buonissima!). Ecco che Miriam, di Roma, ha deciso di specializzarsi in "schiscete" o, per dirla in termini più glamour, in lunch box. Come fa? ecco la sua descirizione:"All’inizio avevo un negozio di alimentari e prodotti tipici, poi ho iniziato a vendere dell’ottimo pane in tutte le salse, finchè mi sono resa conto che la gran parte della mia clientela era formata da persone che lavoravano negli uffici adiacenti al negozio. Insomma: tanti dipendenti affamati ma per niente convertiti a pizza e tramezzini. Chiedevano un panino seciale, bibite salutari, yogurt freschi e persino latte. L’evoluzione della mia attività è stata naturale e, nel giro di un annetto dall’apertura, avevo già convertito l’alimentare in un lunch box express. In pratica, mi sono rifornita di contenitori in carta e polistirolo per alimenti (simili a quelli che usano i fast food) e ho messo a disposizione dei clienti tanti menu completi per la pausa pranzo: vegetariano, campagnolo, tropicale! Insomma ce n’è per tutti i gusti e lo portiamo direttamente sulla scrivania. Il bello, però, non è la consegna, ma proprio la presentazione che è una vera e propria schisceta completa di tovaglioli, posate, bicchieri. Proprio come se si portasse da casa. E lo scorso Natale ai miei clienti ho regalato anche quella in plastica, così se passano dal negozio, invece di ordinare, risparmiano anche il costo dell’involucro. Comodo, no?"Ora un pò di info: lavorare con alimenti da preparare richiede autorizzazioni, quindi non prendetela alla leggera, ma l’idea è grandiosa se già avete un piccolo negozio di alimentari. Vi basta rifornirvi dei contenitori giusti e poi acquistare un mezzo per le consegne! Inutile dirlo: in america, queste attività esistono già da un bel pezzo. Ecco un sito http://www.lunchboxexpressonline.com/default.aspx dove dare un’occhiata ad organizzazione e costi. E per i palati alternativi, eco anche il sito per vegani: http://veganlunchbox.blogspot.com/.


Accessori unici per le spose

Eccoci di nuovo alle prese con idee di business legate alla sposa, un tema attuale e che, a quanto pare, tira fuori fantasia e creatività, come è accaduto ad Eva, metà artista, metà artigiana ma con la voglia di diventare stilista. Ecco la sua esperienza: "Ho 22 anni e sto studiando per diventare stilista: la moda è il mio pallino. Nel frattempo ho contatti con alcuni ateliers e sartorie che confezionano abiti da sposa perchè la mia passione sono gli accessori per il grande giorno, con i quali corredare l’abito. In pratica realizzo a mano guanti, stole, ombrellini, cappelli ed accessori per le acconciature, come fiocchi, fermagli, fasce, spille. Insomma, tutto quello che è difficile trovare altrove. A volte, poi, realizzo anche cose su misura di carattere veramente eccezionale. Un esempio? Mi è capitato di cucire una copertina da neonato, identica all’abito della sposa (lei aveva già un bimbo di pochi mesi!). Oppure, ho lavorato a maglia una borsettina da sposa, un trasportino per un cucciolo ed altri oggetti sfiziosi. Il consiglio per le altre? Divertitevi a creare a maglia, all’uncinetto, con ago e filo o come vi piace e poi createvi un book da far vedere in giro (sartorie, ma anche negozi, mercerie, boutique per abiti da cerimonia)". Intanto io vi pubblico una foto, tratta da un bel sito inglese dove potete trovare tanti altri psunti creativi per il grande giorno: http://www.endlesspieces.com/wedding_line.htm.

Dolci nuziali personalizzati

Ecco la proposta di Ilaria che mi ha scritto dalla Calabria, giusto in tempo per lanciare l’idea alle altre amiche (future imprenditrici ma anche prossime spose):"Ho sempre avuto una grande passione per bignè e crostatine ed ho imparato a farne molto presto con l’aiuto di una zia bravissima. Il mio sogno è quello di metter su una pasticceria, ma per ora non ho abbastanza soldi, così mi sono inventata un’attività alternativa. Vista l’usanza diffusa delle mie zone di regalare dolci agli invitati per il giorno delle nozze, mi diletto a fare questi vassoi con dolci di vario tipo, alcuni ispirati proprio al matrimonio (ciambelline a forma di fede, mini bombe avvolte nel tulle, biscotti di cioccolata ritagliati a cilindro, ma anche tipi pià tradizionali: baci di dama, cannoli in miniatura e così via. Il mio punto di forza sono anche le belle scatole che cerco ovunque, perchè siano sempre diverse, oppure i cestini che poi riempio delle mie golose miniature. Alle altre appassionate di pasticceria consiglio di crearsi un sito e di iniziare dal passaparola: il lavoro arriverà!"


Mini impieghi

L’altra idea di cui vi voglio parlare è di Ivana di Cagliari, che mi ha scritto elencandomi una serie di piccoli lavoretti che fa, non tanto per guadagnare, quanto per tagliare i suoi costi. In pratica, è un lavoro anche questo! Ecco un elenco di mini-impieghi salva tempo-fatica-soldi!

- Oltre al mio, porto a scuola in macchina i figli delle mie vicine (loro mi fanno un pieno al mese e risparmiano in tutto 20 euro per l’abbonamento allo scuolabus ed io faccio la spola senza spendere!)

- Faccio il pane per me per altre 5 signore. Con un paio di ore di lavoro, guadagno quasi 50 euro a settimana

- Porto i vecchi giochi di mio figlio in un mercatino dell’usato e prendo quello che mi piace per la casa o un giocattolo diverso per lui.

- Sono l’unica nel quartiere che sa cambiare le zip dei jeans. Otto euro l’una, oppure mi faccio fare la piega dei capelli, la manicure dalla portinaia che se la cava ecc…

S…vecchio corredo!

Ciao a tutte, oggi ho raccolto duo e tre belle iniziative di lavoro che vi giro subito. Questa è di Tilde, un’amica d’infanzia che avevo un pò perso di vista, ma che, essendo tornata in città per le feste dietro l’angolo, mi ha raccontato un pò di sè. E’ impiegata e, nel tempo libero, aiuta il marito nel negozio di vini che gestisce, eppure trov anche il tempo per una terza attività: "Ho sempre avuto la passione per ago e filo ed ho notato una cosa: le mamme oggi il corredo alle figlie lo fanno molto meno, intanto perchè potrebbe sembrare un pò "antiquato" e poi perchè hanno la negativa esperienza di quante lenzuola (magari bellissime e ricamate) restano per anni in fondo all’armadio perchè si devono lavare, stirare e così via. Allora, mi sono inventata un lavoretto interessante: mettere a nuovo vecchi corredi per regalarli di nuovo alle proprie figlie. In pratica, personalizzo con immagini colorate lenzuola un pò anonime, trasformo gli asciugamani in lino, cambio il merletto ingiallito con uno più moderno, tolgo le iniziali per farne di nuove o per aggiungere un tasca, una piega o una balza. Insomma con la cliente le trasformazioni. Certo, ho tempo solo la sera ed i week-end da dedicare a quest’attività, ma mi piace e l’idea funziona! Chi vuole imitarmi, deve solo avere dimestichezza con ago e filo o un’ottima macchina per cucire e ricamare, ma anche la fantasia conta!"