In Cielo e Ritorno

NDE:Esperienze di morte e ritorno in vita

I N D I C E

1985 Prof. Howard Storm


Howard Storm (26 ottobre 1946) è un ministro, scrittore e pittore cristiano americano. È un ex professore e presidente del dipartimento d'arte della Northern Kentucky University. Nel 2000, scrisse “My Descent Into Death”, che racconta la sua esperienza di pre-morte.

Prima della sua NDE, Howard Storm non era un uomo molto piacevole. Era un ateo dichiarato spesso usava l'ira per controllare tutti quelli che stavano intorno a lui e non aveva mai provato gioia in nulla. Non credeva in nulla che non fosse visibile o tangibile. Sapeva soltanto che il mondo materiale era l'estensione di tutto ciò che esiste. Aveva sempre considerato tutte le religioni come fantasie per gente da abbindolare. Oltre quello che la scienza dice, non c'era null'altro.

Il 1 giugno 1985 all'età di 38 anni, Howard Storm ebbe una NDE dovuta ad una perforazione dello stomaco e la sua vita stava per cambiare per sempre. La sua esperienza di NDE è una delle più profonde, se non la più profonda documentazione di vita ultraterrena mai riportata. La sua vita é così immensamente cambiata dopo di essa, al punto che si è dimesso come professore Universitario per frequentare il Seminario Teologico di cui è divenuto un pastore. Il suo racconto:

"Nel profondo stato di dolore, ero in lotta fra dire addio a mia moglie e le mie emozioni. Dirle che l'avevo amata moltissimo era molto più di un addio, più di quel che riuscivo ad esternare a causa della mia angoscia emotiva. In una sorta di rilassamento, gli occhi chiusi, aspettavo la fine. Eccolo, mi son detto. Questo era il grande nulla, il grande black-out, quello da cui non ti svegli mai più, la fine dell'esistenza. Ne avevo la certezza assoluta, non c'era nulla oltre questa vita, perché questo era ciò che la gente 'veramente intelligente' aveva capito.

Mentre subivo questo stress, non ho mai pensato alla preghiera o a qualche altra cosa simile. Mai una volta ho pensato ad essa. Se ho mai menzionato il nome di Dio era stato solo per bestemmiarlo. Per un certo tempo ci fu una sensazione di essere incosciente o addormentato. Non sono sicuro quanto a lungo sia durato, ma mi sono sentito veramente strano, e ho aperto gli occhi. Con mia sorpresa mi alzai dal letto, potevo guardare me stesso giacere su quel letto. 

La mia prima reazione fu: "Questo è pazzesco! Non posso stare in piedi qui guardando giù verso me stesso. Questo non è possibile!" Poi, capìto cosa mi accadeva, mi sono sentito sconvolto. Ho cominciato a gridare e strillante a mia moglie, ma lei invece era seduta là come una pietra. Non mi guardava, non si è mossa ed ho cominciato a insultarla per richiamare la sua attenzione. Confuso, sconvolto, ed adirato, ho cercato di ottenere l'attenzione del mio compagno di stanza con l'identico risultato. 

Nessuna reazione. Allora ho sentito chiamare il mio nome. Ho sentito: "Howard, Howard, vieni qui". Chiedendomi per prima cosa da dove provenisse , scoprii che la voce giungeva dalla porta d'accesso. C'erano diverse voci che mi chiamavano. Ho domandato chi fossero, e mi hanno detto: "Siamo qui per prenderci cura di te. Ti metteremo a posto. Vieni con noi."

Domandando di nuovo chi fossero, chiesi se fossero dottori ed infermiere. Mi hanno risposto: "Sbrigati, viene a vedere. Ci troverai fuori." Come feci domande mi dettero risposte evasive. Mi imponevano un senso di urgenza, insistevano che avrei dovuto fare un passo attraverso la porta. Con qualche riluttanza mossi un passo nell'atrio, e nell'atrio mi ritrovai in una nebbia, o una foschia. Era una foschia di luce colorata. Non era una foschia pesante. Potevo vedere la mia mano, per esempio, ma la gente che mi chiamava era 15 o 20 piedi avanti, e non potevo vederli chiaramente. Erano silhouette piuttosto, o forme e come mi mossi verso di loro scomparvero in quella foschia. Questi esseri strani mi spingevano ad andare con loro. Ripetutamente chiesi dove stavamo andando, e mi risposero: "Sbrigati, ci troverai fuori." Guardando indietro alla stanza, vedevo mia moglie ed il mio compagno d’ospedale, e decisi che non avrebbero potuto aiutarmi così andai con questa gente.

