In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

Grazia C.


La signora Grazia C. di Firenze, non incontrò nessuno, non vide alcuno sbarramento, ma capì da sola che non era più possibile rimanere nella meravigliosa luce fatta di gioia e d'amore nella quale era immersa. 

"Avevo 27 anni, due bambini piccoli ed ero al mare a Castiglioncello. Ogni giorno andavo a cavallo, mi piaceva molto. Una volta però il cavallo si imbizzarrì, io caddi, battei la testa, entrai in coma e fui portata immediatamente all'ospedale di Livorno. 

Rimasi per sette giorni priva di coscienza e in quel periodo vissi un'esperienza straordinaria. Mi ritrovai fuori dal corpo, in alto nella stanza, e guardavo senza alcun interesse il mio corpo steso sul letto. Vedevo medici e infermieri che si davano da fare intorno a quel corpo insignificante e mi chiedevo perchè si affannassero tanto per quello che non mi sembrava niente di più di un vestito che mi ero tolta. Provavo una sensazione di libertà totale, non avevo nessuna paura, tutto mi pareva normale, naturale. 

Vedevo la stanza dove mi trovavo, ma vedevo anche il giardino dell'ospedale, sentivo ciò che dicevano i medici, ma percepiva anche ciò che pensavano. Ricordo di aver percepito chiaramente l'angoscia della tata dei bambini, che era con me quando ebbi l'incidente: parlava con i medici e si chiedeva come avrebbe fatto a dirlo a mio marito. 

Poi mi sono trovata in un tunnel che percorrevo a folle velocità senza che ci fosse un alito di vento. Di colpo mi sono trovata nella luce: un abbraccio d 'amore, la sensazione di essere alle fonti della vita, qualcosa che non si può provare a livello terreno. La luce mi è penetrata dentro e io mi fondevo con lei, mi lasciavo andare a quell'amore, a quella felicità. Non so quanto sia durato, so che a un certo punto ho capito che non potevo restare in quella luce meravigliosa e provai un enorme dolore: l'idea di tornare indietro è stata un'esperienza terribile che ha segnato per anni la mia vita. Non capivo perchè dovessi ricominciare a vivere, volevo solo restare dov'ero. 

Poi mi sotto ritrovata su una montagna innevata, camminavo su un sentiero ripido e avevo un terribile mal di testa. Incontrai un vecchio seduto sul ciglio del sentiero, gli dissi che mi faceva male la testa e lui sorridendo mi consigliò di mettere della neve sul capo. Lo feci, chiusi gli occhi e il dolore spari. Quando riaprii gli occhi il vecchio non c'era più e io ero in una camera di ospedale, sveglia. 

Seduto su una poltrona c'era mio padre, lo chiamai, ci abbracciammo: ero tornata dopo un viaggio a ritroso, ma non potei dire di esserne stata contenta. Solo in seguito ho ritrovato il gusto di vivere, mi ha aiutato molto l'amore per mio marito, per i miei figli, per i miei genitori. 

Per anni non ne ho parlato, poi un sacerdote mi spiegò che non ero l'unica ad aver vissuto una cosa del genere. Oggi sento il dovere di testimoniare quello che ho vissuto: ho studiato e approfondito, e voglio dire alla gente che la morte non esiste, è solo un passaggio."