In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

Reinee Pasarow


Reinee aveva solo 16 anni quando ebbe una NDE. Perse i sensi a causa di una reazione allergica ad un cibo. Quando perse coscienza, la madre tentò di portarla immediatamente all'ospedale, ma poiché la ragazza non riusciva a respirare, decise di stenderla sul marciapiede ed attendere l'arrivo del 911. Una piccola folla si raccolse allora intorno al suo corpo esanime. Ecco come Reinee descrive la sua esperienza.

"Ripresi coscienza solo quando udii le sirene dei soccorritori che stavano arrivando. Udii la mia migliore amica delle elementari che mi stava chiamando. Urlava: 'Reinee, non morire, non morire!' La potevo sentire, ma mi sembrava che parlasse in una lingua straniera. Finalmente riuscii a dare un senso a ciò che diceva, e compresi che ero in pericolo di vita e sentii il dovere di lottare per essa. Dovevo farlo per mia madre e per la mia amica, perché dalla voce capii che era terrorizzata e quel suono mi arrivò fino al cuore.

Tentai di lottare, ma la battaglia fu presto superiore alle mie forze. A questo punto mi arresi, lasciando la mia anima nelle mani del Potere che concede a tutti noi di esistere e ci porta tutti alla vita. Sapevo che questo Potere era la sorgente stessa della vita e la via attraverso cui ogni cosa esiste. Mi arresi a questa forza e mi sentii avvolta dalla tranquillità.

Poi, in un solo attimo, diventai una sfera di luce, o di energia, nel bel mezzo della folla che circondava il mio corpo. Divenni cosciente in modo intenso, di una coscienza diversa da qualsiasi altra forma di coscienza che avessi avuto prima; non ero consapevole solo di me stessa, ma di ognuno di quelli che stavano intorno a me. Ero cosciente di mia madre, dei miei vicini, dei miei amici e dei pompieri, di ciò che stavano pensando e di ciò che stavano sentendo, delle loro speranze e delle loro preghiere.

Tutto questo fu come una sorta di bombardamento di informazioni e di emozioni tale che ne fui ben presto sopraffatta, confusa, e piuttosto disorientata. Seguii quelle persone che erano intente ad osservare qualcosa sul marciapiede, e vidi un corpo. Guardai la forma dell'osso del polso e lo riconobbi. Ricordo di averlo osservato e di aver pensato: ...somiglia proprio all'osso del mio polso!. Ed allora capii che quella cosa sul marciapiede, quella cosa che improvvisamente era diventata per me solo un pezzo di carne, era ciò che avevo identificato come me stessa fino a quel momento, ma con cui ora non avevo altra connessione tranne quella di esserci stata insieme per un lungo tempo. 

In quel momento, però, quel corpo non aveva più niente a che fare con me, dato che improvvisamente io ero diventata una persona più cosciente di quanto non lo fossi mai stata. Ero libera dai limiti d'essere intrappolata in un'entità fisica. Guardai il mio corpo e fui disgustata dalla commiserazione e dalla confusione che lo circondavano, oltre che dalla semplice idea di aver considerato qualcosa di fisico come una realtà umana.

Poi, di nuovo, in un attimo, fui spinta verso l'alto, al di sopra di alcuni cavi della luce e da quel punto potevo vedere tutto ciò che c'era al di sotto, ma non mi sentivo per niente coinvolta dai loro pensieri, anche se potevo sentire tutto ciò che essi provavano. Osservai mia madre ed un ragazzo uscir di casa e salire su una collina che non avrei potuto vedere fisicamente. Mi sentivo molto triste per mia madre e per la mia amica, che continuava ad invocarmi ed anche per il bambino che era uscito dalla casa. Ero triste perché lui pensava che io fossi morta, e così io mi preoccupavo per loro. 

Passai il tempo osservandoli e chiamandoli, li chiamavo e dicevo loro che così doveva essere, che tutto stava andando per il meglio, che io ero libera, che questo era meraviglioso, che io li amavo e che loro mi amavano, e che questo legame, a differenza dei legami fisici, non sarebbe mai stato troncato. Cercai di comunicare tutto questo provandoci ripetutamente, e mi accorsi che non avevo più una bocca, non avevo più nessun corpo e loro non potevano udire quel che stavo dicendo..... 

E con questo me ne andai; come se fossi stata una specie di palla, mi voltai e rotolai via. La mia attenzione si rivolse altrove lasciandoli con amore, perché sapevo di non poter fare più nulla. Mi allontanai e cominciai ad andare verso l'alto, divenendo consapevole del posto in cui vivevamo, (era come se fossi divenuta una macchina fotografica all'interno di un'astronave), della mia stradina e della mia piccola città. Continuavo a salire e salire, fino a riuscire ad osservare l'intera Terra. Era meraviglioso!