Camminando per quella che mi sembrò essere una distanza considerevole, questi esseri erano tutto intorno a me. Mi conducevano attraverso la foschia. Non so quanto è durato, c'era un vero senso di mancanza del tempo in questa esperienza. In un certo senso sono inconsapevole di quanto lungo fosse, ma mi è sembrato come un lungo periodo, forse anche giorni o settimane.

Mentre viaggiavamo, la nebbia diveniva più spessa e più scura, e la gente cominciò a cambiare. Inizialmente mi sembrarono piuttosto allegri e felici, ma quando coprimmo una certa distanza, qualcuno di loro cominciò a diventare aggressivo. Allora gli altri sembravano temere quelli aggressivi. Sembrava potessi sentirli avvisare quelli aggressivi di stare attenti perchè mi potevano spaventare. Chiedendomi cosa stesse accadendo, continuai a porre domande, e ripetutamente mi hanno spinto ad affrettarmi e finirla di fare domande. Sentendomi a disagio specialmente da quando avevano continuato a diventare aggressivi, considerai di ritornare indietro ma non sapevo come ritornare. Mi ero perso. Non c'era nulla che potesse servirmi da riferimento. C'era solo quella nebbia ed un terreno bagnato, viscido e non avevo nessun senso della direzione.

Finalmente, dissi che non sarei andato più avanti con loro. A quel punto cambiarono completamente. Divenuti molto più aggressivi, insistevano di andare con loro. Una certo numero di loro cominciarono a spingere e pressarmi, ed io risposi, cercando di colpirli alla schiena. Mi è sembrato fosse quasi un gioco per loro, con me a fare da pezzo forte del loro divertimento. La mia pena divenne il loro piacere. Mi è sembrato volessero farmi male artigliandomi e pizzicandomi. Ogni qualvolta ne mandavo via uno, ce n'erano cinque o più a sostituirlo. Da questo momento ci fu una oscurità quasi completa ed avevo la sensazione che, invece d'essere venti o trenta, ci fosse una coorte innumerevole di loro. Ciascuno di essi sembrava fosse venuto lì per praticare quello sport: picchiarmi!

Combattendo duramente e per un lungo tempo, alla fine ero esausto. Steso lì fra loro, senza più forze, cominciarono a calmarsi da quando per nessuno di loro ero più il divertimento che ero stato. Qualcuno si divertiva ancora con me, di quando in quando, ed io ero là a terra, tutto lacero ed incapace di resistere. Questo è esattamente quello che accadde e non cerco di provare a spiegarmelo.

Da dentro di me ho sentito una voce, la mia voce, che diceva: "Prega Dio." La mia mente rispose a se' stessa: "Non prego. Non so come pregare." La voce di nuovo mi diceva di pregare Dio. Era un dilemma poiché non ho mai saputo come fare. La voce mi disse per la terza volta: "Prega Dio." Cominciai dicendo cose del tipo: "Il Signore è il mio pastore, non vorrò....Dio benedici l' America" e qualche altra cosa che mi sembrò avere una connotazione religiosa. E questa gente è andata in frenesia, come se avessi gettato olio bollente su di loro. Hanno cominciato a gridare e strillante contro me, di finirla, che tanto là non c'era nessun Dio, e che nessuno poteva sentirmi. Gridavano oscenità, ma poi hanno cominciato ad andare via da me come se fossi stato un veleno.

