In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

Milena C.


"Un anno fa venni colpita da una violenta emorragia intestinale: fui ricoverata d'urgenza in ospedale e dovetti ricorrere a trasfusioni, fleboclisi e tanti esami dolorosi di ogni genere. Si verificò anche una seconda emorragia, che richiese tre flaconi di sangue. Ero molto anemica e debole. Durante la notte continuai a perdere sangue, mi sentivo triste, infreddolita e ricordo che stavo col viso rivolto verso l'uscita della camera a sinistra. 

Ad un tratto ebbi la sensazione di trovarmi contro la testata metallica superiore del letto: infatti senza fatica vedevo tutto, anche le mie compagne di camera. Ed ecco che, abbassando lo sguardo, vidi quel corpo denutrito, pallido sotto le coperte, col viso reclinato a sinistra: era il mio corpo, ma era come se non mi appartenesse.

Lo trovai cosi insignificante, e non mio pur riconoscendomi, che pensai: “Come sono infima, sembro una larva, e quella sarei io!"  Però non ero spaventata dalla situazione, ero di una serenità e di un benessere incredibili. 

Intanto, chissà perché, vidi spuntare dalle sponde del letto due “sagome” lucenti a forma bislunga con una piccola rotondità sulla sommità, una specie di testa e giunse a me il loro messaggio: "No, devi assolutamente svegliarti!".  E intanto si chinarono su quel povero corpo sotto le coperte, che “era poi il mio”, e ripeterono: “Ti devi assolutamente svegliare!".  

lo captai questo messaggio non sotto forma di voce, ma di pensiero, e trovavo assurdo di dover andare di nuovo là, ossia dentro quel corpo insignificante. Però, chissà perchè, mi ritrovai di nuovo là, coperta di sudore, infreddolita, col capogiro, con la faccia rivolta a sinistra; ed ecco allora giungere il dolore e il terrore. 

Appena ne ebbi la forza, premetti il campanello. Ora sono perfettamente guarita; e aggiungo che sotto una donna di 26 anni, che ama la vita e ha cura del suo corpo, se ne preoccupa, mantiene la linea snella, lo lava, lo trucco, lo profuma, lo veste bene e così via: non riesco ancora adesso a capire l 'indifferenza che avevo in quel momento verso di esso. 

Una cosa però aggiungo: se quando dovrò morire il trapasso avrà la stessa sensazione di allora, la morte non è brutta, è brutta la malattia, è brutto il dolore, non la morte: meglio di così non potevo stare in quel mentre, è dentro al corpo che si ha la sensazione della paura e del dolore. 

Una volta l'idea di morire mi terrorizzava, ora non più, ma da allora amo la vita e la vivo meglio e con più pienezza che mi è possibile."