In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

1971 Daniel Gelin


Nel giugno del 1971 l'attore francese Daniel Gelin, che aveva allora 50 anni, fu colpito da infarto mentre si trovava a Tel Aviv per la Settimana Internazionale del Cinema. Era solo nella camera d'albergo e prima di perdere i sensi ebbe la forza di invocare aiuto per telefono. Fu portato immediatamente in ospedale e soccorso. Egli stesso ha descritto la sua esperienza in questi termini: 

"Mi svegliai con terribili dolori alla regione cardiaca. Vidi accanto a me una figura vestita di bianco, certamente un medico; poi un velo nero calò davanti ai miei occhi. Era morto. Poi successe qualcosa di strano: improvvisamente mi trovai a ondeggiare nella stanza, mi muovevo come un'ombra verso lo strumento che doveva registrare il mio battito cardiaco. 

Con spavento constatai che l'ago non si muoveva e che il mio cuore si era fermato. Aprii la bocca per fare una domanda, ma dalle mie labbra non uscì alcun suono. ll medico si piegò sul letto su cui giaceva il mio corpo, mi fece una iniezione endovenosa e attese con evidente tensione che io reagissi. Non accadde niente e lui si voltò sospirando. L'assistente che era al suo fianco alzò il lenzuolo e mi copri il viso. 

lo allora mi misi a gridare: “Salvatemi! Non abbandonatemi!". Non riuscivo però a farmi capire, nessuno sentiva quello che urlavo con tutte le forze che avevo. Rendendomi conto che i miei sforzi erano inutili, mi sentii disperato e profondamente solo. ll vuoto in cui mi trovavo era veramente tremendo. A questo punto rivolsi il pensiero a quello che mi circondava e vidi che sopra di me si stendeva come una cupola un cielo di irreale bellezza, di un azzurro puro e trasparente. 

Lentamente la mia iniziale disperazione fece posto a una certa serenità, che si trasformò in gioia infinita quando scorsi vicino a me mio padre e mia madre, che la morte mi aveva strappato a poca distanza una dall'altro. Ma una gioia ancora più grande mi attendeva. Mia madre fece un movimento come quando da bambino mi prendeva per mano per portarmi a spasso, e mi condusse in un luogo misterioso, che certo non avrei mai trovato senza la sua guida, un giardino da favola pieno di fiori meravigliosi. 

Qui giocavano e ridevano dei bambini. Sentii mia madre sussurrare: "Pascal è qui, guarda come è felice! Adesso lo vedevo, Pascal, mio figlio, che ci aveva lasciati a 14 mesi per un tragico incidente. Il suo viso era paffuto e roseo, i capelli biondi, le mani piccole e grassottelle. La sua morte mi aveva allora quasi ucciso di dolore. E ora lo ritrovavo sorridente e felice! Con le sue gambette ancora incerte mi venne incontro, ma quando le mie mani lo toccarono tutto cambiò intorno a me. 

Sia il piccolo Pascal che mio padre erano spariti, riuscivo ancora a distinguere vagamente solo mia madre, che con un senso di tristezza nella voce mi diceva: “Vai via, Daniel, è tempo, la vita ti aspetta ". Ma che me ne importava della vita. Come prima mi ero difeso con tutte le mie forze dalla morte, così ora mi opponevo al ritorno alla vita. Volevo restare là, nel luogo dove mi trovavo. Come un pazzo gridai invocando Pascal, che ora perdevo per la seconda volta. 

Ma fu tutto inutile. Una forza a cui non era possibile resistere mi portava via. Le mie grida e le mie invocazioni si persero in un mondo sconfinato senza luce e senza colori. Di nuovo fui assalito dai dolori. Con un ultimo grido aprii gli occhi, e mi resi conto di essere VIVO.