Così ho gridato dietro di loro: "Padre nostro che sei nei cieli," ed cose simili. Tutto ciò è continuato per un po’ di tempo fino a che, improvvisamente, fui consapevole che mi avevano lasciato. Era scuro e gridavo solo cose che sapevano di Chiesa. Mi confortava che tali parole avessero un tale un effetto su quegli esseri terribili. Giacendo là per un po’, ero in un tale stato di oscurità e disperazione che non avevo modo di misurare quanto tempo fosse passato. Ero lì, giacevo in un luogo ignoto, tutto lacero e pesto. E non avevo forza; ero KO. Mi sembrava come se fossi in una specie di evanescenza, che qualsiasi sforzo facessi esaurisse ogni residua energia in mio possesso. La mia consapevolezza era che perivo o affondavo totalmente nell'oscurità.

Allora avvenne una cosa ancora più insolita. Sentii molto chiaramente, ancora una volta dire dalla mia voce qualche cosa che avevo imparato alla Scuola Materna della domenica. Era la canzoncina: "Gesù mi ama, sì lo so...." e cominciò a ripetersi. Non so perché, ma tutto a un tratto ho voluto crederci. Non avendo più niente, mi aggrappai con forza a quel pensiero. Ed io, dentro di me, gridai: "Gesù, per favore salvami!" Questo pensiero è stato gridato con ogni goccia di forza e sentimento rimasti in me. Mentre pregavo, vidi là nell'oscurità, in qualche luogo, una piccola stella, la più piccina. Non capendo cosa fosse, pensai fosse una cometa o una meteora, perché si muoveva rapidamente. Allora capii che veniva verso di me. Diventava molto brillante, rapidamente. Quando la luce mi venne vicino, la sua brillantezza mi avvolse ed io mi alzai, non con un mio sforzo, per essere precisi, fui tirato su.

Allora vidi, e l'ho visto molto chiaramente, tutte le mie ferite, tutte le mie lacrime, tutte le mie lesioni sparire. E divenni un tutt'uno con questa luminosità. Ciò che facevo ero piangere incontrollabilmente. Piangevo, non di tristezza, ma perché provavo sensazioni che non avevo mai provato prima nella mia vita. Un'altra cosa accadde. Improvvisamente ho conosciuto il TUTTO. Conoscevo tante cose. Ho capito che questa luce, questa radianza, mi conosceva. Non so come spiegarvi che ero certo che mi conoscesse, lo sapevo e basta. Come dato di fatto, capii che mi conosceva molto meglio di mia madre o di mio padre. La Luce mi fece capire che mi amava in un modo che non sono capace di esprimere.

Mi ha amato in un modo che non ho mai immaginato potesse esistere. Sapevo pure che questo essere raggiante è potente. Mi faceva sentire totalmente bene. Potrei sentire la sua luce su di me come mani molto gentili intorno a me. E potrei sentirlo stringermi. E noi, io e questa Luce, siamo andati su e fuori di là. Abbiamo cominciato ad andare più veloci, sempre più veloci, fuori dall'oscurità. Abbracciato dalla luce, avendo sensazioni meravigliose e piangendo, vedevo in lontananza qualcosa che somigliava alla foto di una galassia, tranne che era più grande e c'erano più stelle di quelle che avevo viste sulla terra. C'era un enorme centro di splendore. Era lontano. Allora io.... Non l'ho detto, l'ho solo pensato, dissi: "Portami indietro."

Ciò che volevo dire alla luce era di portarmi indietro, era di mettermi di nuovo nella fossa. Ero così pieno di vergogna per quel che ero, e di quel che ero stato per tutta la mia vita, che tutto quel che desideravo era nascondermi nell'oscurità. Non volevo andare verso la luce no, non volevo. Per la prima volta, il mio amico, e gli assegnerò questo nome anche in seguito, mi: disse :"Tu appartieni a questo posto." La mia risposta fu: "No, hai fatto un errore, portami indietro." E lui disse: "Non facciamo errori. Appartieni a noi."

Allora il mio amico ha chiamato al di fuori dall'oscurità, ed era un numero enorme (perché sono venuti da noi) di brillanti, luminosi esseri che ci hanno circondato. Piangevo ancora. Una delle prime cose che questi esseri meravigliosi fecero fu di domandare, sempre con il pensiero: "Hai paura di noi?" risposi di no. Mi dissero che potevano diminuire la loro luminosità ed apparire gente normale, ma dissi loro di dirmi come erano fatti. Erano bellissimi, gli esseri più belli che abbia mai visto.