La Terra era viva e stava cantando. Stava cantando una canzone unica, ed in questo canto ognuno aveva la sua voce. Ogni essere umano aggiungeva una nota molto importante a questo prezioso canto della Terra. Era un canto d'amore ed ogni creatura vivente vi aggiungeva la sua nota. Ciascuna di queste entità viventi era connessa alle altre e vedevo in modo diverso da come vediamo normalmente, dato che mi era possibile farlo sia da un punto di vista macroscopico (dall'osservatorio-astronave) sia sotto l'aspetto microscopico. 

Da questo punto di vista potevo osservare che un'ameba nell'oceano era connessa al canto di tutta l'umanità e che questo mondo stava rispondendo al canto dei nostri cuori in un modo miracoloso, unificato e molto bello e così anch'io cominciai a cantare. Ero sopraffatta dalla gioia. Naturalmente non cantavo con la bocca, perchè non avevo più una bocca e nemmeno un corpo.

Io esistevo e basta. Diventai una parte di quel canto, e piena di gioia per aver potuto dare il mio contributo a questa sacra bellezza della nostra Terra e di tutta la sua gente capii che tutti noi abbiamo una capacità unica di influenzare il mondo anche se non facciamo nulla attivamente. Noi influenziamo il pianeta attraverso il nostro modo di essere, in modo molto positivo se siamo pieni di amore e di rispetto per gli altri, ed in modo negativo se i nostri cuori sono negativi. 

A questo punto mi accorsi che una luce mi stava chiamando da qualche altra parte ed entrai in quello che tutti conoscono come "il tunnel". Anch'io lo chiamerò così, sebbene non lo percepissi affatto come tale, dato che era un luogo di transizione nel quale vidi altri esseri che sembravano piuttosto disorientati, confusi e sperduti. Alcuni di questi Spiriti erano di passaggio, sulla via di casa ed anch'io volevo solo tornare a casa.

Mi mossi attraverso questo posto, ma non mi stavo muovendo come ci muoviamo di solito col corpo fisico, perchè quando siamo in esso abbiamo un intento, uno scopo, e ci muoviamo passo dopo passo in direzione del nostro scopo, mentre ciò che mi faceva muovere attraverso questo spazio era l'amore. Era l'amore di Dio, l'amore di tutte le cose sacre e di tutte le cose belle.... di tutte le cose e basta! 

Quando giunsi alla fine del tunnel, mi chiesi se sarei rimasta sola. In quel preciso momento mi trovai insieme a mio zio. Era come se fossimo stati due luci fuse insieme: una rossa ed una blu che insieme davano una luce purpurea. Seppi di cose sul suo conto che non avevo mai conosciuto quand'ero in vita, poichè sulla terra non avevo mai passato molto tempo con lui e non lo conoscevo bene: lui viveva a sud ed io in California. 

Comunque il nostro fu un incontro pieno di gioia, anche se lo sentii preoccupato del fatto che io fossi là. Mi comunicò istantaneamente, infatti, che la mamma non avrebbe potuto sopportare la perdita di una figlia. Appariva confuso, eppure sapeva che ogni cosa andava per il verso giusto. Da quel momento in poi fui sempre più attratta dalla luce, e quest'attrazione era come un magnete che mi attirava in maniera irresistibile. Amavo quella luce, l'amavo perché mi stava riportando a casa.

Lasciato mio zio, andai di nuovo verso quel che potrei definire un mare di luce. Era come se ciascun atomo dell'universo fosse stato esaltato nel colore, nella luce, nel suono ma, più di ogni altra cosa, da un amore del tutto incondizionato. Era un benvenuto tutto per me. Mi tuffai in quest'oceano e, momento dopo momento, sentivo aumentare l'estasi, la gioia ed un amore semplicemente ed assolutamente indicibile. 

Mentre avanzavo in questo mare, divenni consapevole del fatto che stavo andando verso il centro di quel mare di luce che io percepivo.... come dire? Come un moscerino che vola nel sole. Questa era la prospettiva con cui percepivo quel mare di luce. Poi, in un solo istante, in un batter di ciglia, entrai nella Luce e divenni una sola cosa con Essa. Non ero più un individuo, e nemmeno una persona, ma semplicemente una parte di quella Luce. Divenni come la fenice: ne fui distrutta. Fu il momento più glorioso di felicità e di intensa bellezza che potessi mai immaginare. Mi sembrò di essere all'apice di ogni esistenza.

Era il punto in cui non si è più "uno" ma semplicemente una parte della Luce. Dopo essere rimasta in questo stato per quello che sembrava un tempo al di là del tempo, fui di nuovo rimessa insieme, come le sabbie della riva del mare, tornai ad essere un individuo e fui chiamata a rendere conto delle mie azioni."

Descrive poi un incontro con un "Essere di Luce" che le mostrò diversi eventi della sua vita passata e li esaminò insieme a lei. Reinee insiste sul fatto che i piccoli atti di gentilezza sono molto più importanti delle attività a cui diamo così tanto valore nella vita d'oggi, ed afferma che la cosa più positiva da lei compiuta fu il prestare una speciale attenzione ad un ragazzo non molto attraente durante un campeggio estivo, facendogli capire che anch'egli poteva essere amato. 

