1978 Dora Moroni
L'incidente non lo ricordo, ho però la sensazione di aver potuto guardare dall'alto la macchina distrutta, i soccorsi, il mio corpo ferito che però non sentivo come mio. Poi mi sono trovata in un luogo bellissimo, un paesaggio tutto bianco, luminosissimo, dove ero felice e avrei voluto restare per sempre.
Ancora oggi, a tanti anni di distanza, quando ci penso provo una sensazione di nostalgia, di dolcezza ineffabile. Non ho visto nessuno, però ero totalmente felice e appagata. Volevo penetrare sempre più nella luce, andare nella direzione dalla quale veniva, ma c'era come una barriera che mi impediva di procedere: forse l'amore di mia madre, che mi richiamava sulla terra, forse altri compiti che dovevo svolgere qui, visto che avevo appena 23 anni.
Non saprei, fatto sta che sono ritornata, mi sono ritrovata nel mio letto di ospedale e ho dovuto affrontare anni durissimi di riabilitazione. Quell'esperienza di luce e di amore mi è rimasta dentro, mi ha aiutata a sopportare tutto quello che è venuto dopo e ha dato alla mia vita un orientamento ben preciso. Non ho più paura della morte, però desidero molto vivere perché ho mio figlio, mia madre e il mio lavoro che amo.