Come attività collaterale sono un artista e so che ci sono tre colori primari, tre secondari e sei colori terziari nello spettro visibile della luce. Qui, vedevo un spettro visibile della luce con almeno 80 nuovi colori primari. Vedevo anche questo splendore. E' frustrante per me provare a descriverli, perché non posso: stavo ammirando colori che non avevo mai visto prima. Quello che questi esseri mi mostravano era la loro gloria. Non li stavo realmente vedendo. Ed ero perfettamente felice. Provenendo da un mondo di forme e immagini ben definite ero deliziato da questo nuovo mondo amorfo. Questi esseri mi davano quello di cui avevo bisogno in quel momento.

Successivamente hanno voluto parlare della mia vita. Con mia grande sorpresa la mia vita veniva proiettata davanti me, forse sei o otto piedi di fronte a me, dall'inizio alla fine. La visualizzazione della mia vita era totalmente sotto il loro controllo e mi hanno mostrato la mia vita, ma non dal mio punto di vista. Mi sono visto in essa, e tutta questa cosa era una lezione, anche se non lo capii in quel tempo. Cercavano di insegnarmi qualche cosa, ma non sapevo che fosse un'esperienza di insegnamento, perché non sapevo che sarei ritornato. Noi guardammo la mia vita dall'inizio alla fine. Alcune cose le rallentavano e ci zoomavano sopra, altre cose le oltrepassavano. La mia vita mi è stata mostrata in un modo che non avrei mai potuto concepire prima di allora. Tutte le cose per cui avevo lavorato per raggiungerle, il riconoscimento che avevo ottenuto alla scuola elementare, alle superiori, in collegio e nella mia carriera, non volevano dire nulla in questo contesto.

Avrei potuto sentire i loro sentimenti di dolore e sofferenza, o gioia, mentre la visualizzazione della mia vita scorreva. Non hanno detto nulla se qualcosa era cattiva o buona, ma potevo sentirlo. E avrei potuto capire tutto ciò a cui erano indifferenti. Non fecero caso, per esempio, al mio record liceale di lancio del peso. Loro non provavano nulla verso cose delle quali mi sentivo molto orgoglioso. Ciò che risposero fu che erano interessati a come avevo interagito con il Prossimo. Quello era il punto centrale. Sfortunatamente, la maggior parte delle mie interazioni con gli altri non corrispondeva a come avrei dovuto interagire, cioè in modo amorevole.

Ogni qualvolta avevo reagito durante la mia vita in questo modo, loro si allietavano. Per la maggior parte del tempo le mie interazioni con il prossimo erano state per interessi personali. Durante la mia carriera professionale per esempio, ho visto me stesso seduto nel mio ufficio, giocare a fare il professore del collegio, quando uno studente era venuto da me con un problema personale. Io stavo seduto lì guardandolo con compassione, paziente ed amoroso, mentre dentro di me ero annoiato a morte. Avrei voluto tenere lo sguardo sotto la mia scrivania per quanto ero ansioso che lo studente finisse. 

Mi fu concesso di attraversare tutti questi tipi di esperienze in compagnia di questi esseri magnifici. Quando ero un adolescente, la carriera di mio padre l'aveva condotto ad un forte stato di stress: un lavoro da dodici ore al giorno. Ciò fu causa di risentimento per la sua noncuranza nei miei confronti, quando tornava a casa dal lavoro ero freddo ed indifferente verso di lui. Questo lo adirava e mi forniva ulteriori scuse per provare odio per lui. Lui ed io eravamo in forte contrasto e mia madre ne era sconvolta. Per la maggior parte della mia vita avevo sentito che mio padre era un carnefice ed io la vittima. Quando abbiamo fatto la rassegna della mia vita ho potuto vedere come mi ero rovinato da solo. Invece di salutarlo con gioia al termine della giornata, mettevo continuamente zizzania nel tentativo di giustificare il mio malessere.

Ho potuto rivedere quando mia sorella ebbe una nottataccia, quando andai nella sua camera da letto e l’abbracciai. Non le dissi nulla, posi solo le mie braccia sulle sue spalle. Ne venne fuori che quello era stato uno dei trionfi più grandi della mia vita.

