In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

Il Tunnel di luce

Un piccolo punto luminoso appare in questo spazio scuro e le persone vengono spesso attratte verso di esso a una velocità incredibile. Lo descrivono come l’esperienza del tunnel. 

Le persone si muovono attraverso questo spazio scuro e stretto, occasionalmente multicolore o a forma di spirale, talvolta accompagnate da esseri visibili o invisibili o da una musica. Si avvicinano alla luce, che lentamente si intensifica fino a diventare eccezionalmente brillante, ma non accecante. Alla fine sono totalmente avvolte da questa luce e completamente assorbite da essa. 

Questo processo è accompagnato da un’indescrivibile sensazione di beatitudine, un senso di amore incondizionato e di accettazione. Il viaggio attraverso il tunnel sembra essere il passaggio dal nostro mondo fisico a un’altra dimensione, dove il tempo e la distanza non hanno più alcun significato. Questa sensazione di muoversi attraverso un tunnel verso la luce è diventata quasi un sinonimo della NDE. 

«Sentivo che stavo scivolando profondamente in un altro stato di coscienza. Cioè, la mia coscienza viaggiava, mentre il mio corpo rimaneva immobile sul letto. Potevo vedere il mio corpo, ma non lo potevo sentire. Era come essere risucchiati via, entrai in un tunnel estremamente scuro, lungo e a forma di spirale, che all’inizio mi fece paura anche se non mi era del tutto sconosciuto. Proseguii lungo questo imbuto a forma di spirale, e più andavo avanti o in alto più luminoso diveniva. 

L’intensità della luce cambiò fino a un violetto scuro. “Sopra” di me vedevo una luce bianca, radiosa, estremamente brillante. Io giravo, fluttuavo verso di essa. Sentivo che stavo lasciando il mio corpo e che mi stavo sollevando. Al di là del tetto. Sopra l’ospedale. Ogni cosa diventava sempre più piccola, e cominciai ad accelerare. Tutto attorno a me era scuro, tranne alcune stelle che si muovevano verso di me, e notai i loro diversi colori. Non ebbi il tempo di guardare niente, perché mi muovevo così veloce. 

Le cose iniziarono a rallentare e vidi che ero finito in una specie di clessidra e che venivo risucchiato verso l’apertura. Poi mi accorsi che non ero solo, perché un flusso di esseri semitrasparenti stava facendo la mia stessa strada, mentre un altro flusso si stava muovendo nella direzione opposta. Quando pensai alla reincarnazione, più tardi, mi venne in mente che poteva benissimo essere questo secondo flusso. 

Una volta raggiunta l’apertura, tutto iniziò a cambiare. Appena ne fui fuori ebbi subito questa sensazione. Era così emozionante che non riesco neanche a descriverla. Venni sopraffatto da una sensazione di pace che non avevo mai conosciuto sulla terra… venni travolto da una sensazione di amore, non quella sensazione terrena che conoscevo bene, ma qualcosa che non so descrivere. Vidi sopra di me una luce brillante, e lungo la mia strada udii una musica meravigliosa e vidi colori che non avevo mai visto prima. 

Per le sensazioni appena descritte, ebbi l’impressione che questa fosse una dimensione completamente diversa. E se mancava qualcosa lì, era la nostra dimensione terrena del tempo! Avevo quella che si potrebbe definire una intensa visione di quest’altra dimensione. Vidi, lungo la strada che andava verso questa luce avvolgente, numerosi altri esseri che stavano dirigendosi là. Quando ero quasi giunto presso questa luce, una specie di pellicola posta di fronte a essa mi fermò e mi impedì di andare oltre… tutto d’un tratto capii che ero morto. Scoprirlo mi diede una strana sensazione."

"Mi libravo a una ventina di piedi sopra il mio corpo, che era ancora sul tavolo operatorio. Ero circondata da dottori che stavano parlando tra loro, ma non udivo le loro voci. Vidi anche mio marito che mi aspettava seduto su una panca in una stanza scura da qualche parte nell’ospedale. Era nervoso. Si stava arrotolando una sigaretta. Da un momento all’altro mi trovai a volare attraverso un tunnel. Era estremamente lungo, e lo attraversavo a testa in avanti. Il tunnel era virtualmente orizzontale, ma con un  angolo leggermente rivolto in alto. Aveva un diametro di quasi dieci piedi. Udivo un suono come un fischio, come il vento quando soffia accanto all’orecchio, e in lontananza vidi una luce splendente, verso la quale venivo risucchiata, ma che pure sembrava molto distante. E per tutto il tempo mi sentivo impaurita, impotente e sola, perché nessuno poteva capire che io sapevo di essere morta. Volevo o tornare o non sapere della mia morte. Ma chiaramente non avevo scelta… La luce a cui mi stavo avvicinando era di un genere che non avevo mai visto prima e che differisce da tutti gli altri, come la luce del sole. Era bianca ed estremamente brillante, pure potevi guardarla facilmente».