In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

1974 Jeanie Dicus


Una sera del Gennaio '74, Jeanie Dicus di Sterling, Virginia, era sdraiata sul divano a guardare la televisione. Si ricorda una strana sensazione, poi il risveglio in ambulanza dove le vien detto che aveva avuto una crisi convulsiva. Nulla di simile era accaduto prima, né vi era alcuna familiarità per questa patologia. Questo evento fu seguito da un attacco di emicrania e da altre crisi epilettiche. Più tardi, lei, suo marito e sua figlia si recarono a Baltimora, dove suo padre era un consulente psichiatra della Johns Hopkins Hospital e dove le avevano assicurato che avrebbe ricevuto le migliori cure. Il suo caso fu affidato al Primario della Neurologia e le furono prescritti Dilantin e Fenobarbital, farmaci normalmente usati per l'epilessia. 

Tuttavia, la Dicus peggiorò e le venne aggiunto un altro farmaco, oltre ai due che stava già prendendo. Entro tre mesi era diventata schizofrenica e le venne prescritto anche il Valium, facendola sfociare nella follia: fu trattata con la camicia di forza, e confinata all'isolamento in reparto psichiatrico. Ai suoi farmaci, già numerosi, fu associata la Clorpromazina, un potente anti-psicotico che le causò idee suicide ed una crisi dopo l'altra.

Più farmaci, significarono una somma di effetti collaterali, fino a quando, entro l'estate, venne inghiottita in un coma catatonico che durò due mesi. Un medico del reparto, infine, notato quello che stava succedendo, andò dal padre di Jeanie e gli disse: "Tutti i suoi sintomi sono il risultato dei farmaci, non della malattia mentale: interrompiamo ogni terapia!". Il medico responsabile fu immediatamente sospeso e furono attuati trattamenti d'urto, nel tentativo di risvegliare Jeanie dal coma. Quando fu presa questa decisione, le sue mani ed i suoi piedi erano atrofizzati, contorti e paralizzati e la sua pelle era coperta di papule.

L'elettroshock la aiutò a guarire, ma durante il decimo trattamento il suo cuore andò in fibrillazione, perchè un infermiere si era dimenticato di darle la dose di potassio necessaria e Jeanie morì. Jeanie Dicus ebbe delle rivelazioni molto interessanti durante la sua esperienza di premorte in materia di reincarnazione. La sua esperienza è documentata nel libro della Dott.ssa Atwater, Oltre la luce. Questa esperienza è davvero unica. Oltre a particolari sulla reincarnazione, rivela ulteriori informazioni riguardanti altri concetti quali, la meccanica della revisione della vita e perché nessuno riesce a ricordare le proprie esperienze nelle vite precedenti l'ultima rinascita.


"Galleggiavo sopra il mio corpo e vedevo solo cappellini verdi. In sala di rianimazione li indossavano tutti, saranno stati cinque o sei ed erano tutti in preda al panico. Il loro timore era così forte che potevo sentirlo. Continuavo a pensare: 'Ehi, io sto bene, non preoccupatevi!', ma evidentemente non avevano ricevuto il mio messaggio. Questo è stato per me un po' frustrante. Mi trovai in un angolo in alto a destra della stanza, alzai le braccia e mi stiracchiai: ero immobile da tanto tempo. Mi sentivo come se mi fosse stato tolto un busto troppo stretto ed era così delizioso uscire da quel corpo angusto. Mi sentivo immersa in una meravigliosa sensazione, un senso di pace e di forza. 

Sentivo amore ed un senso di meraviglia, come mi resi conto che ad ogni domanda formulata nella mia mente sarebbe stata data una risposta. C'era Gesù. Ero sbalordita e gli dissi: "Io non credo in te". Sorrise e disse l'equivalente eterico di "Sciocchina, eccomi qua lo stesso!". Guardando nei suoi occhi, chiesi: "Vuoi dire che sei stato sempre con me e non lo sapevo?" La sua risposta fu: "In verità ti dico che io sono con te sempre, anche oltre la fine del mondo". "Ehi, amico, siamo negli anni settanta e non diciamo più così, dài!" Egli abbozzò un mezzo sorriso, pensai di essere stata divertente, e lui rispose: "Ti vuoi reincarnare?" "Ehi, dammi una pausà, gridai (ma non ho emesso alcun suono). Sono appena morta! Non ho la possibilità di riposare?"

E Lui: "Calma, aspetta, è tutto a posto. È possibile cambiare idea in qualsiasi momento." Rimasi senza fiato, "..neanche credo in te e ora tu mi vuoi far reincarnare? Aiuto!" La nostra conversazione continuava. Mi chiese persino di baciargli i piedi. Niente da fare. Gli detti un forte abbraccio e lo baciai sulla guancia,ottenendo l'equivalente di una grossa risata. Ero così felice con lui che le parole non erano più necessarie, in quanto abbiamo comunicavamo da mente a mente. Improvvisamente mi accorsi che Dio stava arrivando e venni a sapere che avevo avuto bisogno di relazionarmi con un uomo sotto le spoglie di Cristo, per non essere spaventata. 