La visualizzazione della vita intera sarebbe stata emotivamente distruttiva e mi avrebbe trasformato in uno psicotico, se non fosse stato per il fatto che il mio amico e gli amici del mio amico, non mi avessero amato durante la rivisitazione di essa. Potrei sentire quell'amore. Ogni volta che mi mostravo un po’ agitato hanno fermato la visualizzazione per un poco e mi hanno dato amore. Il loro amore era tangibile. Potresti sentirtelo sul tuo corpo, potresti sentirtelo dentro di te; il loro amore andava dritto dentro di te.

Desidererei potertelo spiegare, ma non ne sono capace. La terapia era il loro amore, perché la visualizzazione della mia vita mi ha fatto piangere lacrime amare. Ero pietoso da guardare, proprio pietoso. Non potevo crederlo. E la cosa è peggiorata andando avanti. La mia stupidità ed egoismo di adolescente sono aumentati man mano che sono divenuto adulto; tutto era nascosto dietro la facciata di buon marito, buon padre e buon cittadino. L'ipocrisia di tutto ciò era nauseante. Ma al disopra di ciò c'era sempre il loro amore.

Quando la visualizzazione ebbe fine mi dissero: "Hai domande da fare?" ed io avevo milioni di domande. Ho domandato, per esempio, "che sapete dirmi della Bibbia?" hanno risposto: "Cosa in particolare?" ho domandato se dicesse il vero e mi hanno detto di si. Domandai perché quando ho cercato di leggerla, tutto ciò che vi avevo trovato erano contraddizioni, ed essi mi rifecero vedere la mia vita di nuovo. Mi hanno mostrato le poche volte che avevo aperto la Bibbia, che l'avevo letta con l'idea di scoprire solo contraddizioni e problemi. Cercavo di dimostrare a me stesso che non ne valeva la pena di leggerla.

Feci loro notare che la Bibbia non era chiara per me. Non aveva senso. Mi hanno detto che contiene verità spirituali, e che avrei dovuto leggerla in maniera spirituale per capirla. Dovrebbe essere letta come una preghiera. I miei amici mi hanno informato che non era uguale agli altri libri. Mi hanno anche detto, e più tardi ho capito che era vero, che quando la leggi come preghiera, essa parla con te. Ti si rivela da sola. Spontaneamente.

I miei amici hanno risposto a molte domande in modo divertente. Erano capaci di conoscere l'argomento prima ancora che tirassi fuori le domande. Quando pensavo alle domande nella mia testa, loro avevano già capito. Ho domandato, per esempio, quale fosse la migliore religione. Cercavo una risposta tipo: "presbiteriana”. Ho immaginato che questi ragazzi fossero tutti Cristiani. La risposta che ottenni fu: "La migliore religione è quella che ti porta più vicino a Dio."

Alla domanda se c'era vita su altri pianeti, la loro risposta sorprendente fu che l'universo è pieno di vita. A causa della mia paura di un olocausto nucleare ho domandato se stava per esserci una guerra nucleare nel mondo e mi hanno detto di no. Ciò mi stupì e ho chiaramente illustrato loro come avessi vissuto sotto la minaccia dell'olocausto nucleare. Quella era una delle ragioni per cui ero quel che ero. Ho immaginato, quando ero in questa vita, che fosse una vita senza speranza, che il mondo stesse per esplodere comunque e nulla quindi aveva più importanza. In quel contesto mi sono sentito in dovere di fare quello che ho voluto, poiché nulla aveva più importanza.

Mi hanno detto: "No, non vi sarà alcuna guerra nucleare." Ho ancora chiesto se erano assolutamente sicuri che non ci sarebbe stata una guerra nucleare. Mi hanno riassicurato di nuovo, e ho domandato come potevano essere così sicuri. La loro risposta fu: "Dio ama il mondo." Mi hanno detto che, al massimo, una o due armi nucleari sarebbero potute sfuggire accidentalmente, se non fossero state già tutte distrutte, ma che non ci sarebbe stata una guerra nucleare. Allora ho domandato come mai c'erano state così tante guerre. Risposero che hanno permesso che accadessero quelle poche, ma che erano ben poca cosa rispetto a tutte le guerre che l'umanità aveva cercato di cominciare. Al di là di tutte le guerre che l'umanità ha cercato di creare, ne hanno permessa qualcuna, perché la gente ritrovasse il buon senso di fermarle.

