In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

2016 Antonio Caruso


(52 anni, Catania 2016)

Si può dire che ha incontrato Dio (lui lo chiama “Il Divino”), e l’incontro è avvenuto in uno spazio che gli è sembrato il Paradiso. “Un luogo bellissimo, indescrivibile dove non c’era niente di fisico. Avvertivo delle presenze e sentivo qualcosa che riconducevo a delle voci. Niente mi riportava a qualcosa di tangibile a livello umano. La sensazione era quella di essere avvolto da lenzuola impalpabili d’amore. Io ero a bocca aperta, come un bambino che scopre qualcosa. La luminosità mi avvolgeva come fosse un nutrimento. Nello stesso istante in cui sono avvolto da tutto questo, il Divino mi fa vedere 30 anni della mia attività lavorativa. Immaginate un film dove io rivedo tutto ciò che ho fatto negli ultimi trent’anni. Lì, per un attimo mi sono preoccupato. Ho pensato: mi fai vedere queste cose belle perché è arrivato il mio momento. Ciononostante ero pronto, non avevo paura della morte. Non si può avere paura di una cosa così meravigliosamente bella. 

E invece mi giunge la voce del Divino che mi dice ‘No, non è il tuo momento. Anzi tu devi tornare a fare proprio quello che avevi fatto attraverso il teatro’. Ho capito che mi erano mostrate quelle immagini non per inorgoglirmi ma perché, tramite ciò che avevo fatto, io mi ero avvicinato a lui. In realtà mi rimandava giù per continuare il percorso. Successivamente mi arrivano 4 Grandi Messaggi, messaggi per tutti gli uomini. 

Primo messaggio: ‘La gente è bellissima’. Lì ho avvertito la bellezza degli esseri umani, bellezza primordiale. Quella scintilla che vediamo negli occhi di un bambino. Quindi tutti sono Dio, in tutti c’è Dio. Il Divino aggiunge: ‘La gente è bellissima ma per motivi futili tende a sporcarsi nel corso della propria esistenza. Non possiamo più permetterlo’. Su questo, ho capito, avrei dovuto lavorare. 

Nel secondo messaggio mi dice: ‘Dobbiamo fare in modo che la gente non abbia più paura’. La gente si nasconde dietro le paure, tra tutte la paura della morte. Io dico: come si fa ad avere paura di un ritorno al Divino? 

Terzo messaggio: ‘Fai in modo che le persone facciano sempre quello che sentono profondamente nel cuore’. Non vuol dire fare ciò che ti passa per la testa. Ma è un grado di consapevolezza, di connessione col proprio profondo. 

Il quarto messaggio è una considerazione legata al mio tentativo di risveglio. Mi sentivo avvolto da medici e infermieri e ripetevo ‘Grazie’, ‘Grazie’. Dal Divino mi giunge una voce: ‘Un Grazie in più, a noi non toglie nulla e apre il cuore delle persone’. Ciò mi ha fatto capire che è necessario recuperare il senso profondo della gratitudine che ciascuno di noi ha ricevuto dalla nascita.


Al mio risveglio, ho capito che mi stavo risvegliando, ho avuto, palpabile, la misura di quanto gli esseri umani, connessi tra di loro nella bontà fossero in grado di fare. Sentivo l’energia di tutti, anche di persone distanti chilometri da me. Pensavo: se sono stati capaci di fare questo per una persona, per me, cosa potrebbero fare per l’umanità intera? Per ultimo il Divino mi chiede di ‘dire agli esseri umani di non affidarsi alla logica’. Abbiamo costruito secoli di vite umane sulla logica, ma è tutto fallibile perché è un prodotto della nostra mente. Avevo l’impressione che ci fossero tante persone in questo Divino, l’energia di tutti gli altri vissuti nei secoli dei secoli, nei millenni. 

Dio mi ha fatto questo grande dono, ma se anche mi avesse regalato solo un quarto d’ora dopo l’operazione io avrei continuato a ballare di gioia. Noi uomini ragioniamo in termini di tempo ma non abbiamo capito quant’è importante il valore dell’istante. La bellezza che c’è in questo regalo che ci è stato fatto da Dio”.