La Luce era venuta e mi venne offerta una scelta: avrei potuto rimanere intrappolata sulla Terra, vedere e sentire tutto, ma non essere in grado di aiutare nessuno, nemmeno mia figlia (mi è stato detto che questo era un limbo), oppure avrei potuto stare con Dio. Scelsi Dio...

La Luce Bianca davanti a me era una sorta di lampadina, solo che era fortissima. Ricordo di aver pensato che i miei occhi, avrebbero potuto essere bruciati, ma poi mi ricordai che non avevo più occhi da bruciare. Dio è Amore e Amore era la Luce calda che permeava ogni mia molecola. Tutto questo fu così delizioso, che io piangevo con torrenti di lacrime che non esistevano. Era così grande. Sono stata amata, non mi sentivo irrilevante, ma umile, intimorita, e stupita.

Per molto tempo dopo la mia esperienza di pre-morte, ho finito le mie preghiere con "Sei coooooosììììììììì grande!" Era il mio modo di esprimere apprezzamento.

Poi fui subito lanciata in una stanza a cupola con tanti schermi quadrati. Lungo le pareti, sul soffitto c'erano centinaia di schermi televisivi. Su ogni schermo c'era un film di un evento della mia vita. Il buono, il brutto, i segreti, le cose speciali. Tutto stava succedendo contemporaneamente, nulla era in ordine cronologico, tutto era silenzio. Quando però guardavo uno schermo e mi concentravo sulle immagini, potevo sentire le parole. Non solo parole, ma i miei pensieri, i sentimenti, tutto, e quando guardavo altre persone o animali, potevo sentire anche i loro pensieri, i loro sentimenti e collegarli con gli eventi che ne erano seguiti.

Mi sentivo piena, non di sensi di colpa, ma d'un forte senso di responsabilità. Dio mi disse: "Ti ho dato il dono prezioso della vita. Che cosa hai fatto con questo dono?" Risposi con voce malferma: "Ho solo 23 anni. Non sapevo che dovevo fare qualcosa. Ho una figlia di due anni e passo il mio tempo ed uso le mie energie con lei." Non era stata una buona risposta, ma era la verità. Ero io il giudice ed ero soddisfatto, credo che fosse quello che Dio voleva. 

Ma la prossima volta che mi accadrà, avrò un elenco già pronto!Ora ho un post-it sulla porta del mio frigorifero su cui ho scritto: "Pratica atti casuali di gentilezza ed insensati atti di bellezza".

Ho fatto un sacco di domande, sul peccato, l'omicidio, e simili, ed ho avuto un sacco di risposte. Mi è stato detto che prima che nasciamo dobbiamo giurare di far finta che tempo e spazio siano reali in modo da venire qui sulla terra e far progredire il nostro spirito. Se non lo si promettere, non si può nascere.

Capisco che il motivo per cui ero stata cacciata dal paradiso era mio padre. Egli non avrebbe potuto accettare la mia morte. Aveva un cognome ed anche un naso tipicamente ebrei. Vissuto in Francia, era stato medico e capitano dell'esercito francese durante Seconda Guerra Mondiale. A quel tempo, i francesi credevano che i nazisti erano i loro alleati. Era su una collina quando guardando giù vide l'esercito tedesco invasore. Fuggì e sopravvisse. Finì a New York , si ribellò contro ogni Dio o religione, e diventò un rigido psicoanalista freudiano. Sposò un' infermiera psichiatrica ed ebbe tre figlie, di cui io sono la più vecchia.

Crescendo, sono diventata atea, proprio come mio padre. Quando mi ripresi, mi trovai piena di tubi. Papà era seduto accanto al mio letto cantava canzoni in francese, ed era stato lì con me per una settimana. Quando cominciai a canticchiare dietro di lui, saltò in aria, si gettò sopra di me e, lanciando un grido di guerra, mi abbracciò e pianse a lungo per la gioia."

Nessuno accettò in seguito la sua NDE, soprattutto il padre ed il marito. Bloccata sulla sedia a rotelle, sotto terapia con l' Haldol,  e con una prognosi desolante, solo dopo molto tempo le fu concesso di tornare a casa.
Quello che Jeanie ha passato in ospedale ed in seguito é spaventoso. Dopo diversi interventi chirurgici per riparare alcuni dei danni a mani e piedi, decise da sola di diminuire, ed infine, sospendere il farmaco, senza subire i suoi effetti collaterali mortali.

Anche se ne aveva avuto altri due figli, la vita con il marito era diventata impossibile, perchè egli non riusciva a gestire la sua "novità" o la sua pretesa che la Luce era venuta ad amarla così tanto fino a diventare un'esperta nella lettura della mano. Più tardi si risposò, questa volta con un uomo gentile che accettava la sua "strana" idee anche se non la capiva. Hanno avuto un figlio, il quarto per Janie.