Scienza, tecnologia ed altri benefici, erano stati doni elargiti all'umanità attraverso ispirazioni. La gente era stata condotta letteralmente a quelle scoperte, molte delle quali erano state più tardi stravolte dall'umanità ed usate per la propria distruzione. Questi amici del mio amico hanno voluto le guerre, a causa del livello della nostra tecnologia, perché fossero bandite. Potremmo fare anche molto danno al pianeta. E con "pianeta", hanno voluto dire tutta la creazione di Dio. Non solo la gente, ma gli animali, gli alberi, gli uccelli, gl'insetti, tutto. Mi hanno spiegato che la loro preoccupazione era per tutta la gente del mondo. Non erano interessati ad un gruppo migliore di altri. Vogliono che ogni persona consideri ogni altra persona più importante della propria carne. Vogliono che ognuno ami l'altro, completamente; più, di quanto amino sé stessi. Se qualcuno, in qualche altra parte del mondo, fa del male a qualcun'altro dovremmo sentire la loro pena. E dovremmo aiutarli.

Il nostro pianeta si è evoluto ad un tal punto, per la prima volta nella nostra storia, che abbiamo il potere di farlo, di sentire la pena degli altri. Siamo globalmente collegati. E potremmo divenire un solo popolo. Quando ho parlato con loro del futuro, e questo potrebbe suonare come una scappatoia in mio favore, hanno detto chiaramente che abbiamo il libero arbitrio. Se cambiamo il nostro modo di essere allora possiamo cambiare il futuro quale mi hanno mostrato. Mi hanno mostrato una visione del futuro, era un futuro nel quale si manifestava una forte depressione mondiale. Se però noi avessimo cambiato il nostro comportamento, il futuro potrebbe essere diverso.

Domandai come sarebbe stato possibile cambiare l'esistenza di tanta gente, osservai che era difficile, se non impossibile, cambiare qualche cosa sulla terra. Espressi l'opinione che il provarci fosse un compito senza speranza. I miei amici mi spiegarono piuttosto chiaramente, che tutto ciò che serve per cambiare è una persona sola. Una persona che ci provi ed allora, a causa di quella persona, gli altri cambiano per il meglio. Hanno detto che il solo modo di cambiare il mondo era cominciare con una sola persona. Uno diverrà due, poi diverranno tre e così via. Questa è l'unica via per il cambiamento.

Ho chiesto come e dove il mondo potrebbe entrare in un futuro migliore, uno dove alcuni dei cambiamenti che desideravano stessero per iniziare. L'immagine del futuro che mi hanno dato allora (ed essa era una loro proiezione, non una creata da me) mi ha sorpreso. Pensavo a una sorta di "Guerre Stellari", dove tutto era conquista dello spazio, guerre e tecnologia; invece il futuro che mi hanno mostrato era quasi privo di tecnologia. Quello che ognuno di noi, assolutamente ognuno di noi, in questo bellissimo futuro faceva, era passare la maggior parte del tempo ad allevare bambini. La principale occupazione della gente erano i bambini, e tutti consideravano i bambini essere la cosa più preziosa del mondo.  

E quando una persona diventava adulta, non c'era nessun senso di ansia, né di odio, né di competizione. C'erano questo senso enorme di fiducia e mutuo rispetto. In questa visione del futuro, se qualcuno fosse stato depresso, tutta la comunità si sarebbe occupata del più debole, della persona uscita dall'armonia del gruppo. Spiritualmente, attraverso la preghiera e l'amore, gli altri sarebbero stati capaci di aiutare questa persona afflitta. Quello che la gente faceva col resto del proprio tempo era la pratica del giardinaggio, con quasi nessun sforzo fisico. Mi hanno mostrato che le piante, con la preghiera, avrebbero prodotto frutti e vegetali enormi. La gente, all'unisono, avrebbe controllare il clima del pianeta con la preghiera. Ognuno avrebbe lavorato con fiducia reciproca e la gente avrebbe potuto chiamare la pioggia o il sole splendente, quando ne avessero avuto bisogno. Gli animali sarebbero vissuti insieme alla gente, in armonia.