Alla luce della sua aumentata consapevolezza, durante la revisione, comprese che questo atto di gentilezza era stato più importante che diventare presidente degli Stati Uniti o regina d'Inghilterra. Dopo la revisione della vita, l'Essere di Luce le disse che non era ancora il suo tempo di entrare in quel mondo. 

Ed ecco come descrive il ritorno nel corpo fisico: "Fui catapultata indietro verso il basso in quello che percepivo come un tunnel. Questa volta si trattava di un tunnel simile ad un arcobaleno di luce, di suoni, di frequenze, di vibrazioni e d'amore. Con un impatto terribilmente duro tornai sulla scena che avevo lasciato prima: i camion dei pompieri a cui si era aggiunta un'ambulanza. Alcuni uomini stavano sollevando il mio corpo per collocarlo nell'ambulanza. Io ero in uno stato di totale disperazione: mi sentivo come Eva cacciata dal Paradiso Terrestre.

Mentre scendevo giù, il mio cuore era ancora legato alla mia casa Lassù e pregava di non dover andar via. Al
brusco impatto con questo regno dell'esistenza restai confusa dal tempo e dallo spazio. Era come se non fossi mai esistita fisicamente, e mi sentii del tutto disorientata. Ero preoccupata per mia madre, che sarebbe restata sola e che stava per perdere una figlia di 16 anni. Sapeva che questo stava accadendo, perché un infermiere si era rivolto all'autista dicendogli 'DOA (Dead On Arrival), che ovviamente significa 'già morta all'arrivo. 

Il conducente aveva allora spento la sirena e ridotto la velocità, mentre prima stava andando a tutto gas. Stavamo per uscire dalle montagne, ed io ero preoccupata per il dolore di mia madre. Io volevo semplicemente confortarla, avvolgendo la mia anima intorno a lei. Per lenire il suo dolore per la perdita di sua figlia, della sua bambina, mi misi semplicemente a pregare per lei. Seguii l'ambulanza fino all'ospedale ed osservai il mio corpo mentre veniva scaricato. 

La mamma seguiva la barella che veniva portata al pronto soccorso. Osservai un primo dottore che cominciò a darsi da fare sul mio corpo. Non ero molto interessata per questo dottore, perchè quello stesso giorno era stato molto impegnato per alcuni incidenti di moto. Per lui era stata una giornata molto pesante, e non aveva molto interesse nei confronti di qualcuno che era arrivato all'ospedale già morto. Non era interessato e non nutriva alcun affetto nei miei confronti. Per questo io non avevo alcun interesse nell'osservare quel che faceva, dato che il mio interesse ormai si basava solo sull'affetto e sull'amore.

Quindi io lasciai il pronto soccorso e mi trovai al di sopra di mia madre e di alcuni amici che l'avevano accompagnata in un'altra stanza. Di nuovo tentai di comunicare, provai a far comprendere loro che quella era
un'occasione di vera gioia. Sono già morta all'arrivo, e dunque i medici non riusciranno a rianimarmi, tutto andrà per il meglio e così potrò restare morta. La morte per me è diventata la vita. La morte non è qualcosa di cui essere spaventati, ma qualcosa di cui non si vede l'ora che accada.

E così il primo dottore mi dichiarò morta e stava per mandare il mio corpo all'obitorio. A quel punto il mio medico personale, un medico di campagna dai modi piuttosto rudi, irruppe nel pronto soccorso vestito elegantemente e con la sua immancabile borsa nera. Guardò l'infermiera che stava chiamando l'obitorio al telefono, poi il collega che si stava lavando le mani, ed infine il mio corpo (già coperto con un telo) e disse: 'Cosa diavolo sta succedendo qui? Dov'è la paziente?' La loro risposta fu laconica: 'Era già morta quand'è arrivata.' E lui 'Morta un corno! ' continuando a gridando verso l' infermiera che stava seduta tranquillamente in un angolo: 'Voglio iniezioni di adrenalina. Portatemele immediatamente e venite qui a darmi una mano. 

E così cominciò a lavorare sul mio corpo dando colpi sul torace. Io ero davvero spaventata dalla piega che avevano preso gli eventi ma soprattutto disgustata perchè trattavano il mio corpo così brutalmente. Così diventai in un certo senso protettiva nei suoi confronti, anche se non volevo aver più niente a che fare con esso. Almeno avrebbero potuto trattarlo in modo più gentile! Invece continuavano a battermi sul torace ed a scuoterlo, mentre io osservavo tutto dall' alto, in un angolo del Pronto Soccorso, accompagnata da altri spiriti che mi aiutavano."

Il suo medico curante alla fine riuscì a rianimarla. Reinee successivamente dovette affrontare uno stato di depressione a causa delle difficoltà nel doversi adattare di nuovo al mondo fisico, dopo quell'esperienza. Il personale medico al quale si rivolse non sapeva come trattare la sua esperienza. Alla fine lei disse che la sua NDE era di carattere religioso ed i medici non erano in grado di darle consigli. Durante la sua NDE, le furono anche mostrati catastrofici mutamenti della Terra come risultato dei conflitti umani.