In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

Elisabetta R.

"Quando avevo 17 anni ebbi una grave forma allergica che a un certo punto mi procurò un'improvvisa difficoltà di respirazione. Rapidamente le cose peggiorarono al punto che i miei chiamarono un'ambulanza.

Ma non essendocene nessuna disponibile, vennero i vigili del fuoco. Io intanto ero quasi fuori conoscenza, pur continuando a fare uno sforzo tremendo per continuare a respirare. A un certo punto smisi di farlo e provai un gran sollievo per aver potuto smettere di lottare per vivere. Scivolai nel buio di una regione inconsapevole ma piena di pace. 

Di colpo mi trovai fuori dal corpo, a pochi passi di distanza da esso, guardando con gran curiosità i pompieri che mi facevano la respirazione bocca a bocca e mi massaggiavano. Mia madre mi spruzzava acqua sul viso. 

Mi resi conto che il pompiere che mi praticava la respirazione bocca a bocca mentalmente mi parlava e mi sollecitava a non cedere: gli ricordavo moltissimo sua figlia. Un attimo dopo mi ritrovai a guardare questa scena un po' comica dall'altezza dei fili del telefono. 

Vidi un bambino dei vicini correre verso casa nostra e cercai di gridargli di non farlo. Intanto un vigile commentava tristemente che ormai da tre minuti ero senza polso. Mia madre era fuori di sé, ma io volevo gridar loro che tutto era come doveva essere e che stavo benissimo. Mi sentivo infatti felice, a mio perfetto agio, addirittura divertita per la nuova situazione: una autentica fenice risorta, libera dai limiti del corpo e del mondo fisico. 

Tutto intorno a me era musica: l'etere del mio nuovo universo era amore, un amore così puro e generoso che non desiderava altro che rimanere li. Mi resi conto della presenza di uno zio trapassato, ci riconoscemmo e restammo insieme. Ci muovevamo in un mare di luce, con la quale mi identificavo sempre più. 

Poi di colpo tutto fini: fui spinta in un tunnel luminoso e catapultata di nuovo nel mondo fisico. Mi ritrovai a pochi passi dal mio corpo: era arrivata l'ambulanza e anche il nostro medico di famiglia che mi stava riempiendo di adrenalina e mi faceva il massaggio cardiaco. 

Il mio polso aveva ripreso a battere debolmente e a questo punto fui come risucchiata dal corpo. Mi sentivo confusa, con un senso di imprigionamento e degradazione quale non avevo mai provato..."