La gente, in questo migliore di tutti mondi, non aveva interesse alla conoscenza; erano interessati alla saggezza. Ciò era dovuto al fatto che erano in una posizione dove qualsiasi cosa avessero avuto bisogno di conoscere, l'avrebbero ricevuta semplicemente con la preghiera. Tutto per loro era risolvibile, potevano fare qualsiasi cosa volessero. In questo futuro la gente non aveva alcun vivo desiderio di viaggiare perché potevano comunicare spiritualmente con ognuno nel mondo. Non c'era nessuno bisogno di andare altrove. Erano così entusiasti per dove erano e per la gente intorno a loro che non avevano bisogno di andare in villeggiatura. Vacanza da cosa? Essi erano totalmente appagati e felici.

La morte: vi era un tempo in cui l'individuo aveva sperimentato tutto quel che aveva avuto bisogno di sperimentare. Morire voleva dire lasciare la vita e lasciarsi andare; allora lo spirito sorgeva e la comunità si raggruppava intorno a lui. Ci sarebbe stata una grande gioia perché loro tutti avevano accesso al Paradiso e lo spirito si ricongiungeva con gli angeli che erano venuti giù ad incontrarlo. Potevano vedere lo spirito partire sapendo che era giunta l’ora per lo spirito di andare via e la comunità si raccoglieva intorno: lo spirito aveva raggiunto i suoi obiettivi di crescita su questo mondo. Gli individui che morivano avevano raggiunto tutto ciò che erano capaci di fare in questo mondo in termini di amore, apprezzamento, comprensione e lavorando in armonia con gli altri.

Il significato di questa bella vista del futuro del mondo era di una specie di giardino, il giardino di Dio. E in questo giardino del mondo, pieno di totale bellezza, c'era gente. La gente è stata creata in questo mondo per crescere nella comprensione del Creatore. Allora dobbiamo cambiar pelle, questo nostro guscio nel mondo fisico e "laurearci" per andare su in cielo, per avere una relazione più intima e crescente con Dio. Ho domandato al mio amico, ed ai suoi amici, della morte: che accade quando moriamo? Hanno detto che quando una persona giusta muore, gli angeli vengono giù ad incontrarla e la portano su gradualmente, perché sarebbe insopportabile per quella persona essere posta immediatamente al cospetto di Dio.

Conoscendo come è fatta dentro ogni persona, gli Angeli non hanno bisogno di nulla per evidenziarlo. Sanno quello di cui ciascuno di noi necessita, così provvedono a tutto. In alcuni casi può essere un prato paradisiaco, ed in un altro, qualche altra cosa. Se una persona ha bisogno di vedere un parente, gli angeli gli porteranno quel parente. Se i gioielli piacciono molto a quella persona, le mostreranno dei gioielli. Vedono cos' è necessario per il nostro iniziale ingresso nel mondo dello spirito e ce lo procurano. Successivamente e gradualmente c'istruiscono come esseri spirituali, ci rendono insensibili alle cose a cui eravamo abituati nel mondo e ci portano in cielo. Cresciamo e ci arricchiamo sempre di più e perdiamo le preoccupazioni, i desideri e le necessità materiali per le quali abbiamo lottato per molta parte della nostra vita. I desideri terreni scompaiono, nessuno più lotta per essi. Diveniamo ciò che veramente siamo, ovvero parte del Divino.

Questo accade a gente pia, gente che è buona ed ama Dio. Mi hanno chiarito che non abbiamo alcuna conoscenza o diritto di giudicare qualcun altro sulla sua relazione d'amore verso Dio. Solo Dio conosce cosa c'è nel cuore di un persona. Qualcuno che pensiamo sia spregevole, Dio potrebbe conoscerlo come una persona meravigliosa. Similmente, qualcuno che pensiamo sia buono, può essere visto da Dio come un ipocrita, con un cuore nero. Solo Dio conosce la verità su ogni individuo.

E' Dio che darà l'ultimo giudizio su ogni individuo. E solo Dio permetterà alla gente di essere trascinata nell'oscurità con creature similari. Vi posso dire, in base alla mia personale esperienza, quello che accade là. Non so, in base a quello che ho vissuto, se vi sia di peggio ma sospetto di aver visto solo la punta dell'iceberg. Ho meritato di andare dove sono andato, ero giustamente in quel misero luogo al tempo giusto. Quello era il luogo per me e la gente che era con me era esattamente la giusta compagnia. Dio mi ha permesso di sperimentare ciò e poi mi ha tirato fuori, perché ha visto qualche cosa che mi redimeva attraverso quell'esperienza. Era un modo per farmi espiare. Le persone invece che hanno vissuto una vita d'amore sono attirate subito in su, verso la luce.

Non ho mai visto Dio, e non ero in Cielo. Era in un posto al di fuori, nei sobborghi, e queste sono le cose che mi hanno mostrato. Abbiamo parlato per molto tempo, di molte cose, e alla fine ho guardato me stesso. Quando mi sono visto, ardevo, ero raggiante. Divenivo bello, non certo tanto bello come loro, ma avevo un certo scintillio che non avevo mai avuto prima. Non essendo preparato a mettermi di nuovo in gioco sulla terra, ho detto che desideravo rimanere con loro per sempre. Mi hanno risposto: "No, devi ritornare." Risposi che non potevo ritornare, ho cercato di trattare con loro ed ho fatto notare che sarei potuto tornare di nuovo nella buca, così li ho supplicati di rimanere con loro. I miei amici allora mi hanno detto: "Non credi che resteremmo separati da te ora, se non pensassimo che diventerai migliore, dopo tutto l'amore che abbiamo dimostrato per te?" Allora ho domandato: "Ma che dire del mio senso di fallimento? Mi avete mostrato come posso essere migliore ma sono sicuro che non riuscirò a raggiungere questo obbiettivo. Non sono così buono."

Mi hanno consigliato un semplice cosa: di riconoscere quando faccio un errore e domandare perdono. Prima di chiederlo sarò già perdonato, ma devo prima chiederlo e poi accettare il perdono. La mia fede nel perdono deve essere vera e devo sapere che il perdono è concesso. Confessare, sia in pubblico che in privato, di aver commesso quell'errore, e dopo chiederne il perdono. Sarebbe per loro un insulto se non accettassi il perdono. Non dovrei così continuare ad andare avanti con i sensi di colpa, ma non dovrei più ripetere gli errori, dovrei imparare dai miei errori.

"Ma," ho detto, "come faccio a sapere quale è la scelta giusta? Come saprò quello che volete che faccia?" Mi hanno risposto: "Vogliamo che tu faccia quello che vuoi fare. Significa fare delle scelte; che non c'è necessariamente una scelta giusta. Ci sono sempre diverse possibilità di scelta e dovresti fare la migliore scelta che puoi, basandoti sul tuo sentimento d'amore. Se fai così, ti aiuteremo anche là."

Mostrando la mia più grande opposizione sul fatto di ritornare in questo mondo, dissi loro che, se avessi dovuto lasciare quel posto, mi si sarebbe spezzato il cuore e ne sarei morto. Ritornare sarebbe stato così crudele, dissi, che non ci sarei riuscito. Ricordai loro che il mondo è pieno di odio e competizione e non volevo ritornare in quel gorgo. Non potevo tollerare di lasciarli.

I miei amici osservarono che giammai erano stati separati da me. Spiegai loro che non ero mai stato consapevole della loro presenza e se fossi ritornato di nuovo, io di nuovo non avrei saputo che essi fossero là. Spiegandomi come comunicare con loro, mi hanno detto di tranquillizzarmi e di chiedere il loro amore: allora il loro amore mi sarebbe giunto ancora ed io avrei saputo che esistono realmente.

Dopo questo chiarimento avevo terminato gli argomenti e capii che sarei dovuto ritornare. E così tornai indietro. Ritornando nel mio corpo, il dolore era ancora là, peggio di prima."